Legowelt – The Paranormal Soul (Clone)

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Danny Wolfers e’ tra quelli che non hanno mai perso la propria integrita’ artistica. Anzi, col passar del tempo l’ha potenziata ed arricchita con nuove sfumature. Certo, chi adorava l’Electro Disco di “Pimpshifter” o “Wirtschaftswunder” dovra’ farsene una ragione: il passato e’ passato, e quando replicato troppo finisce col perdere la sua magia. Quindi largo alle novita’, che ad onor del vero l’olandese ha gia’ spalmato sulle sue innumerevoli produzioni siglate con altrettanti pseudonimi, ma che in questo imminente album si fanno ancora più forti e nitide. “The Teac Life”, del 2011, aveva introdotto al nuovo mondo legoweltiano, dominato ancora dal gusto e dal fascino per l’arcano, ma stilisticamente meno grezzo, più pulito, più lindo nella programmazione del ritmo. “The Paranormal Soul” riprende il discorso lì dove il precedente l’aveva lasciato, insubordinando tutte le caratteristiche che la Techno/House dell’occhialuto de L’Aia ha declinato negli anni, ma irrorandole con nuove attitudini. Le atmosfere sinistre, immerse nelle spy story anni Settanta (ricordate Venom 18?) dominano “Danger In The Air”, sconfinando in “Clap Yo Hands”, con un telaio di House minimalista avvolta in un lenzuolo di pad oscuri, anche questa volta da film poliziottesco. Con “Elementz Of Houz Music” intraprende una via più romantica, dove ben risalta un ricamo flessuoso di arrangiamenti melodico-armonici che giocano sul fattore emozionale. Sono gli hihat dal disegno irregolare e sincopato a creare un buon contrasto. Irrigidendo il suono e direzionandolo verso le Techno ottiene sia “Rave Till Dawn”, che non esclude la classica carica sviluppata con atmosfere combinate al ritmo in modo simbiotico, sia “Sketches From Another Century”, tra suoni di vecchi hit tipici dei Rave anni Novanta ed un basso quasi in levare. “On The Tiger Train” ci riporta sulla via maestra di Chicago, con un basso snodato e coordinato ad un assolo di fiati, a ricordare che questa è musica fatta di cuore ed anima e non solo di ritmo che stordisce. L’elemento soul ricorre pure in “Transformation Of The Universe”, che per certi versi rammenta la vecchia Obscure Disco ma resa più organica e palpitante di vita. In “Voice Of Triumph” i classici schemi ritmici della House vecchia maniera vengono inumiditi con una sottile patina Acid, che però non si rivela nella sua completa e dirompente sinuosità, contrariamente a quanto accade in “I Only Move For You”, dove il bassline mostra di più la sua natura seppur rincucciato in un angolo e coperto da ampie volte melodiche. Wolfers non si stanca, e con “Renegade Of A New Age” si rilancia ancora nella Techno, essenziale, asciutta ed abbracciata all’Ambient più impalpabile. Sfiorando l’Electro, sulle pareti di “To The Homeland” appiccica, quasi come una ventosa, una linea melodica evanescente su cui, progressivamente, innesta un’impalcatura di note e suoni cristallini. Non molto dissimile “On A Cold Winters Day”, che tira il sipario con una melodia epica, quasi struggente, posizionata sui 4/4 e che probabilmente qualche anno fa sarebbe rientrata in contesti Neo Trance. A conti fatti Wolfers continua ad incrociare vecchio e nuovo, ma non ottenendo più uno stile così anacronistico come in passato (e come il suo sito web). Techno ed House vengono declinate in molteplici forme, e ritengo che questo possa essere considerato il primo step nella nuova dimensione di Legowelt, probabilmente dominata da un uso maggiore di equipment digitale a scapito dell’analogico, così come l’artista ha dichiarato in una recentissima intervista. Fluenti melodie, un pizzico psichedeliche, mistiche e paranormali (come dichiara il titolo) continuano a torreggiare sulla sua musica, in costante evoluzione. Sarà disponibile da Novembre in CD, doppio vinile e digitale: a quanto pare le prime 1000 copie (chissà se tale tiratura verrà ulteriormente dilatata) conterranno un 10″ bonus in limited edition.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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