#248 -Fulminante lp di debutto per Bottin

Classe ’77, DJ e sound designer veneziano: è Guglielmo Bottin, un nome che negli ultimi tempi sta girando sempre più capillarmente nel settore della Nu Disco. Ad accorgersi di lui però nessun discografico italiano (ad eccezione di Casco e Pippi Langstrumpf) e ciò ci fa capire quanto sia ormai limitata la parabola d’azione nel nostro Bel Paese per chi ha un’idea avanguardista della musica. Bottin mette il suo album (realizzato col supporto del jazzista Ropie) nelle mani di una delle labels capostipiti della nuova corrente Nu Disco, la londinese Bear Funk, e fa bene visto che i risultati non tarderanno ad arrivare. “Horror Disco” fruga nel passato, tra le tenebrose colonne sonore di John Carpenter e le frenesie ritmiche inventate da Giorgio Moroder, tra gli accenni dell’Italo Disco e le incursioni del Funk, regalando all’ascoltatore un viaggio a dir poco eccitante. I suoi beats raccontano quasi trent’anni di musica e, come in tutti i processi creativi, lo fanno lasciando entrare in gioco molti elementi che s’intrecciano in maniera bizzarra. “Venezia Violenta”, “Theme From St. Mark 30124”, “Slashdance” sono solo alcune delle perle che Bottin ha realizzato pensando contemporaneamente agli anni Settanta ed Ottanta. Chi cerca grooves da ballare troverà nelle spendide “Disco For The Devil” (che ammicca un pò agli Easy Going di Claudio Simonetti e che, guarda caso, è scritta da Douglas Meakin), “Magnetic Cat” e “Sciarando El Scuro” (tradotto dal dialetto veneziano significa ‘gettando luce nel buio’) il completo appagamento. Per i DJ’s la Bearfunk mette a disposizione anche un vinyl sampler con l’esclusiva “Cosmic Pizza”, ruvido terzinato (una Disco tarantellata?) dai suoni più aciduli e stridenti, avvolti in leggiadri pads. Per Bottin gli anni Settanta sono solo il punto di partenza e di raccordo per toccare e trattare al meglio l’attualità. Un album davvero interessante in tutta la sua interezza.

-Miss Yetti & Kookmode “Zuckerbrot Und Peitsche” (Gold & Liebe Tonträger): dopo un biennio di buio creativo, la principessa della Dark Electro Techno ritorna con un nuovo album, realizzato in coppia col berlinese Kookmode. La bella Henrietta Schermall tenta di rimettersi in gioco, ma non prima di aver attualizzato il suo stile depurandolo da certi elementi che oggi suonerebbero già retro. “Zuckerbrot Und Peitsche” è l’ulteriore evoluzione di “Insights” del 2006, con cui già iniziò la frammentazione sonora del filone a cui la DJ tedesca fece riferimento nei primi anni della sua carriera. Qui si fonde l’Electro House (“Mexicoupè”) alla Minimal Techno (“Milk & Honey”), scoprendo la sua sensuale voce abbinata ad una House molto ombreggiata (“Nass”). In “Why” si spezzano i grooves, in “Auro Aurora” emergono i ricordi per i New Order, in “Lederzwerge Im Dunkeln” si sfiora l’IDM e il Glitch, in “Penguin” ci si lascia andare su influssi Rock. Tralasciando “Lost”, un terzinato piuttosto scialbo, evidenzierei la bonus track, “Blasebalg”, realizzata insieme a Robert Görl: il brano lascia riscoprire con fedeltà le atmosfere della vecchia Industrial ed EBM per cui i Deutsch Amerikanische Freundschaft (ma meglio noti come DAF) sono annoverati tra i principali capiscuola. Un album in continuo bilico tra il buono e l’appena sufficiente, e non inquadrabile in un settore ben definito. Che la biondina voglia mettere il piede in due scarpe?

-Composite Profuse/Kobol Electronics “The God’s Bankers/Werkspionage” (Datadisk): due dei nomi che meglio rappresentano la macroscopica scena Electro nostrana approdano sulla neonata Datadisk, ‘sorellina’ minore dell’australiana Southern Outpost che vanta di averli selezionati con assoluto criterio al fine di decodificare gli archivi crittografati del SISMI. Leggende ed intrecci fantasiosi a parte, il 12″ fresco di stampa sublima quell’Electro nata dal processo creativo dei Drexciya e dei suoi derivati (Dopplereffekt per tutti), lì dove si esterna al meglio la passione sconfinata per gli strumenti analogici, da toccare con mano e non virtualmente attraverso il mouse interfacciato al monitor di un freddo ed impersonale computer. Composite Profuse, con “The Blackfriars Bridge” prima e “Patience And Charcoals” dopo, lascia scorrere cascate di emozioni ricavate da suoni cristallini, pizzicati, arpeggiati e fatti combaciare sui ritmi binari come se fossero transistors di un circuito integrato. L’amico Kobol Electronics si impadronisce del lato b con le altrettanto vive “Code01” e “Code10” da cui deduciamo una forte propensione per il futuro ma visto ed immaginato nel passato: anche in questo caso l’Electro viene inondata da cavi di alimentazione, manopole e tasti da manovrare manualmente. Musica che cavalca i venti del tempo dall’edizione, ovviamente, iper limitata.

