#159 -Storia della techno in The Great Lakes Sound

E’ la musica concepita e prodotta nella zona dei grandi laghi americani ad essere ritratta come protagonista in una raccolta che ha dell’incredibile. La techno ha scandito apertamente gli anni novanta imponendosi come musica del futuro e personaggi come Juan Atkins, Derrick May, Jeff Mills, Richie Hawtin e il clan della Underground Resistance ne rappresentano i principali portabandiera, i capostipiti di uno stile che si evolve anno per anno, giorno per giorno, invadendo progressivamente ogni angolo del globo. La storia continua con un occhio (ed un orecchio) rivolto al passato, a quello che fu e che forse mai più sarà viste le più recenti evoluzioni a cui la techno è andata incontro. I beats rotatori e taglienti che testimoniano la fervida creatività della Detroit e della Chicago di fine anni ottanta vengono interpellati per “The Great Lakes Sound Techno”, la speciale raccolta edita dalla Secret Weapon Records (in collaborazione con la Third Ear) che si pone come fine ultimo il fotografare un preciso momento della storia di questo genere musicale. La foltissima produzione detroit e chicago, dalla quale oggi si pesca a piene mani, non cessa di pulsare e, tra un paio di newcomers come Rex Sepulveda e Punisher (entrambi presenti al Fuse In Festival del 2005), si ritrova una vera e propria cascata di nomi del passato selezionati con attenzione da Mark Quail. In due cd’s da collezione vengono snocciolati i furiosi grooves di Arthur Oskan, Jake Fairley (ancora lontano dalle melodie plasmate come Fairmont), Mark Thibideau, Adam Jay, L.A. Williams, Cozmic Spore, Dj Esp (aka Woody McBride), Soultek, Mike Shannon, pan/tone, Adam Marshall e molti altri ancora. Partendo dall’ormai lontano 1994 si ripercorrono, seppur per vie sommarie, le grandi tappe della techno a stelle e strisce, quella di un mondo in cui i ritmi fungono da protagonisti scandendo il tempo con impetuosa energia. Alla fine dell’ascolto ci si troverà di fronte ad un ‘volume’ essenziale soprattutto per chi non ha avuto la fortuna di vivere musicalmente gli anni novanta ed è desideroso di riscoprire le origini di ciò che si produce e balla oggi.

-Aa.Vv. “Cocoon Compilation G” (Cocoon): la saga continua: per la “G” la Cocoon capitanata da Sven Väth continua a cavalcare l’onda della trendy-music. Oggi la techno è minimal e la popolare etichetta di Francoforte sul Meno non può che approvare la tematica e racchiuderla nella sua più emblematica raccolta che ormai da anni attesta di continuo l’evoluzione della musica elettronica applicata al dancefloor. In questa occasione la selezione premia le presenze di My My, Cobblestone Jazz, Chaim, Stephan Bodzin, Tiefschwarz, Marcel Dettmann, Audion, Phil Kieran, Deetron, Onur Özer e i meno noti Jamie Jones ed Aki Latvamäki, tutti radunati sotto la grande capsula della minimal-techno-house. Il tutto è finalizzato a coordinare la musica di oggi, quella di pochi suoni dosati con cura entro ritmiche piallate e basiche.

-Terry Lee Brown Junior “Terry’s Cafè 10” (Plastic City): decimo appuntamento per la storica raccolta che trova come sue muse ispiratrici la deep e la tech-house. Il ritmo calibrato alle atmosfere ibizenche fa della release il tassello ideale per l’estate, assimilabile con tranquillità grazie a presenze di rilievo come Onionz, Subsky, Cloud, Mousse T. (Loco Dice remix), Dave Spoon e Phonique. Poi con Martin Buttrich s’innalzano i ritmi più serrati della microtechno tanto di moda oggi ai quali viene sommata l’energia di Matthias Tanzmann, Pig & Dan e Jay Shepeard. Da segnalare la presenza di David Keno & Francesco Passantino col remix della fortunata “Monosynth” ad opera dei Kollektive Turmstrasse e lo stesso Terry Lee Brown Junior con “Chatterbox”. Ps: il package si avvale anche di un secondo cd che effettua una vasta e rapida panoramica sui classici immortali della house più globale: da Maurizio a David Alvarado, da Mr. Fingers a Maas (Ewan Pearson), da Villalobos a Danny Tenaglia giungendo alla mitica “So Get Up” di Underground Sound Of Lisbon.

