Frederic De Carvalho – Freak! – The Best Of My Hard Drive (Police Records)

Frederic De Carvalho - Freak! In un mare di pubblicazioni che sembrano fuoriuscire dal passato (prossimo e remoto), c’è anche chi staziona a metà strada, come Frederic De Carvalho, oggi in forze alla Police Records di Fred Gien. Nato nel 1981, il DJ/produttore franco portoghese fa un consuntivo della sua discografia iniziata intorno alla metà del decennio scorso raccogliendo, in un CD, le tracce più rappresentative provenienti dai cataloghi Coco Machete, Boxon, Platten Pussy, Dusted Decks, Absolut Freak e No Sense Of Place, nell’altro i remix. Ma andiamo per gradi. Il primo si apre con “Girl”, una specie di collage tra i Justice e i Daft Punk di qualche tempo fa a base di Electro Funk modernizzata e sporcata nel distorsore. La formula non viene scombinata per “Space Cowboys”, ancora col featuring di CS Rucker, Hip House del nuovo millennio. Sprazzi Hip Hop si ritrovano anche in “Amanita”, ma qui rafforzati da stilemi Electro House, che poi sono gli ingredienti fondamentali di molti altri brani della playlist, come “Higher State Of Grace” (in compagnia di Play Paul), “Marina Nightwalker”, “Chicken Mastah” e “Radio Freak”. “Rock Star” si riaggancia al post Electroclash, “Pod-O-Logy” lavora sulle onde quadre, “You Can’t Stay Right Here” (con Slapstick) mette al centro il riff di “Trans-Europe Express” dei Kraftwerk, “Snails” (affiancato da Ulysses) destruttura la Techno incastrando voci nel ritmo come se fossero tessere di un puzzle, “Rocket” rispolvera il sample vocale tratto da “Take Me Up” dei Soundsource che fece la fortuna dei Lock ‘N Load nel 1999. Da non sottovalutare l’Electro Disco di “Out Run” (forse un tributo al mitico gioco del 1986?). Come anticipato poche righe fa, il secondo CD è destinato a raccogliere i remix, ben quindici, tra cui si segnalano quelli di Tomas Andersson, vibrante e tagliente, di Xinobi, in cui convergono Disco e Funk piacevolmente stilose, di Jan Driver, per tener fede al Nu Rave, e di David Carretta, col suo immancabile tocco Techno tinto di EBM. L’artwork (e il booklet/poster) è di The Zonders, nome già noto nel circuito Synthwave, mentre il master è del citato Jan Driver. [Giosuè Impellizzeri]

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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