J.T.C. – Basturma Highway (MinimalRome)

Per un’etichetta come MinimalRome, variare il proprio indirizzo stilistico non significa snaturarsi bensì allargare il segmento di utenza a cui è rivolta. Sinora adorata dagli estimatori dell’Electro più puritana, da oggi potrà contare anche sull’appoggio degli amanti della House retrò. Inaugurando la X serie, che limiterà la diffusione di ogni release alle 250 copie, MinimalRome si allinea in modo ancora più evidente alla filosofia (e alla logica di vendita) di labels nordeuropee, a cui probabilmente si è ispirata (Crème Organization, Bunker, Clone). La propensione stessa a spostare il baricentro d’interesse dall’Electro alla House di Chicago rivela forti attinenze col reticolo olandese che, da anni, si muove tra Leida, L’Aja e Rotterdam, animando a più non posso gli ambienti underground internazionali. Con “Basturma Highway” l’etichetta capitolina dimostra non solo di saper ampliare il proprio range sonoro, ma di poter contare sul supporto di nomi di tutto rispetto, come l’americano Tadd Mullinix, visionario producer capace di alternare l’Hip Hop dal taglio sperimentale (firmato come Dabrye) alla House ‘sporcata’ dalle frequenze analogiche di macchine passate ormai alla storia (TR-909, TB-303), marchiandola a fuoco come James T. Cotton. In questo caso, facendo leva sull’acronimo J.T.C., Mullinix fa sfoggio delle sue indubbie qualità di produttore, ripescando a piene mani dall’abnorme campionario che hanno lasciato in eredità etichette come D.J. International e Trax Records. Al basso voltaggio di “Basturma Highway”, comunque ricca di tutti i suoni ed emozioni che la fanno appartenere di diritto alla Nu Chicago House, si contrappone la più atmosferica “Overnight (Chrome Heads)”, che oltre ai classici loops dominati da elementi come hand clap, rim shot e cymbals (tutti tratti dall’ancora usatissima Roland TR-909), propone un vocal sample ed una gamma melodica coronata da un riff fischiettato, che fa molto “The Aztec Mystic”. Se qualcuno aveva ancora riserve su MinimalRome, adesso dovrà ricredersi e farsene una ragione.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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