Humandroid – Eureka (Le Galassie Di Seyfert)

Chi la dura la vince. E Humandroid, metà umano e metà androide, è riuscito a trasformare in realtà ciò che desiderava almeno da otto anni. Il tempo è servito a maturare l’ego creativo, a plasmare meglio il gusto, a formare un tessuto coriaceo intorno alle sue composizioni in perenne ricerca di un’identità stabilizzata ma mutate, anno dopo anno, sino a mettere quasi totalmente da parte l’istinto più bellico della tanto adorata Electronic Body Music. Per il debutto, sulla label bresciana fondata da Exile (quello che anni fa apparve sulla blasonata BXR di Gianfranco Bortolotti) raccoglie quattro brani che riflettono il suo mondo, sospeso tra Electro ed Ambient-Krautrock cinematografico, con spaiati riferimenti Minimal Wave ottanteschi intrecciati a concettualità derivata e lievitata su letture di Edgar Allan Poe. Se “Cluster” (non c’entra nulla il progetto di Moebius, Schnitzler e Roedelius) batte i 4/4 in un mosaico di arpeggi e melodie cavalleresche, “Attraction” si rifà in modo più diretto all’Electro Techno teutonica di fine anni Novanta (ve lo ricordate Hometrainer?) ed “Irradiation” si sbilancia a scrutare orizzonti musicali orchestrati tra arpeggi, melodie e bassi parlanti. Last, but not least, “Limitless”, che evoca sogni legoweltiani, in mezzo alle spire di un serpente che striscia portandosi dietro materia grezza (la cassa, il rullante e gli hihats della TR-808) e un carico di soverchiante senso di appagante armonia. Florido il pacchetto dei remixes: dallo spagnolo Synth Alien, che ne amplia la gamma melodica, al tedesco Christian Gleinser intento a ristabilire il contatto con la ludica SID music (entrambi all’opera su “Cluster”), ai tre rimaneggiamenti di “Irradiation” a firma del nipponico Dr. Shingo (un’altalena di ritmi e nugoli di note elettriche), degli (instancabili) italiani Irregular Disco Workers (che sposano Electro, House e Disco nel loro ormai inconfondibile stile) e del visionario Federico Leocata, che dalla calda Sicilia ci manda l’ennesimo segnale di Abstract Electro modellata pensando al Donald arpanettiano imbevuto in composti alchemici degni di essere paragonati ai lavori più mistici degli Orb. Per Humandroid è un inizio col botto.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

Lascia un commento