-Peter Horrevorts “Evolver” (Kanzleramt): il ventiquattrenne di Hilvarenbeek (nell’Olanda meridionale) può vantare un album che, a mio modesto avviso, è tra i migliori al momento in circolazione. E’ deep-techno il telaio di “Oorsprong”, alternato a quello più vigoroso di “Surga” e l’acido di “Evolver”. L’eclettismo porta poi il giovane ad uscire dal seminato ed imboccare la scia dell’electro americana, quella della splendida “Pushing Boundaries” ispirata dalla scuola drexciyana. Grooves grassi e linee squadrate di basso appaiono in “Mould”, il terzinato ombreggiato appartiene a “Trasher” (graffiato peraltro da suoni alla Justice), il glitch calibrato tra techno ed house s’infila in “The Rabbit Hole” per giungere all’electro-techno di “Wipe Your Window” tanto vicina al feroce french-techno-touch di Carretta & co. Vario, stiloso e di classe questo full-lenght che di tedesco, oltre alla label, non ha davvero nulla.

-Karotte “Karotte’s Kitchen Vol. 1” (Alphabet City): prendendo spunto dall’omonimo programma radiofonico che tiene sulle frequenze di Sunshine Live, Peter ‘Karotte’ Cornely assembla il suo mix-cd. Il lavoro è essenzialmente intagliato nel minimalismo più ipnotico e nebbioso, tipico della produzione tedesca degli ultimi due anni, cucinato su fornelli di metallo incandescente e poi servito in piatti argentei. Ottanta i minuti da trascorrere in compagnia di Laps, Jeff Bennett, Pablo Bolivar, Daso, Efdemin, Alex Under, Format:B, Denis Karimani, Michel De Hey ed un irriconoscibile Luca Morris che si butta a capofitto nel trendy con “Mr. T Ride Again”, probabilmente in memoria del mitico personaggio crestato della serie A-Team.

-Aa.Vv. “Nothing Much” (M_Nus): si tratta del ‘best’ dell’etichetta di Hawtin, divenuta paladina del neo minimal che al momento mette d’accordo una moltitudine di dj’s europei. Ritmi gracchianti e bassi striscianti sono chiamati in causa da Magda, False, Loco Dice, Gaiser, JPLS, Heartthrob e Marc Houle che con “Bay Of Figs” ha reintrodotto l’uso del basso in levare. Non manca lo stesso Hawtin con la nebbiosa “The Tunnel” e Mathew Jonson con la sinuosa “Decompression”. Il cd 2 invece (“Something More”) è un bonus-mix realizzato da Troy Pierce articolato su 25 tracce della stessa pasta e natura tra cui si rinvengono anche diversi unreleased.

-Phreek Plus One “Bikini” (Compost Black Label): il trio dei Phreek Plus One, composto da Alessandro Cattenati, Ivan Savoldi e Giovanni Guerretti, si conferma come l’alfiere italiano del cosmic-sound del terzo millennio. “Bikini” è diretta da un basso ‘rotondo’ e perfetto quanto il noto cerchio di Giotto, giocato con stile sulle ottave ed inframezzato da percussioni alla Cowley ma su ritmi meno impetuosi. Il boogie spaziale traspare poi da “Astro Boogie”, in bilico tra accenni afro e pads orchestrali nei quali il tocco 70s è evidente come non mai. Per ultima appare “New York Dolls”, più glammy e funkeggiante, con riferimenti spaiati alla n.y. music dall’impatto moroderiano che lascia oscillare corde della synth-disco calate completamente nell’ottica retro.

