Cute Heels – Spiritual (Dark Entries)

Cute Heels - Spiritual L’etichetta di San Francisco guidata da Josh Cheon è tra le leader nell’ambito di quelle realtà devote ai cult (editi ed inediti) del passato. Recentemente ha fatto parlare parecchio con “School Daze” di Patrick Cowley ma il catalogo è straripante di gemme di ogni tipo (da Crash Course In Science ad Eleven Pond passando per Big Ben Tribe, Psyche, Algebra Suicide e Borghesia, giusto per citarne alcuni). Ora è tempo dell’Album di Victor Lenis, colombiano che da qualche anno ha lasciato la sua Bogotá per trasferirsi in Europa, peregrinando tra Belgio e Germania, che poi non a caso sono le nazioni che musicalmente hanno forgiato il suo gusto. Da vero patito EBM ed Industrial, per anni Lenis declina queste tematiche in innumerevoli pubblicazioni (digitali) sulla sua Black Leather Records. A metà strada tra un DJ ed un musicista Dark Punk, il colombiano (a quanto pare definito da Juan Atkins “il nuovo sangue e spirito per la nuova fase della Techno”) è padrone della materia e non desidera emulare passivamente chi, prima di lui, ha reintrodotto il mito dell’EBM in contesti moderni. “Spiritual”, infatti, non è confinato in un unico range ma si sporge verso scenari Electro e Techno. Come annuncia la label, «è ispirato in egual parte da Liaisons Dangereuses e Drexciya» e le otto tracce equivalenti a quaranta minuti di musica, ci consegnano qualcosa che effettivamente ha il gusto multiforme. Dall’oscurità densa di suspance con dilatazioni Dark Ambient di “La Symphonie” all’Electro smembrata sotto i colpi di sfacciato goticismo di “SV Forest”, dai ritmi più definiti di “Watch The Neon” alle vibranti melodie vagamente cosmiche e tranceggianti di “Spiritual”, sino al ganglio metallico offerto da “Metal Disco”, su cui insistono riferimenti Synth Pop, all’Electro sminuzzata e saltellante di “Methaphysic The Method”, tanto kraftwerkiana nella scelta dei suoni, alla sinuosa “Calibre 2000”, che si tira dietro primitivismi Chicago House, e alla Dark Wave tripudiante di sintetizzatori analogici di “Future Dancers Last Rockers”, che rimanda a quanto l’artista ha raccolto su Romance Moderne dal 2011. Registrato e mixato al Sensorium Studio di Zagabria, in Croazia, nello scorso Novembre, “Spiritual” è racchiuso in una copertina col design a firma Eloise Leigh. Su sfondo nero ovviamente.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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