Issakidis – Karezza (Kill The DJ Records)

Nel comunicato diffuso insieme al promo CD, si parla di George Issakidis come il vero eroe del movimento pre Daft Punk. Definizione troppo esagerata? O forse non azzeccata per il paragone col popolare duo parigino, che con l’artista in questione pare divida solo la città di residenza? Issakidis è uno che non si è mai cibato di Funk e Disco, preferendo materie di estrazione meno danzereccia e più legate alle sperimentazioni. Dovendo però trovare a tutti i costi un link con Balgalter e de Homem-Christo, si potrebbe fare riferimento alla sua propensione al sampling, quello studiato minuziosamente e non derivato dal semplice ritaglio di brani popolari da far riecheggiare in nuovi groove. Lasciato il progetto The Micronauts (ricordate “The Jag”?) nelle mani di Christophe ‘Widowsky’ Monier, Issakidis si dedica alla carriera solista varando la personale etichetta, The Republic Of Desire, ed ora incidendo il primo Album per Kill The DJ Records. Si parte subito mettendo in mostra la voglia di rumorismo (“Hiva Oa”) e un pizzico di Dub Techno (“Summer Solstice”, con Perc). Poi, insieme a Mickey Moonlight, strizza l’Electro nel Krautrock (“Santa Rosa De Lima”), e finge di passare sulla House con “Hold My Hand” che in realtà House non è. Sembra piuttosto un ibrido tra il Field recording e l’elettronica sperimentale derivata dalla sintesi analogica. A seguire le velature scure di “Cherry Red” (già estratto come singolo e rafforzato da un remix dal retrogusto 80s degli It’s A Fine Line), gli echi chicagoani puntellati da un cut/up schizofrenico di voci pitchate (“Shivers”), e l’Ambient cinto dal groove in 4/4 (“Next To You”). Il Glitch riemerge in “Karezza”, insieme a suoni spezzettati, frequenze digitali, crepitii e scricchiolii lanciati su un beat seminale ed un basso appena accennato. A chiudere sono le battute rallentate di “In Love” (Dzir Mix), saliscendi di pad e voci. Nella versione in 12″ ci sarà anche il bonus “All In A Moment” realizzato con Speedy J, amico sin dai tempi del citato “The Jag”, del 1999. A completare è l’artwork di M/M, storico duo di designer parigini.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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