Rexanthony – Drag Me To Hard (Activa Records)

L’abitudine porta a ricordarlo per le clamorose hits di metà anni Novanta (“Capturing Matrix”, “Polaris Dream”), che si imposero nelle charts di vendita e in quelle radiofoniche con un sound che, ai tempi, parve tutto fuorchè commercia(bi)le. In realtà Rexanthony è uno che quei successi li ha assaporati e fagocitati senza ingordigia e soprattutto senza pensare di auto-clonarsi per assicurarsi un posto al sole nel mercato del Pop. Figlio (d’arte) di Antonio Bartoccetti (Antonius Rex, Jacula) e Doris Norton, torna con l’ennesimo album, a due anni da “War Robots”. La passione per la Techno è andata evolvendosi sempre in nuove forme, ma l’estremismo e il vigore restano, comunque, le qualità che siglano ogni suo lavoro, a prescindere dal genere di riferimento. Per l’occasione “Drag Me To Hard”, risultato di otto mesi di lavoro, è la sintesi tra Hardcore ed Hardstyle, stili per cui l’artista si è fatto portavoce sin da tempi non sospetti. “Land Of Magic” ci lascia riscoprire i tasselli della musica di Rotterdam dei primi anni Novanta, ma ristrutturata secondo ottiche moderne. Il riff in prima linea, peraltro, ricorda un classico di quegli anni da lui stesso arrangiato, “Future Shock Five”. L’alta velocità è un’altra prerogativa della musica di Rexanthony, e tracce come “Back On Field”, “The First Prophet”, “Drag Me To Hard” e “The Sound Of The Gods” sottolineano, laddove ce ne fosse stato ancora bisogno, dopo quasi vent’anni di onorata carriera, quanto il groove sia implicitamente aggressivo e d’attacco per l’artista marchigiano. Distorsioni e riff suonati a mò di marcetta invadono la partitura della strumentazione ritmica (“Distorted Volumes” rende perfettamente l’idea di tale concetto), ed inviluppi di filtri e plug-ins (legati ancora alle distorsioni) fanno di “Rexperimental” uno dei brani più violenti a nostra disposizione. La capacità di Rexanthony però è stata sempre quella di fondere, negli intensi grooves di Techno estrema, melodie sognanti. Ed ecco servite “Sturm Und Drang”, l’ennesimo rework dell’epica ed immortale “Capturing Matrix” che, è bene ricordarlo, deriva da un brano Progressive Rock (“Capturing Universe”) che gli Antonius Rex incisero nel 1980 nell’album “Praeternatural”, e la saltellante “Tetris Hard” che rispolvera il tema composto da Alexey Pazhitnov per il famoso videogioco (ed anche un loop di hihats, che sembra appartenere ad “Acid Phase” di Emmanuel Top). Restando in tema di celebrità del passato, “Drag Me To Hard”, distribuito dall’olandese Astral Music, coglie l’occasione per riproporre altri due cult, “For You Marlene” e “Cocoacceleration”, rispettivamente nelle inedite versioni di Activator e DJ Vortex, pronti ad esaltarne le timbriche e le indiavolate misure quaternarie, che salgono vertiginosamente facendosi scudo con una miriade di distorsioni. A completare il tutto il video di “Drag Me To Hard”, pronto a testimoniare visivamente quel che l’inossidabile Rexanthony continua a proporre nei clubs, così come ha fatto nel recente show del 4 aprile presso il Pascià di Riccione, di fronte ad oltre tremila persone in visibilio.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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