Tempelhof – Frozen Dancers (Hell Yeah Recordings)

Tempelhof - Frozen Dancers Che i Tempelhof (Luciano Ermondi e Paolo Mazzacani) non fossero due compositori qualunque lo avevamo gia’ capito dal primo Album su Distraction, “We Were Not There For The Beginning, We Won’t Be There For The End”. Ora si riconfermano grazie ad un full che sposa magistralmente Ambient, Shoegaze, Dub ed Electro come in pochi oggi sanno fare. “Frozen Dancers” e’ figlio di una passione viscerale per musica culturalmente ricca, che rifugge dalle tipiche prevedibilita’ che il “mercato per DJ” oggi offre. “Drake” e’ la soundtrack di un sogno che non si vorrebbe mai interrompere, “Monday Is Black” invece, in netta contrapposizione, sembra proiettare l’immagine della sveglia che suona il lunedi’ mattina, rompendo la magia. Poi c’e’ “Change” che volteggia in aria come in assenza di gravita’, ed anche i suoi tentacoli ritmici sembrano sottrarsi alle normali leggi della fisica. Attraversando latitudini contemplative e riflessive (“Nothing On The Horizon”), serenita’ e rilassatezza poi messe in tensione dal ritmo (“Sinking Nation”) e l’Ambient accomodato sul Downbeat (“She Can’t Forgive”), i Tempelhof si misurano con qualcosa di piu’ danzereccio grazie a “The Dusk”, in cui appare un’inaspettata cassa in quattro circondata dalla patina di musica d’atmosfera spiegazzata da una sorta di Acid messo in sordina. Tornano sobri con “Skateboarding At Night”, sulle scie di celestiali melodie, quasi liturgiche direi (anche se quando salgono in superficie i beat cosi’ elettrificati si assiste all’ennesimo prodigio), e “Running Dog”, legnosa Broken Beat che cela un animo dolciastro. Italiani che seguono le traiettorie dei Boards Of Canada, del compianto Pete Namlook e di act sparsi su Warp, Apollo, Origo Sound ed altre label con quello spirito. Ps: esistono 110 copie promozionali distribuite ai soli giornalisti, numerate e realizzate una per una dal designer Andrea Amaducci, a sottolineare quel senso di unicita’ che oggi, epoca della globalizzazione in cui tutto (o quasi) puo’ essere di tutti, viene spesso a mancare.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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