TraXiss – Something Different EP (The-Zone Records)

In un anno esatto di attività, la The-Zone Records ha battuto svariati itinerari sonori, coinvolgendo artisti di rilievo sia italiani (Max Durante, Alessio Mereu, Composite Profuse, Feedback, Kobol Electronics) che esteri (Aux 88, Axel Karakasis, The Advent, Space DJz) e dimostrando ampiamente di ragionare come un’etichetta conscia della sua presenza nell’infinito mercato della musica digitale. Dopo diciotto uscite, fatte in prevalenza di Techno rabbiosa, i capitolini ci riservano qualcosa di davvero speciale, come ben anticipa il titolo dello stesso EP. Abbondantemente distante sia dalla Techno che dalla House, il lavoro dei TraXiss attinge in primis dal serbatoio Disco e Funk, centrifugando sensazioni ed emozioni appartenenti a decadi differenti. S’inizia con “March Of The Ghosts”, una scorribanda di ritmi Hip Hop graffiati da melodie, scratches e controtempi tipici del mondo urban, e si prosegue con “Brothers & Sisters” (col featuring di Medi Roch) che cinge di House il Funk, ed “Improve”, dove ha la meglio l’impronta Rock, con assoli di chitarra e virtuosismi di batteria, sino a quando entra la cassa ed un’impalcatura raffinatissima di samples vocali giocati col pitch. Il rullante si fa rude in “Look Bitch”, una scia di luci psichedeliche impazzite che si accendono e si spengono a ritmo di una sorta di Goa Techno moderna, con numerosi riferimenti al sound dei Rave inglesi dei primi anni Novanta, quegli stessi riferimenti che si aprono verso il Drum n Bass del medesimo periodo in “Veridik”, contraddistinto da arpeggi celestiali sequenzati su un tamburo battente quasi Hi NRG. La tempesta si placa con “Microcosmos”, immerso nelle contorsioni del Dubstep, per poi tirare il sipario sulla stilosa “Au Revoir”, una specie di frullato tra Daft Punk e Justice. Quel che colpisce dei TraXiss è il lavoro certosino di editing, presente in ogni brano, oltre naturalmente alla capacità e alla padronanza di gestire un così alto numero di stili e diramazioni sonore senza cadere nel facile tranello dello zibaldone insapore. Consideratelo un regalo del team di The-Zone, impegnato a diffondere musica elettronica anche attraverso l’etere radiofonico.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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