#045 – Musica Techno, House o Microhouse? [20-03-2005]

La techno si è avvicinata all’house o viceversa ?? Ascoltando l’ultima ondata di releases tratte da ogni Paese d’Europa ci si rende conto di avere a che fare con un nuovo stile che si pone a cavallo tra le due scuole di pensiero da sempre in contrapposizione. Non si parla di tech-house, quello stile buio e ciclico apparso alla fine degli anni ’90 nei clubs della Germania del nord, bensì di qualcosa di più colorito e vivacemente intersecato all’electronic, alle linee grezze di sintetizzatori, a voci robotiche, a beats plastici. Microhouse è la variante o forse addirittura la ‘mamma’ di questa nu-house che ormai in tanti chiamano ‘electronic-house’. L’house d’oltreoceano, quella di Morales, di Todd Terry, di Frankie Knuckles, dei M.A.W. e di altri nomi storici del panorama mondiale, sembra aver perso terreno, colpi, al contrario di nomi come Black Strobe, Tiefschwarz, M.A.N.D.Y., Abe Duque e migliaia di altri meno conosciuti che ne hanno preso il posto andando a confondere le idee di chi non sa ancora bene da dove provengano questi amatissimi virtuosismi digitali. In merito a ciò vorrei evidenziare una recensione del collega Schiffer risalente allo scorso 18 febbraio, nella quale si mette bene a nudo il pensiero di svariate centinaia di dj’s attuali che CREDONO di scoprire musica nuova spacciandola per qualcosa che è tutt’altro che house. Se la house-music getta le radici nel soul perchè le alchimie di Alter Ego & Co. devono rientrare nello stesso contesto ?? E pensare che molti ‘dj’s house’ hanno addirittura paura nel nominare il termine ‘techno’ ma inconsapevolmente non fanno altro che alimentare il genere da sempre demonizzato dai mass-media.

-ABEL RAMOS & DJ CHUS “Live Session” (Stereo Productions): un viaggio che parte dalla dark-house per finire nella progressive-trance: è questa la veloce sintesi di “Live Session”, il mix-cd edito dalla Stereo Productions e frutto di due esibizioni live realizzate con mixer, giradischi e cdj. House durissima, a volte derivata dalla techno di Detroit, proviene da pezzi di Muzzaik, Prompt, Mendo e Roman Lieske mentre scenari ipnotici progressive-trance provengono dalle creazioni di Technova, Simon & Shaker e Sin Plomo. In evidenza quel “Greece 2005”, rivisitazione del classico del 1997 di Three Drives On A Vynil, ormai simbolo delle notti estive ibizenche.

-VHS OR BETA “Night On Fire” (Kitsune): la label francese, nata sul finire del 2003 ed emersa vistosamente per aver lanciato “Man With The Guitar” ed “Italian Fireflies” dei Black Strobe, torna su tracciati electro-pop che tanto rammentano lo stile dei vecchi Duran Duran. Su questo vinile presenziano, oltre ad un’orecchiabile Original Version, i remix di Carlos D ed il più rockettaro ‘Blooklyn Fire’, realizzato da Tommie Sunshine in coppia con l’inseparabile Mark Verbos.

-ROACH MOTEL “The Beat Is Mine” (Junior Boy’s Own): spronati dalla nuova invasione di acid-house a cui assistiamo da quasi un anno, Farley & Heller riportano a galla una hit risalente ai primissimi anni ’90. La Dub è un puzzle di voci sintetiche e spruzzate di acid-line ma è nella Vocal Mix che si apprezza ancor di più il suono ruvido della Tb-303 capace di far avvicinare i patiti dell’house music a quelle che sono le sperimentazioni spudorate della techno.

-PIERRE “The Georg Funk Experience” (Horspiel Musik): dopo il beastidiot e la lunatic-techno è la volta del ‘minimal dope streetbeats in punk attitudes’, terminologia coniata espressamente per il progetto Pierre. Lo stile è sofisticato, quasi intraducibile, paragonabile al linguaggio di antiche tribù che continuano a vivere lontane dalla tec(h)nologia odierna. Un misto tra funk e punk, quasi uno scioglilingua insomma. Sul lato b troverete il remix di Si Begg che si discosta dai canonici 4/4 preferendo un’amalgama tra big-beat, electro, noize ed experimental. “The Georg Funk Experience”: simbolo che rivela l’esistenza di producers animati dalla passione per la musica e non dal business che ne potrebbe derivare.

-SOLVENT “Think Like Us” -the remixes- (Ghostly International): ormai sono dappertutto, una vera persecuzione. Mi riferisco agli Alter Ego, richiestissimi in tutto il mondo dopo l’exploit dell’estiva “Rocker”. Sarebbe troppo scontato e banale segnalarvi la loro rivisitazione visto che con questo 12″ potreste imbattervi in suoni ancora più sotterranei provenienti dalle menti ‘perverse’ di Lowfish ed Ectomorph.

