Snuff Crew – Snuff Crew (International Deejay Gigolo)

Snuff CrewMisteriosi, come molti degli acts che operano nel settore della risorta Jackin’ House, gli Snuff Crew convincono, con il loro primo album, nientemeno che DJ Hell. Di loro sappiamo per certo che sono tedeschi e che hanno iniziato la carriera discografica su una label italiana, la Nature di Marco Passarani. Adesso transitano dall’underground capitolino al mainstream tedesco grazie al talent scout monegasco che li prende sotto la propria ala protettiva: Hell fa bene perchè proprio grazie agli Snuff Crew evita che la sua etichetta possa diventare troppo ‘qualunquista’ mischiandosi in un vero e proprio disordine discografico che si è creato negli ultimi anni. Dieci le tracce disponibili, tutte erette sui suoni di macchine storiche (TR-909, TR-808, TB-303) utilizzate col preciso fine di riportare alla luce (o far scoprire ai più giovani) la musica che si diffuse alla fine degli anni Ottanta, in piena invasione Rave. Grazie a brani come “Control”, “Berghain” e “Bring It Back” possiamo inquadrare immediatamente qual’è il mondo sonoro in cui alberga il duo tedesco che preferisce parlare poco di sè per lasciare spazio alla musica, modulata esattamente secondo i canoni del sound in voga nella cosiddetta ‘smiley age’. “Desire” e la campale “Jack Me” sembrano dei pugni potentissimi scagliati dal più rabbioso dei boxer, “Free” si avventura in labirinti minimali giocando con clap, snare ed hihats, ed “Our House” ondeggia sulla voce di Rebecca Mellone (sarà italiana?). Fondamentalmente gli Snuff Crew si adoperano per partorire intrecci palpitanti di ritmo (e pezzi come “Storm”, “Temple” e “The Mission” ce lo confermano) facendo del groove la materia primaria della loro esperienza discografica, sinora breve ma tanto intensa. Il loro è un album permeato di storia, che riprende i discorsi lasciati in sospeso da artisti come James T. Cotton, Saturn V, D’Marc Cantu, Fatjack o X2 che hanno fatto tesoro degli insegnamenti impartiti da etichette come D.J. International Records e Trax Records a cui lo stesso Hell, peraltro, ha più volte fatto riferimento negli anni di fervida attività discografica. Un solo grido si leva dopo l’ascolto: we back to jack!

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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