Alex Bau – Musick (Credo)

Alex Bau - Musick Esponente Techno di lungo corso, Bau incide il nuovo album sulla propria Credo e parte da un concetto tipico dell’era che viviamo: il valore della musica misurata dai “like” su Facebook, dai retweet su Twitter e dalle visualizzazioni su YouTube. Tutto ciò lo fa sentire “sick”, ed ecco svelata la ragione del titolo. Mettendo da parte le considerazioni etiche, il lavoro viaggia a due velocità: da un lato componenti energiche, dall’altro riflessi di luce fioca. Si parte nel buio di “Voise Over”, intro Dark/Dub spettrale ed orrorifico su cui si innestano i beat di “Ringlebell”, in cui l’autore si diverte nel grattugiare gli hihat per poi fonderli in un flusso ritmico costante, smorzato solo dalle minimalizzazioni strumentali che contraddistinguono pure “Alarma”. Un guizzo di energia si avverte quando suona “Voise Pt 1”, con cui pare di (ri)ascoltare il Terence Fixmer più battagliero dei primi anni Duemila, tra echi Industrial/EBM al vetriolo e voci fuori campo. Il Pt 2 si configura come una sorta di beatless version. In “Escalation 385” il Noise sposa la Techno, sporca, grezza, rude, raw come si dice in gergo, spogliata di ogni orpello. Insomma, rumore trasformato in beat da ballare. Più “intrippata” e mentale risulta “Bassmati”, seppur scorra in modo troppo lineare e basico. Con “Bassmamba” ritorna l’istinto animalesco della Techno EBM ma che non deflagra mai con la potenza fixmeriana, è come se Bau avesse inserito la sordina. “Pulse” ci lascia immergere nel Dub ritmicamente sconnesso, prima di imbarcarci su uno shuttle in direzione spazio: “Down From Space” garantisce oltre tre minuti di fluttuazione ambientale che si rivela l’intro per “Back To Space”, una Techno “viaggiosa” che in dieci minuti declina le atmosfere della Trance dei primi anni Novanta, quella che spingeva l’ascoltatore in un limbo surreale. Unico neo: la praticamente assente variabilità cromatica dei testi in copertina permette a stento di capire cosa sia scritto sopra. [Giosuè Impellizzeri]

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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