Andromeda – Andromeda (Disco Segreta)

Andromeda - Andromeda Esistono dischi che hanno la fortuna di vivere una seconda vita, talvolta molto più intensa della prima. È il caso di “Andromeda”, brano che viene pubblicato in formato 7″ nel 1981 sulla misconosciuta Papaya e che davvero in pochi ricordano ed hanno la fortuna di vantare nella propria collezione/archivio. Su Discogs la quotazione ha difatti toccato i ben milleseicento euro. L’occasione è ghiotta per il Reissue, ufficiale e non un bootleg “pirata” come i tantissimi ormai in circolazione, che segna il debutto della Disco Segreta. Trattasi di una sorta di mash up ante litteram che adopera come base strumentale il classico dei Bee Gees, “Stayin’ Alive”, riadattato su un testo in lingua italiana improntato sulla fantascienza dei tempi (spazio, astronavi, viaggi interstellari, vita su altri pianeti, robot, alieni umanoidi). L’Andromeda che viene dal pianeta Amore, tutto blu, è l’aliena che gli adolescenti di quegli anni avrebbero voluto incontrare per davvero, vantandosi a vita con gli amici di essere riusciti a far capitolare il cuore di una seducente extraterrestre dalle fattezze completamente diverse rispetto ai canoni con cui solitamente si descrivevano i presunti E.T. giunti in visita sulla Terra, con tre occhi, pelle squamosa e sguardo rettiliano. Questa Andromeda annullava le innumerevoli astrazioni nate nei romanzi e fumetti di fantascienza, e rendeva gli ipotetici “invasori dello spazio” assai meno pericolosi ed ostili di quanto si riteneva nell’immaginario collettivo. Oltre all’Original ed una Extended, il 12″ accoglie pure il favoloso remix a firma Beppe Loda sorretto da influssi più marcatamente Disco/P-Funk. Una pubblicazione che attinge dal passato per consegnare al presente e al futuro, alimentando il feticismo legato al possesso della musica, intesa non solo come virtù udibile ma come oggetto materiale. 500 le copie disponibili, numerate a mano e con la copertina fedelmente restaurata dall’originale di quasi trentacinque anni fa. [Giosuè Impellizzeri]

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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