John Heckle – Blues For A Red Giant (Lunar Disko Records)

John Heckle - Blues For A Red Giant Per destarsi nuovamente dal torpore la Lunar Disko interpella John Heckle, tra gli artisti che negli ultimi anni hanno mostrato di aver appreso meglio la lezione di Chicago e Detroit ma che nel contempo lavorano sodo per non apparire semplici epigoni/imitatori. Con una sfilza di pubblicazioni sparse su Mathematics, Tabernacle, Crème Organization, MOS, Midnight Shift e Scenery, il DJ di Liverpool non bluffa rimorchiando remixer di grido o furbi sample che possano garantirgli in qualche modo la visibilità a cui oggi in troppi ambiscono. Prendete “Bon Voyage” dove l’Italo Disco collassa in un combo Techno/House polveroso, sporco, quasi traxxiano: probabilmente il brano nasce come desiderio di ripercorrere la strada su cui gli eroi di Chicago trent’anni fa crearono un nuovo suono, e per questo non mancano neppure echi New Wave/Synth Pop dei primi Depeche Mode oltre a qualche virgulto legoweltiano. Con “Red Giant Encounter” Heckle si inasprisce e si avvicina a lidi Techno ma anche a rimembranze EBM col basso severo di fixmeriana memoria e a certe digressioni Noise che appaiono sullo sfondo. E “Drunken Organ”? Seppur duri appena un minuto e mezzo, e quindi obiettivamente è solo poco più di un interludio, si tratta di un vero tributo alla House chicagoana, con un beat generato da una vecchia drum machine encodato volutamente a bassa qualità, cucito ad infiltrazioni Disco/Funk/Jazz, a riepilogare quel che fecero Jesse Saunders, Farley “Jackmaster” Funk, Joe Smooth ed altri indimenticati miti della città del vento. Con “Collective Intelligence” ritorna sul sentiero della Techno, spingendo i suoni al limite, distorcendoli, disintegrandoli e dando ad essi riflessi metallici. Chiude in bellezza con “Implications Of Meaning”, elaborando una fusione tra Techno ed House, scorporando elementi da una e reimpiantandoli/reinnestandoli nell’altra in una tantrica sovrapposizione. Un’ulteriore prova della capacità di Heckle nel bilanciare ricerca ritmica (prendendo a frustrate la banalità) e stimoli melodici usati come mezzo di raccordo. [Giosuè Impellizzeri]

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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