#040 Strumenti per DJ – Alta tecnologia [13-02-2005]

Qualche settimana fa ho assistito ad una serie di dimostrazioni tecniche riguardanti l’utilizzo di nuove apparecchiature per dj’s. Non c’è che dire: la tec(h)nologia, negli ultimi tempi, ha fatto davvero passi da gigante e i cdj che sino ad una decina d’anni fa sembravano strumenti destinati ad essere utilizzati solo da chi aveva più bigliettoni verdi nel salvadanaio, sono entrati ora nell’uso comune spodestando quasi del tutto il mitico giradischi che ha contrassegnato un’epoca dei locali da ballo. Tengo a sottolineare quel ‘quasi’ visto che c’è sempre un numero ragguardevole di persone (e io sono tra questi) che continua a sostenere il vinile ed il suo utilizzo. Indubbiamente la tec(h)nologia aiuta (e non poco) chi opera dietro la consolle (basti pensare a quanti dj’s hanno implementato il loro live-equipment con cdj, fx-machine e final-scratch) ma credo che il voler semplificare a tutti i costi le tecniche di una volta non sia così tanto utile ai fini della capacità artistica. Ora basta un dito per effettuare il più complesso dei cutting, sfiorare un tasto per camuffare un mixing mal riuscito con l’effetto di un jet in partenza … il tutto sotto le orecchie degli astanti che credono invece che tutto sia frutto dell’ingegno di chi armeggia dietro mille led colorati.

-MAS 2008 "Pretty In Plastique" (Electronic Corporation): progetto ‘totally electro’ per il bravo Mas 2008 che si fa interprete di un ponte immaginario tra passato, presente e futuro. La sua vena creativa affonda le radici nell’ebm e nelle avanguardie del pop anni ’80 e tutto ciò si riflette in quattro tracce tra le quali spicca la cover di "So Sweet" dei mitici D.A.F. (Robert Görl docet) che ora diviene "So Süss". Pura synth-age del ventunesimo secolo.

-STANNY FRANSSEN "The 8th Grave" (Platform): lasciata un pò in disparte la sua Genetic, il belga Stanny Franssen (conosciuto anche come G-Force) approda sulla neonata Platform con un classicheggiante techno-tool ove i loops sono slegati da quella canonica circolarità che da sempre contraddistingue la minimal-techno. Hertz invece, nel suo remix, innesta su un groove plastico ottimi suoni dal fascino lievemente retro. Una gustosa release per i patiti del groove.

-DENIS KARIMANI "War Es Nicht" (Dial): il bravo produttore che emerse nel 2002 nelle vesti di Remute (grazie all’intuito di Zombie Nation che lo volle sua sua allora emergente Dekathlon) torna, questa volta su Dial, con un progetto che batte la strada della minimal-electronic-house. L’artista, non nuovo a questo genere di produzioni (vedi le trascorse esperienze in casa Areal e Trapez) si diverte nel costruire tre tracce che faranno felici gli amanti dei suoni più ricercati.

-PHONOSYNTHESE "Waldall" (Elektrolux): a due anni da quel manifesto surrealista intitolato "Lebensstrom" arriva un nuovo concentrato di sonorità minimal-ambient inframmezzate da un sobrio downbeat. Il tutto proviene ancora da quello studio immerso tra i monti Taunus nella Germania centroccidentale, lo stesso dal quale (agli inizi degli anni ’90) vennero fuori progetti techno come Smokey Sessions e Lysix. Gli animi ora si sono addolciti.

-MARTINEZ "Desertsweeper" (Out Of Orbit Recordings): perfetto follow-up di "Chordripper" per il danese Martinez che ci somministra tre tracce definibili ‘tech-deep-house’. La main-track è quella che ruota attorno a bpm non sostenuti e suoni tipicamente deep, più plastica "Like Dust On The Road" mentre a chiudere sono le inaspettate terzine di "Cloudstepping" ove s’infiltrano bassline electroidi e lievemente aciduli. Un viaggio in tre mondi differenti: che l’autore sia stato ispirato da Dante ??

