#105 -Il mondo cibernetico di Minimal Rome [11-06-2006]

Roma ha sempre offerto ottimi spunti alla scena della musica elettronica contemporanea recentemente balzata sotto i riflettori internazionali grazie a personaggi cardine come Marco Passarani, Francisco, Raiders Of The Lost ARP, Donato Dozzy, Giorgio Gigli, Brando Lupi e Max Durante. Prendendo in esame il segmento della musica electro (intesa nel suo senso stretto del termine) emerge una realtà piccola (ma non per questo trascurabile) che in questi mesi si sta facendo largo nel panorama musicale europeo. Trattasi di Minimal Rome, la label capitolina fondata nel 2002 e diretta da Feedback e Valerio Lombardozzi aka Composite Profuse, quello che giusto qualche settimana fa è approdato sulla Bunker di Guy ‘Unit Moebius’ Tavares che lo ha voluto annoverare nell’e.p. "Artist Anonymous" in compagnia di altri come Mas 2008 e Kompleksi. Il catalogo di Minimal Rome cresce, seppur lentamente, con la forza della passione e col desiderio di incontrare il favore degli amanti del sound cibernetico che affonda le radici nella new-wave e nella prima vintage electro degli anni ottanta (spesso a braccetto con l’hip-hop). Emblematici i due volumi della raccolta "Broken Pots Hill" ai quali è seguito l’eccellente e.p. vinilico intitolato "Finally" con tracce di Feedback, V-mr e Kobol Electronics. La novità degli ultimi giorni risiede nel #004, il various artists e.p. intitolato "Urbi Et Orbi" che snocciola eccellenti tracce del team romano come "Diluvio" di Feedback, "Drafting Devices" di Kobol Electronics, "Caimano Bianco" dei C-34 e "Definitive Neglect" di Composite Profuse alle quali s’aggiungono due perle provenienti da oltre le Alpi ovvero "The Call" dell’olandese Ra-X (quello dell’Angelmaker) e "Science Girl" dello svedese Luke Eargoggle, noto anche con diversi pseudonimi come Achilles, Stalkers, Dr. Lindh e Moncheychop e protagonista di una corposa serie di produzioni edite da labels del calibro di Bunker, Crème Organization, Kondi, Kône, Kentaurracing, Heckengäu ed Aerobic Audio oltre naturalmente alla sua Stilleben. Un vero vanto per l’Italia che non ha mai preso in seria considerazione uno stile così sofisticato come quello proposto dalla Minimal Rome che non si lascia certamente intimorire dai giganti discografici sfidandoli con musica di alta ed indubbia qualità.

-Aa.Vv. "Lasergun Compilation 2" (Lasergun): dopo mesi di gestazione finalmente esce il secondo capitolo di questa saga iniziata nell’autunno del 2003. Lasciandosi alle spalle l’electro più sotterranea dei primi tempi, la label di Savas Pascalidis mette in riga i suoi alfieri più importanti come Elbee Bad, Thomas Jaldemark, Ulysses, Sweet Slave, Ruben Montesco e la bella Water Lilly. Diversi gli unreleased firmati da Richard Bartz, Marcin Czubala, Remute e The Addiction ai quali s’aggiungono remix di imminente pubblicazione e le presenze italiane dei System Of Survival e di Dj Dandi & Ugo.

-Legowelt "Land Of Lonzo" (Strange Life): un musicista moderno che predilige metologie di lavoro d’altri tempi: è questa la sintesi di Danny ‘Wolfers’ Legowelt che s’infila ancora in mondi misteriosi dopo quello del diavolo ribelle del cinema internazionale Klaus Kinski ("Klaus Kinski", 2002), del malvagio panda ("Under The Panda Moon", 2004), dello spionaggio al tempo della Guerra Fredda ("Mystery Organisation", 2005) e dell’Inferno dantesco dal quale l’olandese tira fuori la figura metaforica della lonza (uno dei peccati capitali, la lussuria). Irriverenti come al solito, le tracce del musicista di Den Haag frantumano i segni distintivi della house e dell’electro rimandandoci ad una visione iper-personale della musica elettronica contemporanea. Legowelt si sbeffeggia delle mode, degli stili, delle charts, delle apparenti tendenze, dei ‘personaggi’ da palcoscenico. Lui vive per la musica, la sua musica. Questa.

-On/Off "We Are On" (All You Can Beat): dietro la sigla On/Off si celano Housemeister e Fabian Feyerabendt dei Tok Tok legati da una forte passione per le macchine hardware. E’ proprio il vecchio equipment a fare da padrone nella splendida "Together", un acid-trip che si leva da uno spasmodico Tb-303 e beats old-school permeati della tipica manualità di apertura e chiusura dei filtri. "We Are On" si lascia coinvolgere nel rumorismo alla Dapayk e in pads ambient mentre "We Are Off" riconduce alla tipica electro berlinese edificata attraverso la sovrapposizione di segmenti deep-house e ritmiche sincopate moderatamente dark.

