Legowelt, F. Mavelli – Special Brigade (Bunker Records)

Legowelt. F. Mavelli - Special Brigade Pur restando sopra la qualità media dei prodotti in circolazione, il Legowelt degli ultimi anni non sta aggiungendo sostanziali novità a quanto già espresso in passato. La sensazione è di assistere alla riproposizione di fortunate formule che hanno sdoganato il suo nome ad un pubblico sempre più numeroso, ma in questo discorso non rientra il disco in questione. Ad onor del vero non si tratta di una novità a tutti gli effetti, giacché i sei brani incisi sul 12″ provengono dall’Album omonimo che il compositore dei Paesi Bassi firmò come Florenza Mavelli e rilasciò nel 2009 sulla sua Strange Life Records in formato CDr. Probabilmente è stata la scarsissima reperibilità a convincere Guy Tavares a riproporlo, seppur parzialmente, a cinque anni di distanza. Con un concept legato ad un’ipotetica pellicola incentrata su atti terroristici che sconvolsero Milano nel 1981, Wolfers scrive la soundtrack che accompagna le gesta di una brigata speciale, capitanata da un tal Jack, in lotta contro la criminalità. Eccelso il risultato, sospeso tra echi di goticismo horror e sciabolate thriller che riportano diretti a John Carpenter. In particolare è in “Polizia Action Chase Of Blood” che l’artista de L’Aia fa sfoggio della sua indubbia abilità nell’evocare particolari emozioni legate al classico gusto cinematografico. Il resto rimanda ad altre fantasiose e moltepici impersonificazioni sonore (Venom 18, Nacho Patrol, Squadra Blanco, Franz Falckenhaus) che nel corso degli anni hanno fatto di Danny Wolfers un eroe di altissimo profilo, tra i pochi a vantare un repertorio tanto vasto quanto creativamente ricco. L’unico rammarico è non poter contare su un package degno di questo nome: Bunker Records è adagiata, ormai da anni, sul rozzo formato White Label con grammatura minima, e l’assenza della copertina sottrae anche il piacere di leggere i titoli dei brani ed eventuali crediti. Tutto ciò non invoglia e non motiva l’acquisto in un periodo decisamente non propizio per il vinile, seppur i contenuti non tradiscano quasi mai le aspettative.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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