Blastromen – Reality Opens (Dominance Electricity)

Blastromen - Reality Opens Ci sono voluti quattro anni per dare un seguito a “Human Beyond”: il concept resta altamente futuristico, e questo era piuttosto prevedibile pensando ai Blastromen, tra i migliori interpreti dell’Electro del nuovo millennio. Imprevedibili invece le traiettorie che il duo finlandese avrebbe seguito per questo nuovo Album, su cui scommette (ancora) l’indomita Dominance Electricity. La prima sensazione che si avverte è quella di fronteggiare con una sorta di “Tron”, ma più imbizzarrito e con tocchi industriali, paragonabili a quelli che i Blotnik Brothers convogliavano qualche anno fa sulla Satamile di New York. Il brano che dà il titolo al lavoro, “Reality Opens”, attinge dal tipico mondo delle soundtrack di film di fantascienza, con quella conclamata e struggente epicità. Quando parte “Vision Control” emergono subito i tratti distintivi del duo nordico, ossia impetuoso ritmo che sposa melodie quasi Dreamwave ed impeccabili voci vocoderizzate, che prendono le sembianze di un rap meccanico in “Infiltrator Unit” (sullo stile dei loro primi EP su X0X Records). “Sidtroen” e “Sense Of Ears”, a seguire, appaiono perfette per i b-boy del nuovo millennio. Muovendo ingredienti simili in “Glacier Planet”, “Transportation Nonstop” e “Lost Dissents”, i Blastromen creano il loro mondo sonoro, in cui i ritmi, ai confini con Breakbeat, lasciano intravedere uno scorcio di futuro fatto di macchine sferraglianti, androidi, astronavi e cervelli elettronici sparsi ovunque. “Reality Opens” è ideale per accompagnare una pellicola sci-fi ma potrebbe generare più di qualche visione leggendo un vecchio fumetto Marvel o Weird Science. Certo, i tempi sono cambiati e i ghettoblaster hanno lasciato spazio a computer portatili e telefoni multimediali, ma per gli Electro addicted il desiderio di immaginare il futuro, anche quando questo pare essere diventato il presente, resta fortissimo. Come di consueto Dominance Electricity mette a disposizione il formato CD e il doppio vinile (nero, rosso o trasparente) con annesso l’immancabile poster con l’artwork a firma The Zonders, altra garanzia in ambito retrofuturista.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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