-PLASTIQUE DE RÊVE "The Sounds You Hear" (Turbo Recordings): un disco davvero lontano da quello che era lo stile originario dell’artista australiano lanciato da Dj Hell nel 2001. I crepitii e i digitalismi impazziti lasciano ora il passo a costrutti acid-clubby-house. Sul lato b è incisa anche "Do It!" (già edita alla fine del 2003 su 7B) che rimane l’unica traccia ad incarnare lo stile di Plastique De Rêve fatta di beats sincopati nei quali un virtuoso sinth ruota ciclicamente.

-ANGELA FLAME & PACOU "Autofokus E.p." (Klirfactor): accoppiata vincente per questo nuovo episodio della vigorosa Klirfactor. Da un lato uno degli storici dj’s del Tresor di Berlino noto per le sue evoluzioni sonore su Djax-Up-Beats e dall’altro la bella dj di Singapore ormai tedesca d’adozione. L’Europa incontra l’Asia con quattro tracce nelle quali s’incrociano leggiadre sensazioni deep-abstract.

-DA INTRUDERS "Leavin’ This World E.p." (Serie 011): un ottimo album in doppio vinile 12" questo di Da Intruders, il progetto dietro il quale operano Laurent Daners aka Dj Dan e Pierre Mestrez che, in un recente passato, sono apparsi sulla Meuse Muzique dell’olandese Break 3000. Ben 9 le tracce electro-retro dalle metriche e suoni spezzettati tra le quali emergono "Technotronique", "X-Plode", "Computer Negotiation" e la splendida "Guru’s Vision".

-TAKAAKI ITOH "Hear Nothing E.p." (MB Elektronics): il nipponico che emerge a vista d’occhio nel mercato hard-techno approda anche sulla label belga di Marco Bailey con quattro tracce nelle quali s’individua uno spiccato gusto per il controtempo. Cattivissime "Hear Nothing" e "See Nothing" ma credo che l’apoteosi lo si raggiunga con la bestiale "Say Nothing". Impareggiabile come sempre la techno dei giapponesi.

-LUKE SLATER "Fear And Loathing 2" (Resist Music): il triplo vinile raccoglie in una sola tornata 12 tracce selezionate da Luke Slater che, da più di un decennio, cavalca l’onda della techno internazionale. Da sonorità più dure ci si sposta verso l’electro e l’acid tornata prepotentemente di moda. Presenti all’appello gli Alter Ego, Dopplereffekt, Maskio, Dj Misjah, Nitzer Ebb, Chris Mc Cormack, Throbbing Glistle e lo stesso Slater con la hit "Nothing At All" rielaborata da King Unique e l’aggressiva "Long Lost" firmata con lo storico pseudonimo Planetary Assault Systems.

-JEL FORD & OSCAR CHARLIE "Moments Of Clarity" (Jericho): con questo nuovissimo e.p. si rinnova la la profiqua collaborazione stretta già da tempo tra Jel Ford e Oscar Charlie, esternatasi con progetti come "First Of Many", "The 201" ed "Evasive Manuevres". Non aspettatevi però il classico techno-tool fatto di solo groove: qui appaiono marcati bassline che mutano il risultato finale in qualcosa di davvero bangin’.

-ROWLAND THE BASTARD "Back On The 303" (Routemaster): i tempi cambiano e con essi anche la musica. Ma se c’è qualcuno che negli anni è rimasto sempre fedele ed aderente al suo gusto, questi è proprio Rowland The Bastard che in questi primi giorni di febbraio torna sulla mitica Routemaster col l’uscita #54. Le due tracce sono farcite di pura bastard-techno imbevuta nell’acid più rumorosa. Un boato sotto forma di vinile.

-K. SANDERS "untitled" (Elektrogrill): pura electro con vocoder che s’inerpica su pareti che brulicano di figure mitologiche, un pò lugubri ma tanto sarcastiche da catturare l’attenzione di chi con l’electro non va proprio d’accordo. Lo riconoscerete per via dell’anonima label-copy. A pubblicare il tutto è la sublabel meno attiva del gruppo Pornostar Music (già, proprio quello di Holzplatten e Kazumi).

-MUSTFUZZ "Sequential Circus" (Inzec): Mustfuzz è il progetto col quale si esterna la sagace collaborazione nata tra lo svizzero Daniel Wihler (conosciuto anche come Alphatronic) e l’americano Tom Vedvik. La loro comune passione per la musica elettronica e per la tecnologia in generale ha portato a questo risultato nel quale tutto è realizzato con strumenti hardware tramite i quali si passa da battute asincroniche all’experimental rumorista sino all’ambient e all’elegante downtempo. Utile per chi vuole assaporare la musica elettronica in momenti di relax e tranquillità.

