Cassius – Cassius 99 Remixes (Cassius Records)

Non temo smentite dicendo che i Cassius (Philippe Zdar e Boom Bass) sono tra quelli che hanno contribuito più attivamente alla nascita e allo sviluppo del cosiddetto French Touch, un tempo definito anche Nu Phunk nonchè Disco del Duemila. Se vi siete persi quel passaggio fondamentale, nato nella seconda metà degli anni Novanta ed esploso commercialmente a cavallo tra i decenni (e il millennio), probabilmente il sound dei Cassius vi suonerà strano e strambo, e queste due nuove versioni del brano ritenuto a ragion veduta un classico, non potranno che farvi esultare. Già, perchè il sound dei Cassius è stato sempre divertente, a volte addirittura scanzonato, pieno di brio e vitalità. La loro corposa discografia, costellata da hits mondiali spesso entrate nella quotidianità poichè utilizzate per spot televisivi, continua ad espandersi e non sembra conoscere momenti di stanca. A poco più di dieci anni dalla rivelazione commerciale (ottenuta con l’album “1999”, trainato dal brano in questione) il duo francese ritorna sui suoi passi ma non perchè privo di idee per proseguire a scrivere la propria storia, ma unicamente per celebrare quella che è diventata una pietra miliare della discografia Disco House made in France. Col primo atto della serie Cassius Gold (che a quanto pare nei mesi a seguire ci proporrà rivisitazioni di altre hits indimenticate e a volte ancora programmate in radio come “Feeling For You”, “La Mouche”, “The Sound Of Violence” e “Toop Toop”) la mitica “Cassius 99” torna a splendere. Nuova luce è donata ad essa grazie alla versione di Tim Green, che limita il suo intervento all’aggiornamento della sezione ritmica, e a quella più entusiasmante ad opera dei milanesi Reset!, che velocizzano l’andatura edificando sui nuovi beats un autentico concentrato di Funk Disco spezzettata, sulla falsariga di quel che siamo soliti ascoltare nei dischi di Boys Noize, Siriusmo e Shir Khan. A completamento di tutto l’Original Mix rimasterizzata (evidentemente è stato possibile apportare migliorie ad brano apparentemente perfetto dal punto di vista tecnico). Per la serie: a volte ritornano, con furore. Ps: non riesco proprio a capire il motivo per cui si ostinino ad attribuire erroneamente il sample utilizzato a “Love Is Just A Breath Away” di Donna Summer, visto che è stato ampiamente appurato che il brano da cui hanno tratto ispirazione è “(If It) Hurts Just A Little”, della stessa cantante. I credits in copertina, dopo una decade, andrebbero aggiornati!

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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