Intervista ai Dirt Crew di Giosuè Impellizzeri 15/11/2006

Dietro il progetto di successo Dirt Crew operano l’olandese Peter ‘Break 3000’ Gijselaers e il tedesco Felix ‘James Flavour’ Eder. Emersi già da diversi anni grazie a molteplici esperienze discografiche vissute da solisti su labels come Highgrade, Brique Rouge e Meuse Muzique, nel 2004 decidono di unire le forze e dare avvio ad una nuova avventura marchiata Dirt Crew nella quale crede subito la My Best Friend di Colonia. Il sound personale, divenuto presto marchio di fabbrica, è un singolare impasto tra la datata chicago-house e le moderne influenze electro esposto (con risultati meno eclatanti) attraverso Sweet Slave apparso per la prima volta sulla Lasergun di Savas Pascalidis. E’ il 2005 l’anno di consacrazione per il duo che, grazie ad hits internazionali come "808 Lazerbeam", "Largo", "What You Want" e "Domino", entra nel circolo dei ‘big names’ macinando serata su serata e raggiungendo gli angoli più lontani del globo.L’attività diviene frenetica anche come remixer visto che fioccano richieste da nomi come M.A.N.D.Y., Hansen & Dj Daniel, Anja Schneider, Hoel James, Sasse, Metrika, Linus Loves e i danesi WhoMadeWho guidati dal batterista Tomas Barfod. A coronamento di due annate tempestate di successi i Dirt Crew rilasciano anche la prima raccolta in cd, "The First Chapter", che riassume le tappe salienti di un itinerario fortunato che continua a dare i meritati frutti pur non cavalcando passivamente le mode.

Ciao Peter, ciao Felix. Mettiamoci comodi e parliamo del vostro amore per la musica elettronica.
"Ciao Gio ! Entrambi veniamo da una giovinezza trascorsa nell’ascoltare molti stili musicali. Peter (Break 3000) ha mostrato preferenze per l’industrial, l’electro, la new-wave, l’ebm e la techno belga mentre Felix (James Flavour) ha seguito l’hip-hop, l’electrofunk, l’afro e tutta la scena americana della deep-house, la chicago e la detroit-techno"

Avete esordito come Dirt Crew portando alla ribalta uno stile ribattezzato ‘dirty-house’. Di cosa si tratta ?
"Mmm, è un pò difficile descrivere il nostro sound. Sicuramente c’è la presenza della minimal-funky-house miscelata ad una buona dose di house retro. Il tutto poi viene assemblato in chiave ‘dirty’ … siamo stati abbastanza chiari ? :o)"

Quando avete deciso di unire le forze per creare il progetto Dirt Crew ?
"Tutto è iniziato alla fine del 2003 quando avevamo avuto l’idea di mostrare alla gente un sound che fosse un pò diverso dalla solita techno che all’epoca si produceva in Germania. Inizialmente non prendemmo la cosa molto sul serio ignari che quello sarebbe divenuto presto il successo più grande della nostra carriera"

Infatti di lì a poco avreste fondato anche la Dirt Crew Recordings e la Players Paradise. Come mai avete deciso di creare due labels discografiche ?
"Abbiamo fondato la Dirt Crew Recordings e la sublabel Players Paradise tra il 2004 e 2005 per avere il completo controllo sulle nostre releases. Sin dall’inizio la Dirt Crew si è fatta spazio nelle charts internazionali grazie al fortunato remix della nostra "Largo" realizzato dall’amico Dominik Eulberg al quale dobbiamo parte del successo. Da non dimenticare anche il primo singolo uscito ad ottobre 2004 intitolato "What You Want" che iniziò a spianare la strada del sound retro ed old-school. A seguire poi sono arrivati i singoli di James Flavour, Break 3000, Tigerskin e Jennifer Cardini che hanno dato alla labels tutti gli imput necessari per esplodere a livello internazionale. Abbiamo dato spazio ad artisti emergenti come Prudo, Adultnapper, Sian e Drum Cult per espandere i confini ed imboccare una strada fatta da combinazioni house e minimal. Abbiamo preferito sempre abbinare ai nomi dei nuovi artisti remixes di eroi della scena (come Spirit Catcher, 2020 Soundsystem, Jimpster ed Andrè Kraml) e questa nostra politica ha sempre pagato in termini di vendita. Contiamo di proseguire su questa scia anche in futuro"

Cosa pensate dell’attuale scena musicale europea ?
"Sono tanti i nomi interessanti che contraddistinguono la scena degli ultimi tempi. Ci sono tantissimi nuovi producers che si sono affacciati sul mercato dai quali provengono ottimi esperimenti e nuovi stimoli. E’ difficile fare dei nomi vista la vastità degli stili presenti e soprattutto non bisogna dimenticare che ogni scena ha i suoi eroi. Il nostro club preferito è sicuramente il Weekend di Berlino dove ci esibiamo ogni venerdì nella one-night chiamata F.U.N."