-Mario Ranieri "Fuck Schranz! Call It Hardtechno!" (Subsounds): l’austriaco che anni addietro si fece notare attraverso la sua label, l’impetuosa Shubfaktor, approda sulla belga Subsounds che rinnova, ancora una volta, il sodalizio con la techno esasperata. Spunti industriali corrono all’impazzata in "Pimp You Character" che, nel remix di Sandy Warez, acquista una velocità ancor più elevata sfiorando i 155 bpm. Pura hardcore anni novanta è quella della title-track mentre "Partymusic" fa sorridere un pò per l’inusuale accostamento di materie ritmiche indiavolate a melodici pads estrapolati dalla vecchia hit dei Modern Talking (You’re My Heart, You’re My Soul").

-Tom Ellis & Leif "The Trimstyle Vol. 2 E.p." (Morris Audio): tra le prime labels a credere ciecamente nelle potenzialità di un genere ribattezzato come ‘minimal’, la Morris Audio ritorna dopo un periodo di stasi col secondo volume di "The Trimstyle". Leif incide un pò di groove in "Stay With Me On This One" e si adagia sul creepy modaiolo per "Shoplift" mentre Tom Ellis pervade la stesura di "Monday To Friday" con un ritmo più serrato e spunti a cavallo tra il deep e il jazz. Ottimo l’esperimento minimal-funk impresso in "Not Being Funny" che, in taluni punti, sfiora anche il cacofonic-style.

-Blackploid "Inhaltsverzeichnis E.p." (Frustrated Funk): è senza ombra di dubbio il mio disco preferito del momento questo Frustrated Funk #011. E’ come se i Kraftwerk fossero stati sbattuti sull’electro di Detroit (senti Ectomorph) ricostruendo l’estetica del sound che fu negli anni settanta. Il misterioso vinile, privo di alcuna indicazione sull’autore, mi porta subito a pensare al genio indiscusso di Gerard Donald, quello che opera dietro una serie di progetti come Dopplereffekt, Japanese Telecom, Arpanet, Glass Domain, Heinrich Mueller, Intellitronic, Der Zyklus ed altri ancora. Il sound pare proprio il suo come del resto il titolo impronunciabile e il mistero che aleggia sul progetto da considerare come la sua firma. Un must per arricchire la propria collezione di musica electro incisa rigorosamente su vinile.

-The Mole "In My Song" (Wagon Repair): con un pò di sana immaginazione la title track del nuovo disco di Colin De La Plante alias The Mole ci riporta alla vecchia hit di Ruffneck featuring Yavahn, la nota "Everybody Be Somebody" (correva il 1995) con quei particolari stop & go e quel funk stralunato che viene continuamente shakerato ed agitato con forza. "Acadian" viaggia su misure tech-house che crescono e lievitano in progressione sino a sfociare in situazioni quasi chicago. Nessun break sulla stesura ma soltanto svuoti del groove e percussioni che riconducono alla house strumentale degli anni novanta. Già, questo di The Mole pare proprio un disco venuto fuori da un vecchio archivio del primo lustro dei novanta quando la house meno commercia(bi)le veniva chiamata ‘underground’. Ora si inizierà a parlare di ‘house retro’ ?

-Fools Sugar & Dub Duo "Computerize (Rhandyno 2006)" (Admission Records): i Fools Sugar (Enrico BSJ Ferrari ed Alex Mas) danno la mano ai Duo Duo (Claudio Coccolouto e Savino Martinez) per confezionare questo nuovo episodio marchiato Admission. Lasciando da parte la house da chart e le atmosfere latine, i due team imboccano strade dal feeling elettronico (e non poteva essere altrimenti vista la moda del momento) facendo riferimento ad un dialogo in lingua italiana e suoni non molto ricercati dal punto di vista della timbrica ma indubbiamente efficaci per le piste (e le orecchie) senza troppe pretese.

-Anthony Rother "Super Space Model" (Datapunk): trovo che sia un album piuttosto affrettato e privo della magia di vecchi lavori alla Little Computer People o Psi Performer. Che Rother sia divenuto una star non è certo segreto e il suo bazzicare intorno a certi personaggi come Dj Hell e Sven Väth inizia a dare i frutti a livello di popolarità. A perderci però è la vena creativa che pare arenata negli stessi suoni e nelle stesse costruzioni ritmiche già da un paio d’anni a questa parte. Così "Super Space Model" pare veramente un secco replicante di "Popkiller" (2004), ben realizzato ma comunque un replicante. Non ci resta che attendere … e sperare che la sua stella creativa non si sia già eclissata.

