DJ Overdose – Master Control (Viewlexx)

DJ Overdose - Master Control Di tanto in tanto la Viewlexx riappare nei negozi di dischi: nonostante l’attività produttiva si sia diradata parecchio, la main label di I-F resta uno dei punti di riferimento per i cultori di un certo modo di intendere l’Electro. DJ Overdose, esponente della scuola olandese che mette insieme Electro d’altri tempi e Disco sintetica (con qualche rimando all’Italo – vedi progetto parallelo Dream Disco), si è fatto conoscere attraverso poche ma miratissime pubblicazioni su etichette dal poderoso background (Strange Life, Crème Organization, Monotone, Lunar Disko) e questo “Master Control” conferma le sue intenzioni. “Timewave Zero” apre le danze e lo fa con un piglio decisamente Retro Disco, modulato con quella tipica malinconia che ha contraddistinto svariate produzioni olandesi del reticolo Clone uscite nell’arco dell’ultimo quindicennio. Una melodia eseguita con un sintetizzatore d’annata, un basso rotolante, accordi e poco altro: gli elementi sono limitati ma tutti collocati al posto giusto. Gli ingredienti restano i medesimi in “Errorless Computer” ma a variare è la griglia ritmica, qui fatta di sincopi tipiche dell’Electro/Hip Hop. L’atmosfera si incupisce in “Blacklight” ed anche il beat appare più nervoso, insieme ai suoni squadrati e più imperiali. La title track, “Master Control” prosegue nello stesso solco, smuovendo ambientazioni sinistre e meccanicismi tipici della scuola Electro. Segue “The Girl In Trouble”, con l’aggiunta di voci fuori campo e micro melodie in stile Dopplereffekt, e si conclude con “Human=On-01”, in cui il DJ dei Paesi Bassi dimostra di saperci fare anche in area soundtrack. I battiti della cassa diventano punti di appoggio per una serie di effetti liquefatti su cui troneggia un’imponente linea melodica dominata ancora da quella melanconia struggente adatta ad una pellicola sci-fi. Per gli amanti del genere è un acquisto da poter fare anche a scatola chiusa. [Giosuè Impellizzeri]

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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