#157 -Esplode il fenomeno Markus Lange

La giovane età non rappresenta impedimento per la carriera. A testimoniarlo è Markus Lange, il tedesco poco più che ventenne che ormai rappresenta un vero e proprio fenomeno inarrestabile. Spuntato in sordina nel 2003 grazie all’intuito di Maru & Comix che vollero inserire una sua traccia nella raccolta “North & South” su Pocketgame, il giovincello ha macinato un disco dopo l’altro su labels di rilievo, da Superfancy a Dirty Dancing passando per Klashmuzik e Whirlpoolsex e finendo sulla Craft (fondata da Tomcraft) prima col martellante “Ruhestörung Plattenbau” e poi col meno compulsivo “Shooting Tigers”, firmato insieme all’amico Daniel ‘Dexter’ Brems con cui anni addietro ha diviso il progetto electro-pop Fatdex ed entrato nelle grazie di Gregor Tresher, John Acquaviva, Toni Rios, Gus Gus, Andrea Doria, Tom Wax, Heiko Laux, Sander Kleinberg e Sébastien Léger. E’ proprio insieme a Brems che Markus remixa “Vamp” per gli Acid Kids (su Karate) che apre una lunghissima serie di novità che si succederanno nei mesi a venire. Si parla già del nuovo su Craft intitolato “Uncontrollable” (remixato da Empee & Hantaan) seguito da “Perihelion” sulla medesima label. La Whirlpoolsex Music di Leipzig invece mette le mani su “Acidkids” (potenziato dai remix di Dadalife e Mike Koefer) mentre la Klang Gymnastik su “Spin E.p.”. Il giovane di Forst ritornerà anche sulla belga Dirty Dancing con “Squarepusher” (di cui si parla già da mesi) e, ancora in coppia con l’amico Daniel Dexter, approderà su Voltage Musique con “Devils Harp”. Lange è attivissimo anche sul fronte remix: a chiedere il suo ‘tocco magico’ sono stati gli Airbus Modular per “Airways” (su Slik’t Music), gli Stereofunk per “Russian Life” (su Klang Gymnastik), 9 West con “Are U Ready” (su Prestige Music), Christian Fischer & The Ascent con “Just Kick” (su Whirlpoolsex), Bjoern Nafe con “Lost In Frequency” (su 38db Tonsportgruppe) e Bee-Low con “Lost” (su Polo). Si registra lo sbarco anche sull’italiana Tractorecords (per la raccolta “Tractorclan”) con un’inedita riedizione di “Strange Smile” (l’originale risale al 2005) ad opera di Legoarm. A completare il tutto anche una ricca serie di serate che abbracciano Ucraina, Germania, Portogallo, Giappone, Francia, Inghilterra, Spagna e l’Italia che potrà tornare a ballare il suo sound, mix tra electro e techno, il prossimo 4 agosto presso La Canniccia di Marina di Pietrasanta in provincia di Lucca.

-ZZT “Lower State Of Consciousness” (UKW): dividono l’esperienza tra le file della folta scuderia International Deejay Gigolo i due autori che si celano dietro ZZT (Zombie Nation e Tiga). Per il loro esordio, su un vinile limited-edition (di 500 copie) monofacciata edito da UKW (la diretta erede dell’ormai arenata Dekathlon), optano per un claustrofobico beat electro-disco in cui i suoni vengono strappati come pagine di carta e sbattuti sui ritmi con una brutalità fuori dal normale. Inteferenze casuali (frutto di manipolazioni manuali) la fanno da padrone in un pezzo dal quale, di tanto in tanto, si sollevano strani bip.