-Jalebee Cartel “Heat Wave” (Elektrotribe): nell’attesa che venga ufficialmente pubblicato il loro primo album, il quartetto indiano dei Jalebee Cartel approda su Elektrotribe con uno dei brani che hanno mosso di più i dancefloors ibizenchi durante la passata estate. Suonato, tra i tanti, da Umek e John Acquaviva, “Heat Wave” è poderosa Techno che ricorda lo stile di Luca Bacchetti. Classici gli elementi (basso, ripartenze, percussioni, noize, fx) ma combinati in modo tale da regalare un risultato ben più che soddisfacente. Dei due remix segnalo quello dell’italiano Taster Peter, localizzato tra Progressive e Deep Techno, non così distante da quello che tempo fa ci ‘somministrava’ piacevolmente la Kanzleramt di Heiko Laux. A chiudere “Plan”, lavorata sui loops di grooves davvero ben congegnati.

-Kallabris/Legowelt “Inbetween The Sound Sound/The Occult Animals Of Silicon Valley” (Entr’acte): formato decisamente inusuale quello adottato dall’inglese Entr’acte: la cara e vecchia cassetta che oggi sembra sfidare, insieme al vinile e al CD, l’incorporeo MP3. La scelta di incidere su nastro riempirà sicuramente di polemiche la bocca di chi si ostina a definire la tecnologia come fattore primario ed essenziale di modernità assoluta, ma nel contempo stuzzicherà le emozioni di chi, come me, ricorda il ‘tape’ come primo supporto su cui poter incidere la musica che più piace. Si inizia con “Inbetween The Sound Sound” di Michael Anacker alias Kallabris, esperimento di Electro acustica ottenuto su dispositivi di registrazione volutamente arcaici. E’ come se l’autore volesse esplorare e sottolineare, all’interno delle limitazioni della riproduzione del suono, i tratti più magici, facendo anche del crepitio accidentale un elemento caratteristico. Del brano di Danny Wolfers invece si evidenzia l’emozionalità che pervade ogni singolo suono: qui si vive lontani anni luce dal concetto che vede la musica come oggetto di consumo, con la data di scadenza fin troppo vicina a quella di uscita. Il musicista di Den Haag ci regala così l’ennesima delle piacevoli esperienze extrasensoriali, che solletica dolcemente il nostro ego più nascosto. Se ritenete anche voi di far parte di questo mondo cercate di accaparrarvene una delle 100 copie disponibili su www.entracte.co.uk.

-Dixon “Temporary Secretary” (Innervisions): poche ma sempre buone le uscite di Steffen ‘Dixon’ Berkhahn: dopo aver mixato il quarto volume di “Body Language” per la Get Physical e “The Grandfather Paradox” per la BBE, si dedica alla sua Innervisions a cui destina un mixato di pregevole fattura. Temporary Secretary” sembra raccontare una giornata trascorsa in riva al mare e lascia salire quel particolare senso di malinconia che ogni anno avvertiamo a settembre per l’estate che sembra già tanto lontana. Dixon seduce con una tracklist pronta a sfidare la noia: ogni brano, editato e mixato con straordinaria destrezza, è ricco del giusto ‘vibe’, del tocco adatto a non trasformare la selection nell’ennesima delle compilation ‘ascolta e getta’. Icasol, Fever Ray, Roland Bocquet, Jazzanova, Junior Boys, Butane, Kiki, Peter Kruder, Tokyo Black Star, Âme sono solo alcuni dei protagonisti di “Temporary Secretary”, in cui l’House viene declinata secondo giunture Jazz, Deep, Afro. Farà ballare anche chi calza i tacchi a spillo.

-Thee Acid Bitches “Connected EP” (Musique Moderne): sono serviti sei anni a Bruno Gauthier per realizzare il follow-up di “Play Acid Again Sam”, edito con lo pseudonimo che lo rappresenta nella sfera dell’Acid House. Personaggio cardine della scena underground francese, l’artista, meglio noto come Lady B (con cui ha inciso su labels blasonate come F Communications, International Deejay Gigolo e Citizen) ci dona una nuova sfaccettatura del suono acido. “Connected” viene elaborata su tre diversi fronti: l’Original Mix è quella che meglio riesce a far rivivere il periodo degli smiley gialli (di cui, peraltro, troviamo spunto grafico sul centrino), anche se a mio modo di vedere la componente Acid avrebbe dovuto essere maggiormente sviluppata. Molto simile, ma rinvigorita da un’impronta vagamente Progressive, la Stringless Mix, che piacerà anche ai sostenitori della moderna Tech House. Accenni melodici quasi Trance infine decorano la BGISLB Mix, in cui i ricordi della Chicago House si fanno più evidenti. Il tutto sulla piacevolmente ritrovata Musique Moderne.

Electric greetz

Giosuè Impellizzeri

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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