-BASTARDS OF LOVE vs GENEVIEVE PASQUIER "Wheel Of Passion: Classification" (Petting Zoo): apertura di catalogo per l’emergente Petting Zoo che con "Wheel Of Passion: Classification" si muove verso itinerari electro-neopop. Il vinile, un 10" limited-edition, racchiude quattro tracce interessanti che potrebbero fare la differenza in un electroset dalla spiccato gusto per il pop retro degli 80’s.

-MARCO PASSARANI "Criticize" (Peacefrog): seconda esperienza sulla label inglese (dopo "I House You" dell’anno passato) per il dj romano ideatore di quel reticolo di labels sperimentali come Nature, Plasmek e Pigna. Il pezzo porge suadenti armonie dalle venature deep che assalgono l’ascoltatore assieme a liriche che rammentano lo stile del nordico Erlend Øye. L’ennesimo esempio di un artista italiano costretto a scavalcare le Alpi per trovare la sua giusta ubicazione nel mercato musicale internazionale.

-AA.VV. "The Sound Of The Fifth Season" (Cocoon Recordings): non mi dilungo nel parlare di questo ammirevole progetto (costituito da un cd audio ed un dvd) visto che è stato il protagonista principale dello scorso appuntamento con Electronic Diary (#039). Un plauso di merito al guru della techno teutonica che cavalca l’onda dall’ormai lontano 1989, anno in cui prestò la voce e l’immagine al progetto Off con la popolare "Electrica Salsa". Un package da sottoporre all’attenzione di chi sostiene che la techno sia solamente un vago ricordo.

-MATTHEW MERCER "Secrets Part 2" (Neuton Music): quattro eccellenti tracce electroid-tech-minimal per l’artista che rilasciò il primo volume di "Secrets" sulla Forte del compianto Christian Morgenstern (R.I.P.). Mi inizia a piacere questo stile a metà strada tra la cacofonia e l’electro più underground, chiarificato da pezzi come "Anathema" e "Phenomena". Atteso il supporto da personaggi come Matthew Herbert, Cabanne e Dj Koze che consumarono il precedente.

-CARI LEKEBUSCH "Motions Of Energy" (H-Productions): storico eroe della techno svedese, Cari Lekebusch ora si sgancia un pò dal minimalismo estremo che l’ha quasi sempre contraddistinto. La main-track non è mai esasperata e contiene nel suo pulsante groove particelle della storica Tr-808. Con "Do You Like Acid?" le differenze dal classico Lekebusch divengono più sostanziali ed evidenti grazie a bassi bpm ed un vigoroso acid-line che attraversa longitudinalmente il pezzo. Un ottimo esempio di eclettismo.

-THE KILLERS "Somebody Told Me" -the remixes- (Lizard King): ecco come rovinare un pezzo che nella versione originale era perfetto. Il lavoro di Mylo, forse impegnato a radunare le forze per il follow-up di "Drop The Pressure", è mediocre e fin troppo prevedibile. Qualche punto in più lo merita The Glimmers Gyprock che mantiene quasi inalterato il filone punky. In circolazione c’è anche la versione di Tommie Sunshine al quale consiglio un ascolto più attento.

-AA.VV. "Buddha-Bar VII" (George V Records): edita dalla rumena George V, la raccolta Buddha Bar (che sarà presentata il prossimo 22 febbraio c/o L’Armani Privè di Milano) tocca il suo settimo capitolo. L’alchemica quanto suggestiva tracklist è stata compilata da Ravin e David Visan che hanno optato per svariati pezzi inediti. Il primo cd, "Sarod", è immerso in armonie che spaziano tra suoni brasiliani, vietnamiti, ungheresi ed indiani mentre il secondo, "Sarangi", è più ‘ethnic-tronic’ e danzereccio. Tra i tanti Jose Padilla, Riccardo Eberspacher, Afterlife feat. Dannii Minogue, Salif Keita, King Britt, Mo’ Horizons e Ryuku Underground.

Electric greetz

DJ GIO MC-505

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