Various – CD Twelve (International Deejay Gigolo)

Per un appassionato di musica elettronica degli ultimi dieci anni non conoscere l’International Deejay Gigolo equivarrebbe a dire non conoscere la Ferrari per un patito di Formula 1 o Cicciolina per un cultore dell’hard. Quando DJ Hell la fondò, nell’ormai lontano 1996, nessuno sapeva o immaginava nemmeno lontanamente la carica rivoluzionaria ed innovativa che quell’etichetta avrebbe innescato di lì a breve. Helmut Geier crea da zero, all’inizio dividendo la sede a Monaco di Baviera con la Disko B (label che fino ad allora aveva pubblicato i suoi lavori discografici), ben consapevole di sconfinare gli stereotipi ed andare fuori moda. Ma, in fin dei conti, fare tendenza significa esattamente questo: produrre qualcosa che prima non esisteva, ovviamente facendo riferimento ad un bacino d’utenza assai limitato e, conseguentemente, lontano dai grossi numeri. Le sonorità di International Deejay Gigolo non sono mai state circoscritte ad un territorio musicale definito, ed è proprio grazie alla sua non settorialità che Hell è riuscito a far entrare i dischi della sua label nei flight cases di ogni DJ, dai patiti dell’House a stelle e strisce ai sostenitori della Techno ed Electro sino ai nostalgici dell’Italo Disco. Nonostante i tempi delle grandi hits (Miss Kittin & The Hacker, Zombie Nation, Fischerspooner, Tiga & Zyntherius, giusto per citarne alcuni) siano trascorsi da molto, Hell non demorde e, dopo ripetuti traslochi (attualmente la sede è al 3 della berlinese Choriner Straße) la sua resta una delle etichette tedesche di musica elettronica più longeve e dalle vedute talmente ampie da annoverare tra le sue fila anche i Tuxedomoon, A Number Of Names, The Twins, Gina X, Dominatrix e persino i metallari P.O.D. e il rapper Puff Daddy. Giunta all’uscita 268 (un numero decisamente consistente per una struttura indipendente), rieccola sotto i riflettori con la dodicesima compilation, pronta, per l’ennesima volta, a ribaltare lo status quo. A Hell infatti bisogna riconoscere il merito di essere riuscito a rinfrescare anno dopo anno la sua scuderia artistica, evitando la prevedibilità ed assicurando nel contempo un costante ricambio generazionale. In linea di massima il package, che per la prima volta è triplo, sfodera musica House, rivista e corretta per le orecchie del nuovo millennio. Tantissimi gli artisti coinvolti, da David Keno (con “Upside Down” che gira sul sample vocale, opportunamente camuffato, del classico di Diana Ross) a DJ Linus, da Diskokaine a Walter Murphy (che gioca con la musica classica di Ludwig Van Beethoven), da Marascia a Fagget Fairys, da Oliver Ton & Ronald Cristoph a Snuff Crew e Psychonauts passando per i più electroidi UHU e Vinyl Life (quest’ultimo con una cover dei Kraftwerk). Il CD 2 effettua una retrospettiva sulla Deep House con un’altra fitta tornata di nomi (Nick Coleman, Makossa & Megablast, Skwerl, Peaches, Peter Kruder, G Man vs Kusserow, Sei A, Ivano Coppola & Christian Prommer, Herman Schwartz, Ken Haywakawa -con l’Ambient dai tratti somatici nipponici) pronti a sottolineare quanto per la musica di oggi sia determinante l’apporto delle esperienze passate. Col terzo disco il panorama assume contorni più luminosi e colorati, quasi balearici. L’arrivo dell’estate ha convinto Geier a stilare una pregevole quanto radiosa tracklist avvalendosi dei contributi audio di Mugwump, Lenoir & Meriton, Mintel Rose, Anthony Rother, Hard Ton (i quarti italiani a far parte dell’allegra brigata, dopo Adriano Canzian e i citati Marascia e Coppola), Crazy Sonic e Kikumoto Allstars (che possiamo stilisticamente ritenere gli antagonisti di Snuff Crew). Certo, rispetto ai periodi marchiati Schwarzenegger e Vicious, è andata dispersa la componente Electro, Italo Disco e Techno, ma per la nuova International Deejay Gigolo (oggi contraddistinta da un logo provocatorio che scoprimmo per la prima volta nel 2002, in piena era Electroclash, con “Hooked On Radiation” degli Atomizer) è evidente che Hell desidera altro anzichè ricorrere a schemi usurati già triti e ritriti. L’unico dubbio che mi assale è quello riguardante alcune tracce, come quella di David Keno e Diskokaine, riportate come esclusive ma in realtà già pubblicate da altre etichette.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

Lascia un commento