Francisco – LineaBeat Vol.1 (Slow Motion Records)

Francisco - Lineabeat Vol. 1 Per il primo episodio di LineaBeat, la Slow Motion recluta Francesco ‘Francisco’ De Bellis, già protagonista di due numeri del catalogo, “Disco Wizard” e “Nero”. Ancor prima di ascoltare mi sono soffermato sulla copertina: colori pastello, un font che ricorda i tempi dei paninari, una linea zigzagante che proietta visivamente il concetto di LineaBeat (che sia una linea smossa dall’aria dei subwoofer?). Tutto ciò evoca un mondo lontano, dimenticato, raggiungibile solo con la memoria o immergendosi nei mercatini in cerca di bric-à-brac. Il DJ capitolino ci ha abituato a trip che puntano sulla retrodatazione, sin dai tempi di MAT101 e Jollymusic in coppia con Mario Pierro, ma altrettanto accadde con l’Album solista edito nel 2005 proprio a nome Francisco, “Music Business”, con cui si ristabilì il contatto persino coi giochi da tavolo. La sua “retromania” (Simon Reynolds docet), insomma, non è il frutto di un temporaneo escapismo per trovare riparo nel più rassicurante passato, ma il desiderio di ri-creare, non con scopo replicativo ma riepilogativo, dimensioni sonore impolverate. Ed eccolo all’opera, in tandem con Cosimo ‘Cosmo’ Mandorino, su “Too Much Love”, House a metà strada con l’Italo Disco accarezzata da romantici pad e da sensuali vocalizzi che ne fanno uno squisito dolcetto balearico dentro cui trovare, così come la ciliegia in un noto cioccolatino, una serie di sample d’annata (tra cui uno strappo del “Pump Up The Volume”) e micro declamazioni effettuate con quello che parrebbe l’indimenticato Speak & Spell. L’abilità di De Bellis viene ben evidenziata pure da “Take It”: nella circonferenza di un basso rotatorio moroderiano entrano classici elementi Funk che tributano la Soul/Disco di fine anni Settanta (avete presente brani come “Run To Me” di Elaine Overholt o “Super Elton” di Paul Vincent?). Il tutto messo in loop su un solido blocco di groove quaternario, che fa battere il piede a ritmo e muovere implacabilmente le chiappe. [Giosuè Impellizzeri]

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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