-AA.VV. “The 15th Porn Cut” (Pornographic Recordings): un vero e proprio cofanetto questo della Pornographic (la label più giovane del gruppo MB Elektronics) che raccoglie in una sola tornata alcuni tra i più forti producers europei. Cristian Varela infonde cariche broken-dark-beat, Julio Posadas si adagia su grooves tribali e voci etniche, Zoran preferisce intersecare la vigorosa detroit ad house-chords, Axel Karakasis punta su una rivisitazione in chiave techno di musica salsa. Wesley Goosens, Zzino, Electro One ed il ‘padron di casa’ Marco Bailey completano egregiamente questo interessante progetto edito dall’etichetta del ‘blow-job’.

-POUNDING GROOVES & R.A.W. “Shark 06” (Shark): vigoroso e violento come il precedente, il sesto tassello della saga Shark prende un pò più di colore grazie ad una techno plasmata secondo gli schemi di Thomas P. Heckmann. Delusione per “M16 On A Day Out” fatta di una banale costruzione ritmica mentre il segno di rimonta lo si denota con la scabrosa “I’ll Bite You On The Ass, Bitch” che procede su un tracciato più tempestoso. Non esaltante ma utile.

-JOSEPH ARMANI & JAN FRANSISCO “Infatuation” (Joja): nazionalità svedese per questo vinile da non lasciarsi sfuggire se siete amanti del nuovo filone musicale nato dall’unione tra techno ed house (e non mi riferisco alla più datata tech-house). A rendere ancora più preziosa la release è indubbiamente il remix di Hugg & Pepp, simpatici nomignoli dietro i quali operano i prolifici e geniali cugini Dahlbäck.

-BRYAN ZENTZ “In The Mix” (Monoid): primo mix-cd per la ‘seconda vita’ della Monoid seguita in primis da Alex Flatner. Zentz predilige una techno che spesso incontra il reggae, la cultura della street-art e l’estetica dell’hardcore-punk. L’affascinante sentiero è segnato da tracce di Hugg & Pepp, Stryke & Santos, Dj Misjah, Felipe & Nicolas Bacher, Samuel L. Session, Cari Lekebusch, Noha Pred e molti altri.

-AA.VV. “Electric Nights Vol. 2” (Kommando 6): un mini-album stampato in limited-edition: questa la sintesi di “Electric Nights”, progetto fortemente voluto dalla piccola (ma non per questo trascurabile) Kommando 6. Tra le 6 tracce apparentemente confusionali e quasi prive di uno scheletro, emergono quelle di Moon Disco, Manasyt e Polygamy Boys, alfieri di uno stile electro influenzato dalla dark e gothic techno.

-POPSTITUTE “People Want To Have Sex” (Fahrenheit Music): titolo più che esplicativo per il #002 della Fahrenheit Music di Mario Più. Il pezzo segue, a grandi lineee, lo stile di Tiga, Märtini Brös e della crew di labels come Trapez e My Best Friend, riletto in chiave italica. Nulla di eccezionale però all’orizzonte vista la netta aderenza ad uno stile che oggi seguono in moltissimi per potersi assicurare un posto al sole in quello che è ormai divenuto il freddo mercato discografico mondiale spesso diretto da antipatici (ma necessari) discorsi di business.

-ERIC SNEO “Slave To The Beat” (Terminal M): Concentrato unicamente sul groove, motivo portante del suo secondo album, Eric Sneo converge verso sequenze tribalizzate e molto vicine alla techno di Detroit, essenziale, priva di fronzoli, orpelli e barocchismi. Più maturo rispetto al precedente “Mr. Beatdisaster”, “Slave To The Beat” non tralascia nemmeno il minimal-sound oggi tanto modaiolo. Scariche techno-rave poi completano il succulento piatto già ‘divorato’ da dj’s di fama internazionale.

-SILHOUETTE BROWN “Silhouette Brown” (Ether): Dietro Silhouette Brown si celano Kaidi Tatham (già protagonista per la Ninja Tune) e Dego MacFarlane, pioniere del drum & bass anglosassone. I due si lasciano affiancare dalla vocalist Deborah Jordan (nome noto nella scena jazz londinese) per forgiare questo album nel quale un filone neosoul si mischia all’eleganza e alla sobrietà del downbeat. Musica da apertivo.

-AA.VV. “50th Release Edition” (Silver Planet Recordings): importante traguardo per la Silver Planet, la label di Notting Hill (Londra) che dedica questa cinquantesima uscita al compianto Caspar Pound della Rising High Records considerato la prima fonte d’ispirazione. Dalla consueta progressive-house ci si sposta, seppur marginalmente, verso i territori dell’electro grazie a “Vandenberg” di Red Baron (ricostruita dalle capaci mani di Grayarea) ed “In Deep” di Chimera (rielaborata da Aidan Labelle). Mai opprimente e molto sognante.

-AZURE TAINT “Magic Affair/Vacuum Vibes” (Phono Elements): è ormai prossimo all’uscita questo #020 della Phono Elements, tentacolo del gruppo G.E.M. capitanato dal bravo Pascal F.E.O.S. . Dietro Azure Taint si cela Kai Randy Michel che fonde tech e deep-house con solide atmosfere dark, scure e molto tenebrose. La ritmica è minimalista ma mai titubante. Progressive-house inglese rinforzata da una spruzzata di techno tedesca.

Electric greetz

DJ GIO MC-505

Technodisco

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