INTERVISTA A MAX DURANTE & KETTY BOCCIA di Giosuè Impellizzeri 04/08/2005

Da svariati anni Max Durante & Ketty Boccia contribuiscono nel tenere alta in Europa la bandiera della musica elettronica partorita in Italia. Centinaia di serate alle spalle spesso svolte al fianco di personaggi come Jeff Mills e Laurent Garnier, Max e Ketty amano esplorare i meandri più oscuri della musica da ballo andando spesso a toccare atmosfere housy o prettamente electro old-school. Vantano una collaborazione con il tedesco Anthony Rother (col quale fondarono il progetto Netzwerk Europa) e con Dj Hell che, qualche anno addietro, interpellò Max per produrre a quattro mani l’album della storica band dei Tuxedomoon poi pubblicato sull’International Deejay Gigolo. Tra le loro ultime releases si segnala "From Detroit To Rome" uscita sull’etichetta londinese Electrix e "Scratch On Pop", vero inno microhouse pubblicato dall’emergente etichetta svizzera 7B. Eccoli qui sulle pagine di Technodisco.

Ciao Max, ciao Ketty: benvenuti su Technodisco. Apriamo la nostra chiacchierata parlando di voi e del vostro avvicinamento alla musica.
Ketty: "L’avvicinamento alla musica elettronica lo devo a mio zio che, quando avevo 6 anni, mi regalò un pò dei suoi dischi che all’epoca ritenevo assurdi ma intriganti. Tra quei dischi c’erano i Pink Floyd, Mike Oldfield, Kraftwerk ed un piccolo organo elettronico che suonavo per delle ore. Appassionata da sempre di videogames e computer, trovo affascinante tutto ciò che è "artificiale" a partire dai suoni e dalle immagini. L’approccio più concreto con la musica invece risale a quando avevo 15 anni, periodo in cui acquistavo i miei primi mix di house music ed acid. Nel ’93 ho organizzato le prevendite ed i bus dall’Italia per l’Energy di Zurigo e sino al 1994 ho continuato a promuovere eventi svizzeri e tedeschi tra cui anche il Mayday. Poi mi sono trasferita a Zurigo dove ho fondato la KoffeeBuzz Booking, un’agenzia specializzata in artisti di musica elettronica, attività di cui ancora mi occupo pur essendo tornata in Italia ormai da 6 anni"
Max: "Sin da tenera età ero circondato dalla musica e giravo per casa con un mangiadischi mentre i miei fratelli suonavano la chitarra e ascoltavano rock/punk e disco/funk. Anche mio padre ascoltava i dischi e aveva mille aggeggi per non rovinarli (addirittura un piccolo aspirapolvere per eliminare la polvere dai solchi). Era un maniaco del vinile, ne aveva circa 1.500 che riempivano un’intera parete. La passione per la musica l’ho ereditata proprio da lui visto che spesso mi portava nei negozi di dischi ed infatti, ancora oggi, quando vado a fare shopping nei record-shop mi sembra di tornare bambino e l’odore del vinile nuovo cattura immediatamente il mio olfatto. In occasione di una mia festa di complenanno (compivo 11 anni), vidi mio padre armeggiare con un amplificatore, enormi casse e due giradischi con i quali mixava attraverso un manopolone. Attorno al 1983 iniziai a frequentare le discoteche dove passavo le ore ad osservare i dj’s come Faber Cucchetti ed il mitico Marco Trani. Di lì a poco iniziai ad utilizzare i 45 giri che mio padre mi aveva regalato anni prima e ne acquistai altri tra cui quelli dei Kraftwerk. Facevo dei mixtapes usando la pausa del registratore e poi, grazie ad una posse hip-hop capitanata da Ice One, ho conosciuto l’arte dello scratch e del cutting. Nel 1986 comprai due 1210 ed un mixer coi quali miscelavo musica electro che mi attirava terribilmente: iniziai un programma radiofonico in una piccola radio privata locale. Contemporaneamente mi avvicinai al mondo dei computer col Commodore 64 e ai suoi particolari suoni ad 8 bit che inserisco ancora oggi nelle mie produzioni. Attorno ai primissimi anni ’90 iniziai a suonare nei primi raves italiani ed a comporre musica assieme ai fratelli D’Arcangelo. Nel ’92 incidemmo il nostro primo disco per l’Hot Trax (gruppo ACV) ed iniziai a girare l’Europa con le mie performances, cosa che faccio tuttora alternandola all’attività discografica in studio"

