INTERVISTA A CASCO di Giosuè Impellizzeri – 01/02/2K5

Storico dj-producer italiano, Salvatore Cusato è uno degli artefici del progetto Casco, riproposto negli ultimi mesi dalla belga Radius in una nuova veste confezionata dai finnici Bangkok Impact e Putsch ’79. Pietra miliare del fenomeno nostrano dell’italo-disco risalente agli inizi degli anni ’80, Cusato approda sulle pagine internettiane di Technodisco con un’intervista che ripercorre la tortuosa strada dell’attività del dj iniziata negli anni ’70 e proseguita nei decenni a seguire. Tra ricordi ed interessanti nuovi propositi, il simpatico Salvatore svela i retroscena che lo hanno riportato a calcare le scene europee con l’indimenticato progetto Casco…Ciao Salvatore e benvenuto sulle web-pages di Technodisco. Per fare un sunto, pur limitatissimo, della tua vita trascorsa nella musica servirebbero decine di giorni. Puntiamo invece i riflettori solo sugli esordi, risalenti agli anni ’70. Quanto è cambiata la scena dei clubs rispetto a quel periodo ??
"Qui Technodisco, Dj Matusalemme on-line !! Scherzi a parte, correva il 1971 quando ricevetti il primo cachet da dj in discoteca: ben 1000 lire ed un Martini rosso. Ovviamente l’impatto non fu dei più esaltanti soprattutto perchè il dj era considerato una sorta di juke-box che doveva accontentare le richieste della gente. Spesso il pubblico non esitava a passare a maniere più convincenti per far girare i 45 giri più in voga senza che nessuno potesse intervenire. Credo che la differenza sostanziale tra la scena odierna e quella degli anni ’70 sia rappresentata della sicurezza: in quel periodo rischiavi la vita (per misere paghe di 5/10 mila lire) sia a causa di spostamenti con automobili a dir poco ridicole (io ad esempio possedevo una 600 verde strapiena di adesivi per coprire le varie ‘pacche’ e col radiatore sempre incandescente) che per il manipolo di facinorosi della provincia di turno che avevi modo d’incontrare un pò ovunque, pronti in ogni momento ad assalire la cabina insultando il malcapitato dj. I colleghi di oggi invece, a parte la Guardia di Finanza che li attende fuori per verificare l’eventuale presenza di cd piratati, non rischiano molto e riescono ad esprimere il loro talento nella migliore delle maniere. Credo che la situazione dei clubs sia migliorata moltissimo facendo guadagnare punti anche alla musica"

Vivi in Svizzera da diversi anni: ritieni che la scena d’oltralpe sia più vivace ed interessante rispetto a quella dello stivale tricolore ??
"Ritengo che gli italiani siano stati sempre all’avanguardia nei suoni e nelle tendenze. Non dimentichiamo Giorgio Moroder che è italianissimo … tanto per citarne uno a caso. La mia presenza in questa pacifica (nonchè desolata) landa svizzera circondata da mucche e monti è dovuta solo alla mia casa. La cosa più interessante che trovo è l’attraversamento delle strisce pedonali. Oltre alla Street Parade e al Dj Bobo della popolare "Chihuahua", l’unica cosa vivace che appare all’occhio del visitatore in Svizzera sono le caldarroste di questo periodo"

Nell’ormai lontano 1983 iniziavi la tua attività da produttore discografico con l’indimenticato Carlo Favilli (R.I.P.) e Stefano Zito. Il primo grande risultato fu "Cybernetic Love" firmato con lo pseudonimo Casco, pezzo techno-pop che ricalcava le orme del sound di Giorgio Moroder. Cosa ricordi con maggior piacere di quegli anni ??
"Credo che il 1983 sia stato l’anno più importante per l’italo-disco, così ribattezzata dal grande Bernard Mikulski fondatore della Zyx. Allora mi dividevo tra i sets (già molto elettronici) nelle discoteche piemontesi e greche che mi regalavano forti scambi di energie. Anche la scena romana di allora godeva di una forte positività: uno su tutti l’indimenticato Carlo Favilli che, grazie al suo impareggiabile fiuto, diede luce ai progetti BWH e Casco. "Cybernetic Love" fu voluto proprio da lui. Era con Carlo che condividevo l’amore per il sound inimitabile di Moroder che ebbi il piacere di conoscere personalmente durante gli anni ’70"

