Mark du Mosch – Cold Sweat EP (Cyber Dance Records)

Da buon olandese, Mark du Mosch fa dei contrasti tra stili l’arma vincente con cui differenziare la propria musica su un mercato globalizzato che oggi offre un pò di tutto ma in modo alquanto confusionario. Le produzioni del DJ e produttore di Rotterdam non sono tante ma rivelano quanto sia ampio il suo background, fattore che determina, quasi sempre, la qualità di quello che ascoltiamo. Le linee direttive che segue sono essenzialmente due, la House di Chicago e l’Italo Disco. In “Satical” gioca soprattutto sulle percussioni di strumenti d’altri tempi (probabilmente la TR-909), la cui presenza è attestata anche da una registrazione leggermente disturbata dalle frequenze tipiche degli equipments d’annata. House di metà anni Ottanta, un pò grezza nella stesura, è anche quella che troviamo in “The System”, rinvigorita da suoni balearici, quasi Disco. Questo crea decisamente un buon connubio, tra una parte più scura e tenebrosa, ed un’altra rischiarata da melodie viaggianti. La title track, “Cold Sweat”, è caratterizzata da un lungo intro in cui gli effetti giocano da protagonisti. Il contorno è ancora ad appannaggio dell’House, questa volta illuminata da soluzioni vicine alla Trance e troncata, in alcuni punti, da laceranti suoni industriali. “Revenger” gira su una cassa distorta (ma non troppo) ed un bassline alla “Native Love (Step By Step)” (Bobby Orlando docet). Ma qui non c’è quasi nulla di imparentato con l’Hi NRG a stelle e strisce, visto che il brano rincorre (ancora) la House, sebbene smontata e rimontata con criterio innovativo. A chiudere è “Now Or Never”, dall’impronta Disco elettronica, legata sia a Moroder che a Cowley, e che non potrà non piacere ai cultori della nuova Electro Disco che, proprio in Olanda, ha trovato i suoi iniziatori una decina di anni addietro. In definitiva un Cyber Dance diverso dal solito, che apre la porta verso nuovi e possibili scenari sonori tutti da esplorare.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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