Dopo una dettagliatissima introduzione parliamo dei vostro stile musicale: come lo definireste ??
Ketty: "E’ un sound eclettico che parte da background musicali differenti. Io provengo da una forte influenza dark, new wave e post punk e, allo stesso tempo, dall’elettronica più classica e d’ascolto alla Jarre, Brian Eno, Sakamoto e come i più avanguardistici Boards of Canada, Autechre, Scanner e Coil che tra l’altro sono cose che metto in serata nelle sale lounge e chillout. Tutto ciò mi influenza anche in studio dove c’è quindi un incontro tra la mia "tranquillità" e la "carica" di Max"
Max: "Musica elettronica applicata al ballo. L’evoluzione della parola e della musica stessa si divide in differenti stili: house-electro, techno-nu acid, la nuova new wave, la nuova electrodiscohouse. Ci piace fondere tutti questi stili insieme e creare qualcosa di nuovo: il nostro stile lo potremmo definire "nu-groove" individuando la fusione tra vecchio e nuovo passando attraverso mondi diversi visto il nostro ampio background. Stiamo riportando a galla l’acid (che amo come l’electro) ma spesso tutto dipende dai nostri stati d’animo e da ciò che vogliamo trasmettere in quel momento"

L’eclettismo delle vostre produzioni è notevole visto che spesso si passa da sonorità house ad altre più vicine all’elettronica. Secondo voi, qual’è il sound che al momento rappresenta meglio la musica elettronica ??
Ketty: "E’ difficile dirlo … secondo me la musica rappresenta una questione di stati d’animo quindi può esistere un sound più apprezzato di un altro in determinati momenti. Quando la musica è fatta con il cuore, originalità ed ingegno e dopo l’ascolto ti lascia qualcosa può rappresentare il sound giusto"
Max: "Credo che al momento un ottimo sound provenga da piccole etichette indipendenti tedesche, francesi ed in particolare da quelle inglesi. Attualmente non esiste un solo stile od un solo tipo di sound nella mia testa: a volte sono attirato più dall’electro, in altre dal nu-acid. Se il groove è accattivante il pezzo mi intriga molto. Sono sicuro che il ritorno dell’acid creerà una nuova ondata di freschezza musicale nella musica elettronica"

Come reputate l’attuale scena dei clubs italiani ?? E a Roma le cose come vanno ??
Ketty: "C’è stato un momento in cui credevo che la scena italiana non sarebbe più riemersa ma francamente in questo periodo mi sono ricreduta accorgendomi dell’esistenza di varie realtà in tutta la penisola che si stanno dedicando proprio all’elettronica. Mi accorgo di ciò anche attraverso il mio booking: sino a poco tempo fa proporre alcuni nomi ai locali italiani equivaleva ad essere trattata come un’agenzia che volesse proporre un viaggio di sola andata su Marte. Ora, fortunatamente, le cose sono cambiate in meglio visto che c’è più conoscenza e questo lo si deve soprattutto al lavoro dei media e al sempre più diffuso utilizzo di internet"
Max: "Ultimamente l’Italia mi sembra più movimentata: Roma ha degli alti e bassi e negli ultimi periodi ci sono state serate davvero interessanti nelle quali sono intervenuti personaggi di rilevante importanza. Comunque credo che si possa fare di più visto che la nostra nazione ha le radici ben piantate nella club-culture. Negli anni ’80 c’era più serietà e meno problemi (anche se questi sono sempre esistiti) mentre adesso c’è di mezzo anche la proposta della chiusura anticipata delle discoteche … lo Stato dovrebbe essere più tollerante perchè, andando avanti di questo passo, si rischia di trasformare i club in balere. Bisognerebbe montare una consolle a Montecitorio per far capire ai politici cosa significa "groove" !! Tornando alla questione dei clubs, l’Italia ha sempre partorito ottimi professionisti e la cultura sta tornando. Ci vorrebbe un pò di intraprendenza in più da parte dei locali nei confronti di un pubblico che a mio avviso è già pronto"

