Legowelt – Poverties Paradise EP (Echovolt Records)

Non è facile stare dietro alle numerose produzioni a firma Danny Wolfers, ma tale prolificità è direttamente proporzionale ad una vivacità creativa senza pari. Del musicista di Den Haag si è già detto tanto, ed ormai, dopo oltre dieci anni di gemme, risulta quasi vano soffermarsi su quanto la sua figura abbia inciso positivamente nella scena europea, anche con picchi in termini di popolarità inattesa (“Disco Rout”, finita su Cocoon Recordings nel 2002). La sua passione per l’Electro e la Disco è andata scemando, per lasciare spazio ad una rielaborazione, dai caratteri del tutto personali, della House e della Techno statunitense, quella appartenente alla prima ondata (1985-1990). Dopo il remix per L.I.E.S., l’olandese torna sulla greca Echovolt Records con un EP che oserei definire taumaturgico, prodigioso: l’organicità dei quattro brani racchiusi al suo interno è spiazzante. La title track, “Poverties Paradise”, è Techno scura, ombrosa, graffiante, con voci spaiate, una mistura magica che solo Wolfers sa come creare rileggendo, a suo modo, l’old school ma senza mai (s)cadere nei grooves figli di scialbi loops abletoniani. In “Transmissions From Earth 2011” si riprende il discorso dei vari “Vatos Locos”, “Gardens Of The Ghetto” o “Slompy Jitt EP”, con andatura sognante ma rafforzata dai ride in levare e da una massicciata di bassi. Ascoltando “El Horizonte” mi è sembrato di scorgere qualche cenno a progetti di tempo addietro, come Macho Cat Garage o Catnip, fatti di Electro Funk sporca e filtrata, appesa a melodie apparentemente improvvisate perchè mai ripetute con la tecnica del loop. Infine la mistica “Saucolito Park”, avvolta in arpeggi evocativi che fanno della House/Techno legoweltiana un combo allucinato di materie storiche, proiettate in età moderna ma senza che la magia venga dispersa in inutili divagazioni.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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