-Pierce & Twirdy “Cuaba” (Yellow Tail): un vero fiume in piena questo Pierce che, a pochissimi giorni dall’avventura con Markus Wesen, stringe una nuova collaborazione con Patrick Twirdy per “Cuaba”. L’Original presenta un lungo intro rotto, solo dopo il secondo minuto, dal battito quaternario della cassa. La costruzione dei suoni e dei ritmi invece è tipica dell’electronic-minimal del momento in cui fanno capolino anche pads che s’incuneano sotto la spinta di una sorta di nu-trance. Il remix è di Robert Babicz (che i più grandi ricordano come Rob Acid) che sviluppa un vero tripudio di effettistica scandito da un basso strisciante alla Rother, incastri deep ed ispirazioni trance. Ascoltandolo si capisce subito cosa voglia dire ‘contaminazione di generi’.

-Manuel Tur & DPlay “Rest Your Senses” (Drumpoet Community): scorre veloce il catalogo di Drumpoet Community che per l’occasione accoglie il duo tedesco di Essen. La loro musica ha qualche attinenza al suono caldo tipico di Compost Black Label e spinge un sound che più di qualcuno potrebbe definire ‘new house’, nato dall’incrocio tra deep, trance e progressive. Questo è ciò che accade negli oltre nove minuti di “Rest Your Senses” alternata a “Lobata”, sul lato b, che prosegue la sfilata su percorsi cinematici rifacendosi con più decisione alla deep-house made in USA eccitante per chi ha le ‘scatole’ piene di minimal. Cercatelo dal 10 agosto.

-Maral Salmassi “Break Dance” (Television Rocks): la tedesca di origini iraniane affronta un discorso musicale impiantato tra miami-bass, hip-hop, booty e il grime più tagliente e lacerante. Lasciandosi affiancare dall’amico Fabian Stall (Zero Cash) sfodera “Back Up Your Ass” che nell’Original Mix snocciola sussulti electro dettati da incisive sincopi sovrapposte a nevrotici noizes (alla Uffie). Il Trashtalk Remix invece piega, seppur lievemente, verso soluzioni più dance in cui un ascolto attento potrebbe estrapolare assonanze alla Justice o Digitalism (a proposito, pare che prossimamente saranno proprio loro a remixare il brano insieme ai Soulwax). Sfrontata manifestazione di un suono elettronico tinteggiato di hip-hop, post-rock e breakbeat che oggi non può che far bene alla produzione tedesca, ipnotizzata fin troppo dal fenomeno minimal.

-Gabe Catanzaro “La Febbre Dell’Italo Disco” (Laboraudio): già nelle scuderia di International Deejay Gigolo, Mental Groove, Viking Music e Memory Boy, l’americano (ma dalle chiare origini italiane) incide il suo primo full-lenght per Laboraudio. Prodotto rigorosamente in analogico, il lavoro consta di dieci pezzi dai quali si leva quasi sempre un unico canto, quello del pop elettronico connesso a ritmi stemperati da percussioni e virtuosismi di tastiere. Questa è la nuova italo-disco che vive sotto ricordi anni settanta (“I’ve Got The Fever”), entro assoli di synth alla Patrick Cowley (“The Italo Disco Man”) e congiunzioni al funk (“Get Down”) e all’hip-hop di altri tempi (“Everybody In The Place”). Il re dell’american-disco è tornato con l’intento di farci rivivere il passato proiettandoci nel futuro in cui retro e modernità sono fusi alla perfezione.

-Tomas Andersson “Upwardly Mobile” (BPitch Control): forte per il successo raccolto nel 2005 con “Washing Up” (avvalorato da una versione dal canadese Tiga che trasse spunto dalla mitica “Do Ya Wanna Funk” di Sylvester & Patrick Cowley, 1982) Andersson è l’artista di BPitch Control meno legato al minimal. “Upwardly Mobile” nasce da una session di 18 minuti (successivamente editata) fatta essenzialmente di ritmi intriganti, suoni acuti e melodie strampalate apparentemente prive di quella linearità classica. Ancor più curioso è il pezzo steso sulla b-side, “Ofullständiga Rättigheter” che dietro il gioco di parole svedesi sfodera un mix tra le distorsioni alla Alter Ego e ritmi scomposti e sfiziosi che non aspettano altro di essere suonati. Ad alto volume naturalmente.

