The Chicago Shags – The Family Album (M>O>S Recordings)

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“The Family Album” è il quarto episodio che Legowelt ed Orgue Electronique convogliano nel progetto The Chicago Shags, varato nel 2005. Nonostante il titolo faccia riferimento al termine Album, il disco (disponibile anche in tiratura color giallo, limitata alle 80 copie) è considerabile un EP, e riassume quello che ormai è un mito che affolla le menti di migliaia di appassionati sparsi per il mondo: la House nella sua concezione originaria, narrata come se fosse storia in un album fotografico di famiglia. Per gli olandesi il riferimento resta quel determinato periodo, inquadrato tra 1985 e 1991 circa. A loro interessa “quella” House e Techno, e nient’altro, e ce lo fanno capire sfoderando un brano come “Ponderosa”, in cui convergono gli elementi che resero unico ed appassionante il tragitto artistico che Derrick May taggò nel 1987 come Rhythim Is Rhythim. Gli archi che viaggiano sugli spumeggianti 4/4 creano emozione, quasi come l’orchestralità di certe cose a firma DJ Rolando o Octave One. “Pancake Breakfast” è (ancora) House trasversale ed obliqua, che attinge dagli schemi di 25 anni fa a cui molta dance dei Paesi Bassi fa tuttora riferimento. In “Firetruck Sunday” cambiano i protagonisti: a dominare la scena ora sono il basso ad onda quadra, i possenti crash che segnano il tempo, i vigorosi snare e i serrati clap. Chiude “To The Westfield”, la più vicina allo stile legoweltiano degli ultimi anni, in cui melodie ancestrali, spesso frutto d’improvvisazione, regnano sovrane svolazzando su bassi sinuosi e ritmi brulicanti di percussioni tratte da vecchie Roland e Casio. Sin dalla prima apparizione, The Chicago Shags ha mostrato una preponderante tendenza nello sciogliere e dipanare la distanza tra passato e presente, attraverso un sapiente dosaggio di elementi. Anche in questo caso il fascino della tradizione analogica, a cui i due si dedicano in modo quasi ascetico, ha la meglio su tutto, ed aggiunge un’altra gemma al catalogo della label diretta da Aroy Dee.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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