Bolz Bolz – Lift Going Up (Satamile)

Bolz BolzCosì come Legowelt conobbe il successo internazionale con “Disco Rout”, Miss Kittin & The Hacker con “1982” o Anthony Rother con “Father” (ma di esempi del genere se ne potrebbero contare a iosa), Bolz Bolz deve essenzialmente il momento di gloria a “Take A Walk” che nel 2000 infiammò i dancefloors Techno di tutto il mondo. Poi per Andreas Bolz, fondatore della quasi dimenticata World Electric, si sono riaperte le porte dell’underground più puritano che, come è risaputo, porta credibilità ma non riconoscimenti economici o sostegni per la propria immagine. Al tedesco questo non importa ed infatti le diverse produzioni che si sono succedute in questi anni, con cadenza irregolare, parlano chiaro. Bolz non ha mai confezionato un follow-up di “Take A Walk” per poter rimanere sulla cresta dell’onda, e ciò dimostra di quanto il suo successo sia stato del tutto casuale. Tornando ad incidere per la Satamile (dopo il “Transatlantic Treasure EP” del 2001), Bolz Bolz spara beats Electro a tutto spiano, alternando il suo consueto amore per le strumentazioni vintage all’utilizzo di chitarre elettriche. E’ proprio nella traccia che dà il titolo al 12″, “Lift Going Up”, che echi distorti, quasi Rock, si impongono su una metrica quaternaria che va ad alterare i classici stilemi della Satamile. Simile, con l’aggiunta di tanto noize, è “About Six Inches”. Con “Volt Watt Ampere Ohm” ritorna sui beats più contorti, corrosi dall’effettistica ed aggrediti da un rovente bassline, mentre con “Public Announcement” puntella la stesura con un suono astratto e con un ritmo tremolante, quasi pizzicato, solcato da onde di synths anni Novanta. “Go Down On Ya Knees” è quella che si adatta maggiormente al classico stile della label di New York, rammentando i vari Exzakt, The Blotnik Brothers, Silicon Scally e Middle Men. Chiude le danze “70-60-90” che linka ad una Techno poderosa, segata da vocals prelevati dal classico Speak And Spell e che corre sulla falsariga di Joris Voorn, Heiko Laux, Alexander Kowalski o Diego, con intrusioni Deep e tanto irresistibile groove.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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