Non c’è uno stile identificativo per la Lunar Disko, visto che ad ogni uscita il mondo musicale di riferimento muta inesorabilmente. Questo però è un bene per gli amanti della musica elettronica a trecentosessanta gradi, a cui le etichettature sonore stanno da sempre strette. Per il suo quinto episodio l’emergente label irlandese fa affidamento al debuttante Submersible Machines, dal Texas, che si rivela un abile intagliatore di House, Techno ed Electro. Questi infatti i tre generi che l’artista fa suoi in cinque tracce in cui l’orecchio riscopre, senza neanche l’esigenza di soffermarsi più di tanto, i suoni e i ritmi che colorirono i prodromi dell’infinita produzione discografica House e Techno. In “Upwelling” combaciano Electro e Chicago House, palesemente old school in entrambi i casi visti sia l’uso delle pennellate dei suoni che delle costruzioni ritmiche. “When Whales Fall” è un altro punto di sutura tra la vecchia Electro seminale di Detroit, spesso caratterizzata da piangenti armonie, e il ritmo linearizzato dalla cassa e dal rullante della TR-808. “Blue Hole” invece viene affogata in beats più contorti e in atmosfere deep degne di essere paragonate alle prime sconvolgenti apparizioni di Model 500 (Juan Atkins docet). Girando il vinile, la puntina legge l’ottima “Braving The Benthic”: qui il collegamento più rapido che possiamo cogliere riporta all’Olanda e a Legowelt, con le esoteriche escursioni tra Electro, Italo (Dark) Disco ed House prima maniera. Probabilmente a rendere il paragone alquanto veritiero è l’equipment (analogico), fatto di impolverate quanto arcaiche drum machines e sintetizzatori Roland, Elka e Korg. Non da meno il valore di “Cold Seep”, questa volta indirizzata più distintamente ai nostalgici dei dischi in stile DJ International Records, coi febbricitanti inserti di tom e vibranti note di basso alternate ai soffi di tenebrosi pads e riverberi dopplereffektiani. Un disco che lascia riscoprire il passato e che nel contempo segna l’inizio di una carriera artistica che fa ben sperare.