-The Hacker “Eurocold” (Planete Rouge): a Michel Amato non è bastato tornare in coppia con Miss Kittin (senti l’ultimo GoodLife): adesso si appropria anche del nuovo Planete Rouge facendosi largo con “Eurocold”, brutale inno a cavallo tra techno e nu-ebm che per le sequenze ricorda un vecchio brano dei Liaisons Dangereuses guidati un tempo dal compianto Chrislo Haas. Il pezzo, suonato nei sets del francese per oltre un anno, trova adesso anche un supporto maggiore col remix del ‘padron di casa’ Terence Fixmer che ne amplifica i tratti industrial combinandoli coi classici respiri ebm. La bonus-track è “Moon Patrol”, techno ipnotica e calda, tipica per chi segue Amato dalle sue prime apparizioni.

-Aa.Vv. “Soma Coma” (Soma): affiancando tracce recenti ad altre recuperate dagli archivi, “Soma Coma” corre su un percorso davvero avanguardista soprattutto se si pensa a contenuti di brani come “This Is” degli Slam, “Thomas Edison Invents The Lazy Dance” di LVD & Quenum e “Don’t See The Point” di Alex Smoke (il remix è dell’estroso Henrik Schwarz). All’appello alzano la mano anche Vector Lovers con l’ambient-electro di “Metrolux Forever”, Hystereo, Ewan Pearson (camuffato da Maas) con un esperimento trip-hop targato 1997, i redivivi The Black Dog, Marco Bernardi nelle vesti di Octogen, The Separatist ed altre due datate tracce di Envoy e Funk D’Void. Al 342 di Argyle Street di Glasgow devono aver pensato bene di far sognare l’Europa con un percorso musicale dai tratti onirici e separati dal fragore dei ritmi.

-Tirriddiliu “L’Esagerazione” (Idroscalo): Tirriddiliu è il giovanissimo Dario Sanfilippo, siciliano, appassionato di musica sperimentale, l’elettroacustica, che raduna le idee sotto forma di approccio istintivo connesso all’intensa ricerca timbrica raffrontabile a quella promossa da labels come Lux Nigra e Baskaru. Nel suo album si rintracciano fasce idm incastrate alla perfezione in movimenti asincronici di ferraglia e drones tetri e tenebrosi. E’ come se la civiltà industriale moderna fosse filtrata da rumorosi drill, da echi di martelli pneumatici, da brusii che paiono scosse telluriche. E poi i consueti glitch, immancabili nell’experimental e che oggi hanno scavalcato il confine andandosi a piazzare anche nella dance di più largo consumo. Quella di Tirriddiliu però è musica non musica, una singolare forma di astrazione che non può che fare riferimento alle idee di Luigi Russolo e del suo rivoluzionario Intonarumori.

-Aa.Vv. “Groove Boutique” (Suoni Di Jato): nata col prezioso supporto di Fashion Fm, a “Groove Boutique” spetta il compito d’inaugurare la serie di compilations che interfacciano musica e moda. Partendo dal deep e dal soulful si raggiunge l’house ‘vecchia maniera’, fedele alla tradizione black ed oggi messa all’angolo dall’elettronica imperante. Il cd è selezionato e mixato da Antonello Coghe che, con la sua “Roots Vibes”, risveglia gli istinti housy più eleganti e raffinati sorretti dalle presenze di Stephanie Reneè, Nu Tropic (Franck Roger remix) e Camp Soul. Coghe torna poi con “Love Can Do” e la rilettura di “In My Town” di Dj Save My Life feat. Denise a cui si somma l’energia del creativo Lorenzò Montanà (già nel team di produzione di Tying Tiffany) con la jazzy-house di “Sky Dive” rimaneggiata da Burger & Chips.

Electric greetz

DJ GIO MC-505

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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