Paul Kalkbrenner – Icke Wieder (Paul Kalkbrenner Musik)

Talento spiazzante o fenomeno temporaneo gonfiato dall’hype? Di Kalkbrenner si parlava anche una decina (e passa) di anni fa quando, messo sotto contratto da Ellen Allien, iniziò a suggere le atmosfere sospese dall’Ambient e dal Downbeat più etereo al fine di reimpiantarle su schemi in 4/4, più o meno violenti. Musica suggestiva, se si pensa a brani come “Guardia”, “Steinbeisser”, “Atzepeng” o le paradisiache “John 3-21” e “Press On”, animate dalla voglia di addolcire ciò che la Techno ha quasi sempre suggerito di fare a chi l’ha prodotta, ossia “rumore” creativo. Nella sua musica Kalkbrenner placa l’animo più adrenalinico, rallenta le pulsazioni, sostituisce lo stridio dei synth elettronici alle curve melodiche degli archi, e tutto ciò lo caratterizzava in mezzo a mille altri che invece vedevano l’inselvaggimento come postulato imprescindibile di ogni brano Techno che si rispetti. Con la destrutturazione globalizzata della Techno, e la quasi fusione con la House, il sound di Kalkbrenner ha però finito col mischiarsi e confondersi in mezzo ad altri tools spesso troppo uguali l’uno all’altro, ma con una sostanziale differenza data dall’incredibile buzz innescato dalla pellicola “Berlin Calling” con cui il suo nome si è ripiazzato, trionfalmente, al vertice di una scena in cerca perenne di miti. Certo, un pezzo come “Revolte” fa capire come Kalkbrenner abbia vissuto l’epoca dei Rave, ma chi l’ha scoperto con “Sky And Sand” (in compagnia del fratello Fritz) continua a gridare al miracolo, seppur di miracolo, forse, non si può parlare. “Icke Wieder” è un lavoro di buona fattura, e questo non lo si mette in dubbio, ma non sembra aver conquistato nulla di nuovo rispetto a quello che era già accaduto in precedenza. “Böxig Leise” è un chiaro surrogato della citata hit “Sky And Sand”, “Gutes Nitzwerk”, “Jestrüpp”, “Kleines Bubu”, “Sagte Der Bär”, “Kruppzeug” e “Schmökelung” non aggiungono nulla alla produzione su BPitch Control. “Schnakeln” e “Des Stabes Reuse” si spostano verso l’Electro Progressive che gli inglesi hanno più volte dimostrato di saper fare anche meglio (provate a cercare qualcosa di Random Factor o di Ralph Lawson), e “Der Breuzen” si rifà ancora a certe cose anglosassoni di metà anni Novanta (in stile Bedrock Records). Di veramente “fresco” o inedito qui ci sono solo i titoli, quasi impronunciabili per noi italiani, e forse per questo attrattivi. Ed allora torno a domandarmi se Kalkbrenner abbia ancora degli assi nella manica da giocare, o sia l’ennesimo degli artisti che hanno visto l’azzeramento creativo in seguito ad un hype che ne ha variato, in modo incontrollato, la loro dimensione.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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