#165 -Album esoterico per BPMF

Arriva da Philadelphia, si chiama Jason Szostek e da ben 25 anni armeggia nel mondo della musica. Forse il suo nome non dirà molto eppure è lui che ha stretto innumerevoli collaborazioni intorno a nomi come Abe Duque, John Selway, Susanne Brokesch, Taylor Deupree e Dietrich Schenemann (con gli ultimi due forma i Prototype 909). Nel 1995, col citato Selway, fonda la Serotonin, etichetta dalla quale venne fuori, qualche anno più tardi, il fenomeno Fischerspooner. E poi è uno degli ideatori del collettivo Rancho Relaxo Allstars. A quanto pare Szostek ne ha cose da dire attraverso la musica che per l’occasione si tinge di ambient e di experimental attraverso il suo (primo) album da solista. In “Parousia Fallacy” (dedicato ad una misteriosa persona celata da ideogrammi orientali) l’americano ripiega nove tracce esoteriche, misteriose, tenebrose e magiche che accarezzano l’animo di chi ascolta attraverso sciami di suoni che si levano nell’aria e poi si chiudono come i petali di un fiore che, di notte, non riceve più la luce solare. “Ecce Homo”, “Ge Ran De Kong Jian” e la spaziale “Beginning Of End” sono solo alcuni degli esempi tirati fuori da “Parousia Fallacy”. Pare di rivivere le stesse atmosfere di “Higiene Mental” (Disko B, 1996) poi lasciando scorrere “Trippin Through The Wild Strawberry Patch” e “Freedom Bird”, già nella tracklist del recente “The Answer Is Always Yes” (leggi Electronic Diary #151) ma riviste in versioni differenti. E’ questo il rumore cosmico di Szostek. Pura polvere di stelle.

-Wojtek Urbanski “Violet Violin” (Compost): la Polonia, dopo Marcin Czubala, ci consegna un altro nome che secondo indiscrezioni potrà fare la differenza nel prossimo futuro. Mi riferisco a mister Urbanski, introdotto alla musica nel 2002 dall’amore nutrito per l’hip-hop, stile che oggi si ritrova ancora, seppur ben camuffato, nel suo “Violet Violin”. Il brano è scandito da rintocchi nu-jazz e ricordi della musica di Miles Davis ed Herbie Hancock allineati alla voce sibillina di Joanna Laczmaska. In “Piano Pianoli” (col featuring di Anna Karamon e Katarzyna Deren) tutto s’avvicina in modo sensibile al fusion. Più rivolto al dancefloor è il remix di Envee (degli Innocent Sorcerers) che pigia i tasti del broken-beat e di un funk futurista ma semplicemente insuperabile è quello del giovane Maximilian Skiba (è lui uno dei nomi del momento!) che trasforma la title-track in un autentico anthem nu-disko, solare, intelligentemente giocato sui virtuosismi di tastiere e di basso e che ricorda (con piacere) certe cose alla Lindstrøm e alla SkatebÃ¥rd. Top!

-Aa.Vv. “Artists Anonymous 2/3” (Bunker): ad oltre un anno dalla prima apparizione la Bunker di Den Haag rilascia in contemporanea due nuovi atti per la saga “Artists Anonymous” continuando a sostenere la musica sbilenca di artisti emergenti e non (ma comunque sconosciuti dalla massa). Nel #02 ci si ritrova a masticare i suoni del finlandese Erikoismies (dalle attinenze subacquee alla Drexciya ritmate da fischi sinusoidali), ad ingoiare le materie acide degli The Pulse Projects e gli stati d’ansia di Hadamard e a respirare l’aria insana del bulgaro MANASYt che ci conduce per mano nei gironi danteschi suonando marce funebri analogiche. Sul #03 la storia continua con le sottili lamine eletro di Star-Kid e l’opprimente rigidità di Cestrian Robot (nonostante un giro di basso fin troppo sfruttato). C’è spazio anche per l’hydraulic-style rallentato ed embrionale dello svedese 240 Interceptor (che divide qualcosa coi francesi Le Syndicat Electronique) e le sgroppate acidcore di Beukhoven (Sloopwerk) che non possono che rammentare i tempi dei primi illegal-raves degli anni novanta. Compratelo solo se ritenete di avere orecchie ben allenate.

