Logotech – Prehypnotic EP (The-Zone Records)

Dopo trenta release in formato digitale, la romana The-Zone Records apre i battenti della sua serie in formato vinile 12″, la The-Zone Records LTD. La prospettiva è Techno, itinerario battuto dalla maggior parte delle pubblicazioni edite sinora, e non offre alcun appiglio ad erronee interpretazioni. Il prescelto per questo primo EP su plastica circolare è l’italiano Logotech, e trovo la cosa apprezzabile, perchè bisognerebbe iniziare a scommettere e rivalutare il prodotto nazionale e smetterla di celebrare passivamente quel che giunge d’oltralpe. “Prehypnotic” è un brano che sembra nascere nelle nebbiose brughiere scozzesi, lì dove la fitta nebbia impedisce di vedere oltre il mezzo metro. Da quel fumo esoterico prendono man mano vita gli elementi ritmici, che si fondono l’uno nell’altro e creano il groove, un’incessante flusso fondato sull’ipnosi, smorzato da un lungo break centrale in cui si enfatizzano quelle righe nebbiose di cui si parlava prima. Per il resto è un martellio continuo, tipico della Techno più oscura e lacerante che negli anni Novanta si suonava nei club berlinesi (Tresor su tutti). Tre i remix a disposizione: Samuli Kemppi, dalla fredda Helsinki, ci manda una versione ben piallata nella sezione ritmica, e lasciata ondeggiare sul sottile gioco dei ride ed hihat che crea un effetto coinvolgente, rimembrando vecchi esperimenti dei Pan Sonic. L’americano Audio Injection invece preferisce infondere più dinamismo, ricorrendo a loop stretti in una morsa che non lascia scampo. Altrettanto fanno gli inglesi Space DJz (Ben Long e Jamie Bissmire), all’attacco attraverso un reticolo di percussioni montate ad arte, una sorta di gong che segna il tempo, i ride passati nell’effetto echo, ed una scia di influenze astrattiste in stile Warp, a completare più che egregiamente un quadro dedicato alla Techno del nuovo millennio.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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