Tyson – After You’re Gone (Back Yard Recordings)

Non si è ancora capito chi ci sia dietro Tyson, nonostante il clamoroso hype ottenuto con “Die On The Dancefloor”, un white label stampato forse per gioco su un vinile dallo spessore quasi ridicolo (al limite del risparmio!) ma finito ugualmente nelle grazie di Trevor Jackson, Chromeo, Daniel Wang, Azari & III, Pilooski, Inflagranti ed altri ancora. Si vocifera sia un producer londinese intenzionato a mantenere segreta l’identità e magari anche il suo volto. Tra le poche cose certe c’è sia il nome del suo produttore, Martin Dubka, già bassista per i Cazals (vedi Kitsuné Music), sia la label che si è accaparrata i suoi brani, la Back Yard Recordings, la stessa dei Chromeo e The Gossip. “After You’re Gone” è un buon pezzo, inquadrabile in contesti Disco Funk sottolineati da un palpitante basso ed un kit di batteria decisamente old school, che continua a pagare il tributo ai compianti Patrick Cowley e Sylvester, probabilmente i mentori dell’artista. Joe Goddard (quello degli Hot Chip) confeziona un blocco Electro House non molto raffinato, forse perchè fondato su un’idea poco definita e che pecca, in alcuni punti, di semplicismo. Più appassionato è il remix di Solo, che vira verso una piacevole House contraddistinta da aperture di pads alati ed un pizzico romantici. La mia preferenza cade però sulla versione di Legowelt, che ritorna sui percorsi Obscure Disco che lo resero popolare quasi dieci anni fa (“Disco Rout”), nonostante non possa affermare di trovarmi di fronte ad una delle sue riletture più riuscite. Su Tyson il mio giudizio resta un pò indeciso: non ho ancora capito se abbiamo a che fare con un talento o con una semplice operazione mediatica a cui le etichette inglesi ricorrono spesso per gonfiare d’aria progetti il cui interesse artistico oltrepassa di poco la soglia della sufficienza. Vedremo e, soprattutto, sentiremo.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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