-Ceephax “Volume Two” (Rephlex): che sballo il sound di Ceephax! Questo nuovo album edito dalla celebre etichetta di Richard D. James e Grant Wilson-Claridge corrode i suoni, si arroventa come ferro lasciato sotto il sole del deserto, si gonfia come un palloncino ad elio, respira come un essere umano (ma in realtà un androide). ‘Acido’ è sicuramente il comune denominatore che collega il 90% delle tracce di “Volume Two”, da “Snifter’s Acid” a “Scary Pollution”, da “Acid Schroeder” ad “Acid Breezer”, da “Vulcan Venture” a “Cold War Acid” sino alla cristallina “Ice Rink Acid”. I suoni acuti vibrano e lievitano su beats old-school dai quali si sente distintamente il classico timbro di Tr-909 e Tr-808. Un album che suona come i vecchi dischi di Hardfloor ed Acid Junkies o come i più moderni Like A Tim e Legowelt in cui non mancano i tipici sperimentalismi alla Rephlex (“LW Traveller”, “TX Ogre”, “Loner D+B” e “Ravenscar”) che Andy Jenkinson ha sicuramente acquisito dal fratello Tom (alias Squarepusher). Se volete sballottarvi col vortice del Tb-303 questo lp è come una manna caduta dal cielo. Fatelo vostro.

-Will Saul “Simple Sounds” (Simple): è un doppio cd quello che uscirà presto per festeggiare il quarto anniversario di Simple, l’etichetta di Will Soul fondata nel 2003 col fine di pubblicare buona musica a prescindere dallo stile che segue. La preferenza cade sul dub, sulla techno e sulla nuova house che oggi vive un grande momento di celebrità. Incapsulati ordinatamente nel cd 1 sono praticamente tutte le esclusive firmate dallo stesso Saul che prima remixa Chicken Lips e poi si lascia remixare da Partial Arts, Sideshow, Gui Boratto e 2020 Soundsystem per un risultato che sfiora la techno e batte la tech-house stretta in angusti cunicoli minimali ogni tanto rischiarati dalla luce di euforici arpeggi. Nel cd 2 tutto invece è contrastato dall’arte del mixaggio da cui emergono brani estrapolati dal catalogo della ‘sorellina’ di Simple ossia Aus. Il confine è localizzato tra nu-funk, electro, deep e disco rivisitata in chiave moderna da autori come My My, Lee Jones, Phonique, King Roc, Marc Romboy ed altri. Presto uscirà anche un package di tre vinili con altre gemme tra cui un remix di “Speak & Spell” di Will Saul (dal “Tic Toc” edito nel 2005) firmato dai finnici Putsch ’79. Cooooool!

-Boris Divider “Remote Operator” (Drivecom Limited): il madrileno più famoso legato all’electro (insieme ad Alek Stark) ritorna sulla sua Drivecom (per l’occasione a tiratura limitata) con un ottimo esempio di suono idraulico. “Remote Operator” suona proprio come i pezzi di Marco Bernardi (su Frustrated Funk), come i conterranei Sbles3plex e come il primo (ed indimenticato) Anthony Rother a cui Divider deve qualcosa visto che, nel 2002, fu proprio il tedesco a volerlo sulla sua Psi49Net per l’emblematico “Electro Commando 1”. Con “Recombination” (composta oltre sei anni fa, intitolata “The Age Of Machines” ed inutilmente attesa sulla citata Psi49Net) si smuove la stessa miscela, con qualche reminiscenza in più rivolta al suono robotico dei Dynamix II. Per chiudere l’autore sceglie “M07H3R” intrisa di ambient. Non siate sospettosi nei confronti dell’electro idraulica: è solo musica da vivere e lasciar scorrere nel vostro apparato uditivo.

