#148 -Il decennale di Moodmusic

Correva l’anno 1997 quando Klas-Henrik Lindblad alias Sasse decise di fondare una label col preciso intento di esplorare e combinare il mondo della house e della techno. All’epoca a far furore erano gruppi come Chemical Brothers e Daft Punk, tra i primi a livello internazionale a mandare in crisi il sistema di voler sempre e comunque classificare la musica elettronica. Moodmusic non si schiera nè dalla parte della house nè tantomeno dalla parte della techno occupando un punto mediano ed intermedio ma non attribuibile ad una mancata presa di posizione bensì ad una spropositata voglia di sorpassare e contribuire all’abbattimento di quelle barriere immaginarie che per anni, forse troppi, hanno tenuto divisi gli stili. Inizialmente localizzata nella gelida Finlandia, Moodmusic pulsa oggi nel cuore della nuova Berlino irradiando le proprie releases in tutto il mondo e coronando in tal maniera il sogno di Sasse. E’ proprio lui che, per la raccolta “Moodmusic Records – 10 Years Anniversary Compilation” in uscita il 7 maggio, assembla vecchio e nuovo rammentando i passi principali compiuti dalla sua etichetta ormai divenuta punto di riferimento per i dj’s europei. Nel cd 1 il finnico mixa le novità, pezzi inediti e mai apparsi sul mercato sino a questo momento. Da “Slave To The Dub” di Filippo ‘Naughty’ Moscatello a “Stargazer” di Dave DK, da “Walk Music” di Henrik Schwarz a “Gombe Electronique” di Nick Chacona, da “Memory Lane Refund” di Geoffroy, Kolombo & Compuphonic (uniti nel progetto Mugwump) a “Can’t Stay” degli Star You Star Me (remixata da Rune Lindbaeck) passando per altre perle di Craig Torrance, Ewan Pearson (nascosto dietro le quinte di World Of Apples), Code E e lo stesso Sasse con “Wrapper” e “Leon”. I classici senza tempo del catalogo invece riappaiono nel cd 2 ove è possibile rintracciare hits come “808 Lazerbeam” dei Dirt Crew, “Meso Loco” di Nick Chacona (il remix è dei Putsch ’79) ed ovviamente le gemme più splendenti dell’iperproduttivo Sasse con “My Thing”, “Jersey”, “Sweet Things”, “Soul Sounds” (rimaneggiata dai Dirt Crew) e il più recente “Loosing Touch” realizzato in compagnia di Kiki. Oltre cinquanta uscite, un successo crescente che viene avvalorato di continuo da presenze come Thugfucker, Dj T. e Dan Berkson, uno stile che ha contribuito nel ‘globalizzare’ il mercato discografico europeo dissodando il terreno che per lungo tempo era stato lasciato incolto: questa è Moodmusic. Auguri.

-Aa.Vv. “Nagasaki Nightriders” (Crème Organization): una leggenda narra che all’inizio del 1900 zone estese del Giappone sud-orientale erano terrorizzate da misteriosi gruppi di gangs denominate Nagasaki Nightriders che erano solite prendere di mira ricchi industriali e latifondisti. Passo felpato e volti nascosti da maschere avvicinavano le figure all’icona del diavolo, così come tramanda una vecchia credenza medievale nipponica. Sull’onda di questa affascinante tematica la Crème ci offre cinque misteriose tracce (prive di autori) che spaventano attraverso putrida jackin-acid-house (“Angst Bleibt”), toni esaltati dalle aperture dei filtri (“Wake Up”) e fotografia della scena old-school (“Tanglers”). Poi, in mezzo a riflessi di lame che luccicano nel buio, appaiono “Melancholie” (una break-electro in stile Bunker) e “Crc666”, lancinante esperimento tra blips e basslines robotici che tanto assomiglia a certe cose dei finnici Imatran Voima.

-Luca Bacchetti “Once Again” (Wagon Repair): per il suo #024 la label di Vancouver accoglie l’italiano Luca Bacchetti, già noto per una serie di uscite sulla Tenax di Alex Neri. “Rolling Brooklyn” è un pezzo spumeggiante e gonfiato come se fosse un palloncino ad elio lasciato poi in balia del vento che lo porta sulla Luna. Stesi sulla (lunga) stesura poi sono i virtuosismi di suoni innaturali che prendono le dovute distanze dai canoni più musicali. “What Ever” ricorda una certa progressive inglese in voga sul calare degli anni novanta in cui percussioni arrotolate fanno da contorno ad un impenetrabile minimalismo capace di ipnotizzare anche il più preparato degli illusionisti. Un calo di pressione lo si avverte solo quando suona “Flat Mates” che mi pare ispirata (forse troppo) dalla fortunata “Bay Of Figs” di Marc Houle col suo identificativo saliscendi di suonini filtrati attraverso il phaser e messi in relazione a grovigli metallici.