Hai vissuto in pieno il fenomeno della musica elettronica, iniziato (forse) coi Kraftwerk e poi evolutosi e diffusosi in tutto il mondo. Chi ritieni che sostanzialmente abbia aiutato questo genere musicale nel farsi strada ??
"Indubbiamente la scuola teutonica che ruotava attorno ai primi Kraftwerk ma il principe incontrastato delle sperimentazioni e fusioni dei primi Minimoog fu Giorgio Moroder che riuscì a vendere tre milioni di singoli con progetti in cui il Moog la faceva da padrone. Ormai era una consuetudine far suonare il refrain col Minimoog interfacciandolo ad un giro di tastiere disco e ciò accadde molti anni prima che cominciasse la sua carriera all’interno della ‘disco’. Ovviamente dietro Giorgio c’erano ingegneri del suono (come Harold Faltheimer) e co-writers del calibro di Bellotte. Purtroppo, all’inizio, Giorgio non era capito ed apprezzato in Italia e così, approfittando della vicinanza geografica di Monaco di Baviera (era originario di Ortisei) andò a far valere altrove le sue idee. Una vera fuga di cervello da cui ne trasse vantaggio e gloria proprio la Germania"

Giusto qualche mese addietro il progetto Casco è tornato a calcare le scene europee grazie ad una release voluta dalla belga N.E.W.S. su Radius Records. Il disco contiene, oltre alle Original di "Stop" e "Living Up", due inediti remix ad opera dei finlandesi Bangkok Impact e Putsch ’79. Come è nata l’idea di riproporre il cult degli ’80 ?? Hai scelto personalmente i remixer ??
"Il resuscitato interesse per il progetto Casco in realtà è dovuto in primis agli spagnoli (senza togliere nulla alla belga N.EW.S.). Il dj-giornalista-agiografo Javier Blanquez, autore del memorabile book best seller "Loops: Una Historia Della Music Electronica" parla ampiamente di Casco per le invenzioni elettroniche di "Cybernetic Love" (a pagina 136) e, con l’uscita di questo volume, la Blanco Y Negro mi contattò per richiedere la licenza dei brani collegati al progetto informandomi che c’erano in giro dei vinili bootlegs, oltre che di "Cybernetic Love", anche di "Stop/Livin Up" a cura di specialisti del genere in Olanda e negli States. Mi invitò quindi a ripublicarli ufficialmente in ‘I Love Synthesizer". Poi fu la N.E.W.S. a richiedermi di rilanciare BWH: non mi pareva vero poiché questa era la promessa fatta al buon Favilli (viste le mie peregrinazioni internazionali) di curargli personalmente la rinascita del progetto "Stop/Livin up" sotto una nuova veste. Ai belgi, sempre attenti alle nuove tendenze, proposi di realizzare un remix totalmente risuonato (in sostanza una cover) dei due brani dell’e.p. ora in circolazione ma il primo risultato da loro propostomi non fu proprio incoraggiante sebbene fu inserito nella compilation electro di successo "Disco Death" curata da Ivan Smagghe dei Black Strobe. Stefan Vanderberghe, il label manager della N.E.W.S., mi promise di rifarsi vivo a breve con un risultato più credibile e così fu: scelse due producers finlandesi molto noti nel circuito electroclash olandese: Bankgok Impact e Putsch ’79. I brani sono stati totalmente risuonati ed ora il progetto rivive con i suoni giusti e più adatti ai canoni attuali (pur conservando il sapore italo-disco). I crediti originali dell’ ’83 sono stati rispettati come del resto le versioni originali che ritengo memorabili !! Questo lo considero un investimento per dare corpo e vita al personale desiderio di non lasciar morire le idee di un collega scomparso. Questo mi dà la forza di continuare con entusiasmo il progetto ora sotto tutela N.E.W.S."