-Lucio & Pep “Jonny Petrucelli” -the remixes- (Elektrotribe): il brano dei fratelli campani (Lucio e Giuseppe Carpentieri) ritorna attraverso tre nuove rivisitazioni alle quali si sommano due bonus-tracks. Trattasi di “Capa Stort”, che riflette la classica vena micro-glitch-techno ingabbiata in un groviglio intenso di melodie cristalline e ritmi edificati ad incastro, e “For Friends”, un curioso (e gustoso) collage vocale che merita attenzione per quella crescita progressiva che tende a contaminarsi di accenti elettronici. Per quel che riguarda “Jonny Petrucelli”, la Tiari Cardbox e la Harnessnoise remix si equivalgono per la medesima pasta electro-house in stile BluFin mentre un punto in più spetta alla rilettura di Moog Conspiracy, più magnetica ed efficace anche per i dancefloors italiani del momento. Adesso il tributo per l’amico Jonny è completo.

-Plus 49 “Hymn Without Country” (Auric Enterprises): il duo tedesco formato da Simon Hof e Martin Lange Schöneich inizia la carriera in occasione del Popkomm del 1999 tenuto a Colonia. Da quel momento eleganza, raffinatezza e voglia d’osare si sono sempre ben bilanciati in un pop anticonformista ben lontano dalle stupiderie che spesso ci riserva il mercato di oggi. Degno follow-up di “All The Beautiful Things” uscito nel 2005, “Hymn Without Country” abbraccia echi lounge (“Plain”, “Truth 1.0”, “Maybe This Comes Too Early”, “Season In My Heart”), il funk vivace (“Trojan Sharks”, “Truth 3.0”), un pò di indie (“Yesterday Was Sunday”) e sferzate di puro alternative-pop messo bene in mostra da “Western #1” e la splendida “Do Not Reply” prodotta con Nico Raschke. Non manca nemmeno la nota ambient concretizzata intorno ad “How Insect Took Off” e la title-track. Quello dei Plus 49 è un lavoro situato idealmente tra le invenzioni più acute di Matthew Herbert e la musicalità del più recente Alex Gopher slegato dai semplici canoni della musica da ballo.

-Rex The Dog “Circulate” (Kitsuné): ma che bello il nuovo Rex The Dog, per fortuna dissimile dai vecchi “Frequency” e “Prototype” che lo portarono al successo internazionale tre anni or sono. Per l’occasione Jake Williams intende farci riscoprire il suono retro (“Circulate”), un pò italo-disco ed un pò british-rock spruzzato da una ventata di new-wave, non eccessivamente romantica ma indubbiamente d’effetto. Da “Italian Blond” invece emerge un motivetto che una volta entrato nel cervello non sarà facile scacciar via. Oscillazioni quasi minimali e qualche suono da flipper ‘palleggiato’ nella ritmica renderà questo Kitsuné #056 (di già?) un acquisto potenzialmente valido anche per chi solitamente ha preferito scartare i prodotti della prolifica etichetta franco-nipponica nata nel 2003.

-Aa.Vv. “Altroverso Vol. 7” (Altroverso): la nuova ‘compila’ del Dj Misk continua l’affascinante viaggio all’interno di suoni moderni e ritmi tech-house all’insegna di un ibrido nato dalla commistione e sovrapposizione di più generi musicali tenuti, per troppi anni, ermenticamente lontani. Oggi house e techno dimostrano di avere più di qualche punto in comune e la teoria trova ampio riscontro in una tracklist ben assemblata in cui sono incastonate, come pietre preziose, le tracce di Misc., Hardfloor, Troy Pearce, Da Fresh, Gabriel Ananda, Stewart Walker e molti altri. In mezzo alle materie da ballare si ritrovano anche esempi neo-trance (Remo e Chaim) avvinghiati a piante carnivore che si rizzano in presenza di Francesco Passantino, ‘scultore’ di beats e linee electroidi seminali. Per ulteriori info cliccate su www.altroverso.net.

Electric greetz

DJ GIO MC-505

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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