Dr. Shingo – Have You Ever Seen The Blue Comet? 2012 (Sauroid)

Germania, 2002: Christian Morgenstern pubblica il primo brano di Dr. Shingo, intitolato “Have You Ever Seen The Blue Comet?”, sulla sua Forte Records che sino a quel momento si fa notare con Ural 13 Diktators, Codec & Flexor e Moshikop. Il singolo, estratto dall’album, include anche i remix dei citati Ural 13 Diktators e Takkyu Ishino. Il destino però, per Morgenstern, aveva progetti tutt’altro che rosei. La prematura morte, che l’ha portato via nel 2003 ad appena 27 anni, chiude i battenti della Forte Records, e Dr. Shingo continua la sua opera sulla Television Records, fondata dallo sfortunato tedesco e ai tempi gestita dall’amica Maral Salmassi. Altri singoli escono su Art Of Perception, Electric Avenue Recordings, Nite Grooves e Sonar Kollektiv, mentre sul fronte remix ritocca brani di Codec & Flexor, Carsten Franke e Quesh. Shingo Shibamoto è affascinato molto dalla scena tedesca, e i suoi show, alternati tra DJ e live, toccano Germania, Spagna, Cina, Corea, Singapore, Italia ed ovviamente Giappone, dove suona al Wire e al Womb, dove è tuttora resident. A dieci anni dal debutto, “Have You Ever Seen The Blue Comet?” torna nelle nostre casse grazie a quattro nuove versioni: dall’America quella di Ulysses (Teknotika, Lasergun, Guidance, Bear Funk, Internasjonal), dalla Slovenia quella di Sare Havlicek (Nang Records), dalla Norvegia quella di Skatebård (Digitalo Enterprises, Radius, Supersoul Recordings, Luna Flicks, Keys Of Life, Tellektro, Sex Tags Mania) e dal Belgio quella del nuovo talento Rafworx Oldindustry. Si tratta di riletture fortemente imparentate con la Disco quanto con la House, in atmosfere baleariche per Havlicek, in salsa acida per Ulysses, più psichedelica quella di Skatebård e con venature daftpunkesche quella di Rafworx Oldindustry. Come addendum, il Maxi-Single include due inediti, composti e registrati dieci anni fa ma non inseriti nel primo album “Dr Shingo’s Space Odd-Yssey”, utili per completare la prima uscita “arancione” dell’italiana Sauroid. Pare proprio che la cometa blu sia tornata a farsi vedere, ma non si tratta di Hale-Bopp, bensì di un misterioso disco volante giallo, immortalato in copertina.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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