L’avventura con la Radius iniziò già nel 2003 quando la storica "Cybernetic Love" fu selezionata da Spacid nella compilation "Theme From Radius". Come mai il progetto è andato a finire nel catalogo di una label estera e non in quello di una italiana ??
"Per me, che ne sono l’autore, ripartire dall’Italia o da Timbutù non riveste una particolare importanza. Il fattore sostanziale è partecipare in nome della italo-disco. A questo proposito grazie Spacid"

Il 1985 fu l’anno di nascita della Sco Records, la tua personale piattaforma. Ti è mai venuto il mente di riportarla in vita, magari in un momento come questo in cui l’italo-disco sembra essere così tanto ricercata ??
"Cosa fai adesso, mi leggi nel pensiero ?? ;o)"

Molte attuali produzioni estere ‘prelevano’ samples e campioni dalla datata italo-disco. Tutti fuorchè i producers italiani che sembrano aver completamente dimenticato la creatività che invece li contraddistingueva vent’anni addietro. Come mai accade ciò secondo te ??
"Se da una parte, a riprova di quanto tu affermi, l’esempio più eclatante è il progetto tedesco Masterblaster dall’altra penso che sia un onore per noi essere copiati e rinvangati: non vedo dove stia il problema se questo lo fosse. D’altro canto non mi pare che i producers italiani abbiano perso la creatività: in quanto a samples e campioni non siamo secondi a nessuno sebbene, come tu stesso asserisci (giustamente), non preleviamo più dal patrimonio nostrano italo-disco"

Chi sono, tra gli attuali producers, quelli che ti hanno colpito maggiormente per la loro inventiva ??
"La lista potrebbe essere molto lunga e per questo motivo preferisco ridurla a soltanto due nomi. Trevor Horn, col quale la botta mondiale è sempre dietro l’angolo allorchè si decida di mettere le mani su un progetto a lui proposto (e ciclicamente questo succede ogni paio d’anni da più di vent’anni). Tra i nostrani invece me ne viene in mente uno solo: Larry Pignagnoli. Lo ritengo il numero uno della dance mondiale attuale"

La tecnologia si evolve velocemente e, da sofisticati e costosi studi di registrazione, siamo passati a semplici programmi software che possono emulare un’orchestra vera e propria. Credi che la musica prodotta esclusivamente coi software soppianterà definitamente quella scaturita dagli hardware ??
"E meno male per noi dj produttori della bistrattata dance !! Oggigiorno, con la riduzione dei costi si assottigliano anche gli introiti vista la grande crisi. Per questo motivo si viene a creare un bilanciamento dei valori che aiuta molto e che ci fa ben sperare"

Ritieni che i files mp3 costituiscano un grosso impedimento nonchè fattore di crisi per il panorama della musica internazionale ??
"Anche qui ci sono pro e contro. Non sono contro la diffusione degli mp3 su internet poiché lo ritengo un valido supporto promozionale ma da qui a delinquere ce ne passa !! Dare addosso soltanto al download illegale per mascherare una crisi del settore dovuta ad un accanimento nel continuare a promuovere cadaveri eccellenti (quali Sanremo) mi pare poco onesto. Chi tra i lettori di Technodisco riesce a canticchiare un motivo dello scorso Festival scagli la prima pietra !! Cominciamo con l’abolire le spese pazze per un inutile e quanto mai anacronistico Festival di Sanremo e vediamo poi come la Fimi e le varie Associazioni settoriali ne reclameranno la mancanza l’anno seguente …"

Siamo al termine: lascia un messaggio a tutti gli amici di Technodisco.
"Grazie innanzitutto a te Giosuè per l’invito: sono onorato di essere apparso tra i tuoi guests. E grazie a tutti gli altri per aver condiviso questa piacevole conversazione tra amici cibernetici. Salvatore Cusato alias Casco"

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