-Ben Mono “Hit The Bit” (Compost): questo nuovo lp è la lampante quanto palese manifestazione dello stile musicale coniato dal tedesco, il cosiddetto bit-hop, incredibile mix tra hip-hop ed electro. Hip house ? Forse si, abilmente incastrata in quel che rimane di stili complementari come miami-bass, ghetto-tech, grime, dubstep e neu-rave. Oltre alle già note “Transmission” ed “Universal Unit” troviamo “Beatbox”, “Binary Poetry”, “Phoenix” e l’incredibile “Jesus Was A B-Boy” a cui qualcuno potrebbe attribuire il peccato di blasfemia. Ma Ben Mono non si prende gioco di nessuno, è soltanto desideroso di (ri)mettere in correlazione generi musicali che un tempo viaggiavano sulla stessa lunghezza d’onda. Il risultato è incredibile e, come hanno recentemente rilasciato i Justice, pare coordinare i movimenti robotici di Cybotron alla sensualità di Prince.

-Stephan Bodzin “Liebe Ist …” (Herzblut Recordings): rimasto per lungo tempo dietro progetti come Alpha Beat, Caunos, Daddy Cool, Kaycee, Luka Leon, Pulzar e Taiko, Stephan Bodzin decide di uscire allo scoperto mettendo il suo nome per esteso sulle copertine di dischi e cd’s. A suggellare l’attività da solista è questo full-lenght, un lavoro applicato sullo studio certosino dell’eco, delle concatenazioni ritmiche, delle sovrapposizioni, del coddetto ‘rollin’, della fusione tra stili disparati. Suoni allungati e profondi si mischiano a pendoli micro-deep dai rintocchi metallici. Poi “Luka-Leon” (ri)porta in superficie la trance sporcata dal low-fi e sequenzata su armoniche hypno. Il reticolo minimal-trance viene preso in esame anche in “Sonnenwind” e la più tenebrosa “Leuchtkraft”, il creepy sfila con “Meteor” (una sorta di Lil Louis del 2007) e “Vendett” riconnette, con qualche spunto melodico in più, ai virtuosismi del tema bodziniano concepito in seno ad uno stile che elude le regole e che non spreca tempo nel rincorrere il successo.

-Alex Norinh “Reign Of Control” (Bunker): il nuovo Bunker (il #066) arriva davvero da lontano. Alex Norinh infatti è un misterioso musicista di Melbourne (Australia) che, sin da tenera età, si è lasciato contagiare dalla musica electro meno commerciale. Il suo è un mondo sintetico fatto di passioni per strumentazioni analogiche e colonne sonore di film horror. Ad essere focalizzato da “Reign Of Control” è un preciso segmento musicale fatto solo ed esclusivamente di dark-electro, quella che la label di Guy Tavares ha assunto come filo conduttore. Follow-up dell’altrettanto sinistro “Unrest E.p.” pubblicato dalla Kommando 6 nel 2004, questo 12″ spinge su sei tracce prive di titoli ma cariche di quell’aria spettrale che ormai contraddistingue il 90% delle uscite di questa piccola-grande etichetta olandese.

-Jurek Przezdziecki “Cancel E.p.” (Whirlpoolsex Music): praticamente impronunciabile almeno per noi italiani, il nome di questo accreditato artista polacco va ad infoltire le file della scuderia di Whirlpoolsex. Per circa dieci anni i suoi connotati sono rimasti nascosti dietro pseudonimi come Epi Centrum, Fiasko, Mass Turbo e Praecox ma il bravo Jurek non ha certo bisogno di presentazioni. Per l’occasione lascia da parte il vecchio amore per la psy-trance e si propone con tre tracce minimal-techno, accomunate dall’interesse per un certo rumorismo che in Germania pare dominare su tutto e tutti. Accenni trance sono ospitati da “SSL (Science Secret Limit)” mentre il glitchy-dub su scia Dapayk furoreggia in “Solo In Space”. Per finire quel “Cancel Me”, una tech-house spaziale (come sottolineato dalle grafiche) piena di suoni gracchianti e sibili che tanto strizzano l’occhio (e l’orecchio) allo stile Renato Figoli.

-Aa.Vv. “Luxury House For A Fascinate Sunset At Benirràs Beach” (Luxury House Recordings): selezionata e mixata da Jérome, questa nuova ‘compila’ della tedesca Luxury House ha il sapore inconfondibile dell’estate. Sarà forse per l’esplicita voglia di far baldoria che viene trasmessa dalle tracce, tutte ubicate tra house, deep e tribal. Ritmi un pò (troppo) retro infatti la fanno da padroni e non possono che far ricordare la house di qualche anno addietro che oggi tutti paiono aver dimenticato. Tra i tanti ad essere interpellati Demarkus Lewis, Fresh 27, L.O.V.E., Audio Lotion, Hideo Kobayashi, Karri Chandler, Liquid People e lo stesso Jérome che, in compagnia dell’amico Marcus Schmahl, firma la raggiante “Bondai Beach”. Il sole è finalmente arrivato.

Electric greetz

DJ GIO MC-505

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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