-Al Haca “Family Business” (Traktor): escludendo le 400 copie in formato 7″ presto su Traktor (da non confondere con la quasi omonima Tractorecords italiana) il progetto “Family Business” è indirizzato fondamentalmente a tutti i portali che oggi si occupano di distribuire e vendere la musica in formato digitale. Indipendente al 100%, il team di Al Haca miscela acrobaticamente rap, hip-hop, elettronica, sci-fi, soul, dub, drum’n’bass ed experimental in 7 tracce dal gusto variegato tra le quali si distinguono bene “Banana Split”, “Citrus” e la fantasiosa “Cryptonite”.

-Brian James “Micromekanik E.p.” (Aesthetik Records): il giovane produttore maltese appassionato di deep-techno approda alla giovane label belga con un extended-play ricco di spunti melodici raffrontabili all’abstract. “Micromekanik” combina i suoni piallati della drum-machine con sfuggenti pads mentre il remix di Pheek fa coincidere con singolari flussi di suoni dal fascino misterioso la canonica cassa in quattro e l’open in levare. Sul lato b “Onda Verde” (meccanismo di suoni industriali) e “Flambe In Paradise” costruita mediante la classica tecnica ad incastro che rivela pochi ma bellissimi suoni.

-Travelgum & Carrano “Meditation” (Presslab): che per ascoltare la musica del giovane tarantino ci voglia il famoso confetto contro il mal d’auto ? No, assolutamente, visto che per “Meditation” si fa ricorso alla vena tech-house schierata in prima linea con una patina electro-house levigata da lampi progressive. Nel remix di Carassi e Matt tutto è invece ricondotto al solo groove ed un basso sordo che di tanto in tanto viene sporcato dal distorsore mentre in quello di Steve Banzara si fa affidamento a rumori ed interferenze. A ciò s’aggiungono bolle che si levano nell’aere ricordando le uscite della più recente Lasergun. Un suono che esplora ciò che è rimasto in vita della vecchia house.

-Cobblestone Jazz “Put The Lime In Da Coconut” (Wagon Repair): particolarmente ispirati nell’ultimo periodo i Cobblestone Jazz (Tyger Dhula, Danuel Tate e Mathew Jonson) incidono, a solo poche settimane da “DMT”, una traccia paragonabile ad una pozione magica. “Put The Lime In Da Coconut” si posiziona tra micro, dub e techno del terzo millennio, rilasciando una sostanza acida e lisergica dalle tinte giallastre. Con “Saturday Night” s’imbocca una strada più tech-funk che ricorda alcune releases napoletane (Parisio, Carola, Squillace, Vigorito, Cerrone) giocata su un groove rotatorio in grado di travolgere e non mollare nemmeno per un istante. Godetevelo nell’attesa dell’album, “23 Seconds”, previsto per settembre.

-Angel Face “You Can’t Stop The Jak” (Crème Jak): solo trecento copie per il nuovo Crème Jak, decisamente meno house e più electro rispetto ai predecessori. Bassline arpeggiato in stile italo e suoni vagamente 70s riempiono il pezzo in lungo e in largo regalandoci un buon motivo per tornare a suonare qualcosa che non abbia molto da spartire con i beats minimali con cui la Germania ha inondato in mercato negli ultimi tre anni.

-Aa.Vv. “Beach Couture” (Suoni Di Jato): selezionata da Maria Buccellati, musa di Dolce & Gabbana nonchè protagonista sulle copertine di Vogue, Vanity Fair ed Elle, “Beach Couture” è la trasposizione del gusto della moda nella musica. Nella elegantissima compilation convivono soul, latin, deep-house, downbeat, funk e bossanova non dimenticando ritmi caraibici e vibrazioni urbane rintracciabili in presenze di spicco come Da Silva, Kraak & Smaak, Geoffrey Williams, Lawrence Hill, Mo’ Horizons, Gerardo Frisina e Roger Sanchez con la nota “Turn On The Music” rivista in una versione più vicina al latin. E’ proprio arrivata l’estate.

Electric greetz

DJ GIO MC-505

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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