-Milk & Sugar "Summer Session 2006" (Milk & Sugar): poco appetibile per le orecchie rivolte ad un sound anticonformista, la nuova collection di Milk & Sugar sposa le sonorità dell’house più estiva e raggiante fatta di piccole presenze neo-funk ed impronte afro. Da Robbie Rivera a Lifelike & Kris Menace (che gira su un celebre sample ‘catturato’ da "Another Life" di Kano), da Housemates a Chocolate Puma sino ad "Has Your Man Got Soul" degli stessi Milk & Sugar riletta da Jamie Lewis. In tutto sono diciotto tracce che si prestano bene ad un ascolto spensierato e tipicamente estivo proveniente da un contenuto musicale indicato ai nostalgici di una certa house che, a detta ormai di moltissimi, va scomparendo sempre più.

-Marsmobil "Munich Loves You" (Compost): si tratta della colonna ufficiale dei Mondiali di Calcio 2006: a comporla è l’italiano (si, avete capito bene) Roberto Di Gioia alias Marsmobil, bravo nel far combaciare la musica elettronica col pop da classifica. Il parallelismo col più noto Giorgio Morder pare inevitabile: sia perchè entrambi hanno dovuto valicare i confini alpini per trovare successo, sia perchè entrambi hanno avuto a che fare coi mondiali (Moroder infatti, nel 1990, compose la popolare "Un’Estate Italiana" interpretata da Gianna Nannini ed Edoardo Bennato). Sul cd-maxi trovano spazio anche due tracce estratte dall’album "Minx" previsto per settembre.

-Aidan Lavelle "Fear 4" (Silver Planet Recordings): nuovo capitolo per la saga alla quale hanno partecipato in passato personaggi come Chris Salt, Flash Brothers e James Holden. Il cd promette bene grazie a tredici tracce nelle quali il sound progressive si china sulla più modaiola faccia dell’electro. Da Minilogue a Luke Dzierzek, da Tony Senghore (riletto da Sebastian Ingrosso) a BCML per finire sulle partiture meccaniche di Rhythm Unlimited, Leama & Moor e Speedcats featuring Owen Jarvis. Non manca lo stesso Lavelle sotto i moniker Eli e Vector 13 con cui riporta in auge un filone ammiccante all’electro-pop alla Silicone Soul.

-Bassbin Twins "The Dogs" (Marine Parade): un Marine Parade davvero diverso dal solito questo di Bassbin Twins. Più ‘dritto’ ed orientato alla techno e all’electro di nuova concezione soprattutto per la title-track nella quale fanno riapparizione i cani e il loro abbaiare (era da tanto che non li sentivo più, almeno dal 2004, anno di "Nice Dog" di David Carretta) abbinati a divertenti giochi di filtri. "Gun Down", sul lato b, prosegue la scia delle misure quaternarie tirando dentro anche un simpatico fischietto e bassi attorcigliati. Che anche il break stia iniziando ad elettrizzarsi ?

-Monika Kruse & Patrick Lindsey "whds E.p." (Terminal M): prendendo un pò le distanze dal groove che in passato ha costituito la loro grande passione, la coppia Kruse/Lindsey (quella che un tempo si firmava come Kruse @ Voodooamt) incide il #050 per la Terminal M lasciandosi influenzare (forse troppo ?) dal quasi irritante trend del minimal. Sul lato a s’incontrano le misure creepy di "Wie Heißt Der Scheiß ?" che trovo fin troppo simili a quelle di altre mille produzioni presenti sul mercato mentre sul lato opposto prende posto "Acidlok" che fa scricchiolare i suoni alla Richie Hawtin. E così anche la Terminal M si fa prendere dal vortice ‘minimal’ …

-Common Factor "Through" (Mood Music): col nuovo disco di Nick Calingaert aka Common Factor la Mood Music ritorna a parlare la lingua dell’italo. L’Original infatti diviene presto luogo d’incontro di un bassline arpeggiato e di un’impronta deep-space electro che rammenta il primo Bangkok Impact su Crème (2001). Due i remix: quello di Phonique che ne accentua il ritmo con percussioni afro e quello di Holman Filipsson (from Mr. Negative) che torna sull’essenza dell’italo-dance 80’s grazie a strutture ritmiche basiche ed arrangiamenti lineari che fanno del pezzo un jolly in chiaro stile Pigna.

-Paradroid "Monster Waves Revealed" (Force Inc. Music Works): dopo due lunghi anni d’assenza ritorna la label tedesca fondata nel 1991 da Achim Szepanski. A riportarla sugli scaffali dei negozi è Max Wendling aka Paradroid, autore di una pura e palese ‘abstract-techno’, punto di scambio tra la deep-house e le cacofonie tipiche dell’experimental americana. Un ipnotismo composto e mai invasivo contraddistingue anche i remix di Fym e Elko Park. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che i canonici 4/4 potessero prendere una via così astratta come quella del microfunk, sulla scia del primo Akufen che, sino a qualche anno fa, davvero in pochi presero in seria considerazione.

Electric greetz

DJ GIO MC-505

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