Se vi chiedessi di parlare dell’Italia invece come rispondereste ? Negli ultimi tempi avete pubblicato diverse tracce di artisti provenienti dallo stivale tricolore (Eclat & Prudo, Alfa Romero, Marcello Giordani e Superjuno).
"Crediamo fermamente che la scena italica sia unica al mondo. Potete vantare una lunga tradizione dei clubs che si sono distinti per professionalità e serietà. L’anno scorso abbiamo avuto la fortuna di suonare all’Alter Ego di Verona dove abbiamo trovato una situazione più che positiva. Conosciamo Prudo sin dalle prime releases sull’inglese Music For Freaks: dopo aver pubblicato i suoi pezzi abbiamo iniziato a ricevere molti altri demos dall’Italia e, tra i tanti, abbiamo scovato il talentuoso Marcello Giordani. Prudo fa parte del progetto Alfa Romero (insieme ad Eclat) che, a nostro avviso, è uno dei progetti migliori che la scena italiana offre oggi"

In passato (2001-2002) Peter era immerso maggiormente nell’electro-techno con ottime uscite apparse sulla piccola Meuse Muzique. Possiamo considerare definitivamente chiusa quella parentesi ?
"Si, purtroppo Meuse Muzique è definitivamente defunta e quindi non aspettatevi altre releases :o("

Nelle tracce di Dirt Crew si denota un limpido mix tra la polverosa jackin’ house stagliata intorno ad influenze rave e trance che riconducono dirette ai primi anni novanta. Prevedete che in futuro ci saranno sostanziali innovazioni nel vostro stile ?
"Questa è la dicitura che ogni giornalista adopera per descrivere le nostre uscite ma crediamo che dietro si nasconda dell’altro come le melodie ed arrangiamenti ben più complessi di quelli che generalmente si fanno rientrare nel segmento trance o house. James ha sempre prodotto dischi in chiave minimal (senti Highgrade Records) mentre io (Peter) ho preferito cavalcare l’onda techno su Trapez e My Best Friend. Cerchiamo continuamente di modificare il nostro stile (come avete avuto modo di ascoltare grazie al recente remix per Jimpster su Freerange). Vi assicuriamo che nel nostro album di futura pubblicazione potrete ammirare molte nuove ‘facce musicali’ !"

Al momento a ricoprire il ruolo da protagonista nel panorama europeo è il cosiddetto minimal. Pensate che sia questo il fenomeno che potrebbe continuare a caratterizzare i prossimi anni ?
"La risposta a questa domanda ha la facoltà di aprire molte discussioni soprattutto per quel che concerne l’evoluzione della scena house. Personalmente amiamo il minimal ma solo quando possiede un buon groove ed un’anima. Probabilmente l’attenzione nei suoi confronti calerà in futuro ma ci sarà sempre una folta schiera di producers a sostenerlo, così come è accaduto in passato"

Quali sono le vie migliori per pubblicare oggi la propria musica ? Cosa consigliereste ad un giovane produttore ?
"Prima di tutto è necessario creare un proprio stile e non imitare quello degli artisti preferiti. Poi cercare una label interessata e non spedendo demos a casaccio all’attenzione di svariati A&R sperando che prima o poi qualcuno raccolga l’offerta"

Sono sempre di più quelli che parlano di una futura ‘morte’ del vinile.
"Abbiamo notato una fase decrescente nelle vendite del vinile ma nel contempo il mercato dei files mp3 (legali) è cresciuto notevolmente creando quello che potrebbe costituire il nuovo mercato per la nostra musica"

Infatti il fenomeno degli mp3 è ormai esploso in tutto il mondo.
"Si, e questo costituisce senza ombra di dubbio le basi per il nuovo business. Adesso anche chi non frequenta i clubs e non è necessariamente un dj può acquistare musica direttamente dal proprio compute: questa è una cosa semplicemente grandiosa"

In studio preferite mettere mano ai vecchi hardware o ai moderni software ?
"Lavoriamo entrambi in digitale su piattaforma Mac G5. Tra i softsynths che utilizziamo più di frequente sicuramente ci sono quelli di Arturia"

Ringraziandovi per il vostro tempo vi lascio, come di consueto, l’ultima riga per i saluti.
"Amiamo le vostre donne, la vostra nazione e il vostro cibo ! E’ sempre un piacere per noi visitare e suonare in Italia. Dirt Crew"

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