Collaborazioni importantissime danno ancor più prestigio al vostro curriculum: in primis quella con Dj Hell col quale fu prodotto l’album dei Tuxedomoon ed Anthony Rother, co-autore del progetto Netzwerk Europa. Come sono nati i contatti con queste due star internazionali della musica elettronica ??
Ketty: "Considero Anthony come un fratello visto che entrò a far parte della mia agenzia nel periodo dei suoi esordi (quando pubblicò "Sex With The Machines"). Durante il tour in Italia del 2000 nacque il progetto Netzwerk Europa, pubblicato su vinile esattamente un anno dopo. Il rapporto che abbiamo con lui è veramente qualcosa di unico oltre ad una perfetta sintonia in studio. Ci siamo promessi di ripetere questa esperienza quanto prima"
Max: "Fu una cosa spettacolare. Ricordo che un giorno fui contattato dalla Gigolo: Hell mi fece inviare dalla sua segretaria un’e-mail con la quale mi convocava per collaborare alla pre-production della nuova produzione della leggendaria band americana di fine anni ’70, i Tuxedomoon. In breve mi contattò anche telefonicamente. Conoscevo Hell sin dal 1993, anno in cui venni coinvolto in uno show di un’importante happening di musica elettronica a Zurigo dove oltre a me suonava lui, Jeff Mills e Laurent Garnier. Ad Hell era piaciuto molto il mio show così ci scambiammo i contatti. In seguito mi chiamarono spesso all’Ultraschall, storico club di Monaco, la città natale di Hell. Registrammo i pezzi dei Tuxedomoon al teatro comunale di Cagli (vicino Pesaro) visto che il gruppo era in tournee in Italia. Quella collaborazione si evolse in una co-produzione fino alla post production nel mio studio di Roma. Il gruppo mi ha lasciato sensazioni e vibrazioni positive e viceversa tanto che ho poi suonato live in uno show di improvvisazione elettronica insieme al mitico e virtuso Blaine Reininger dei Tuxedomoon in occasione del Dissonanze 2002, Festival di Musica Elettronica tenuto a Bologna. Antony Rother invece lo conosco dal 1997 anche se già precedentemente avevo ascoltato dei suoi dischi grazie a Marco Passarani che all’epoca lavorava in una distribuzione discografica. Proprio grazie a Marco, Anthony venne a conoscenza di quello che accadeva a Roma"

Ancora contatti con l’estero: "Scratch On Pop" è uscito sulla 7B di Zurigo mentre "From Detroit To Rome" (composto assieme a Keith Tucker) è finito nel catalogo della londinese Electrix: come mai vi rivolgete ad etichette estere per le vostre produzioni ??
Ketty: "Conoscemmo John Player, il fondatore della 7B, a Zurigo: è una persona veramente interessante, amante dei graffiti e della musica elettronica. Quando gli stringemmo la mano per la prima volta la 7B non esisteva ancora e John si limitava ad organizzare delle one-night uniche in una "keller" che sembrava più un astronave che un locale. Lo scorso anno è venuto a trovarci a Roma ed ha ascoltato dei progetti che gli sono piaciuti: da qui è partita la collaborazione. Il fatto di rivolgerci ad etichette estere non è del tutto casuale: nonostante l’Italia stia crescendo molto, non sembra ancora del tutto pronta e matura per determinati progetti. Speriamo in un miglioramento"
Max: "Mah, in Italia non c’è una grande scelta … Ci eravamo stufati di stampare dischi in Italia, nazione che cerca "la solita pappa per il solito mercato" preferendo invece qualcosa di più profondo rappresentato da etichette nell’ambito della musica elettronica che facessero sul serio. Questo non vuol dire che non stamperemo più in Italia anche se discograficamente è un Paese molto distante in cui si ergono troppe barriere e troppa strada da percorrere nella vita di un disco. In Europa esiste un network e solo poche etichette italiane ne fanno (faticosamente) parte essendo piccole ed indipendenti. A volte sembra che l’Europa sia davvero molto distante dall’Italia"

Come considerate l’Italia (musicalmente parlando) ?? Ci sono artisti-etichette che ammirate particolarmente ?? Perchè ??
Ketty: "Ci sono molti personaggi italiani, non solo musicisti e produttori contemporanei, da rispettare. Prendo come esempio Luigi Russolo che ammiro e stimo moltissimo visto che ha sostenuto certe idee (quella di trovare il suono nel rumore) in un periodo molto particolare. Poi Ennio Morricone, i primi Matia Bazar … Per quanto riguarda la scena attuale, ci sono ottimi dj e produttori a Roma e a Napoli dove l’estro e la genialità delle produzioni non mancano mai. Sono sicura di dimenticare qualcuno ma alle volte è difficile essere informati su tutto e si finisce per avere il naso solo sulle cose di "casa" ;o)"
Max: "L’Italia è un Paese dove c’è conoscenza ma troppa pigrizia. Negli anni ’90, con l’avvento dei raves, eravamo molto importanti, al passo ed anche un pò avanti rispetto all’Europa. La generazione è cambiata, ricomincia la club culture ma ci sono ancora grandi passi da fare per recuperare quel movimento che si era creato circa 15 anni fa. Le produzioni raggiungevano più velocemente il bersaglio grazie ad etichette (ad esempio l’ACV che ora non esiste più) che erano fondamentali ed usufruivano di strutture e distribuzioni molto potenti. Purtroppo ora queste strutture non esistono più: l’Italia è molto strana poichè divisa in molte "regioni" dove c’è la musica di preferenza e il dj di culto. A volte sembra che ogni regione rappresenti addirittura un’altra nazione !! La musica elettronica orientata verso i dancefloors ormai sembra che stia mettendo tutti sulla stessa strada (musicalmente parlando) anche se c’è chi fa i dischi tanto per farli, c’è chi fa inutile commerciale, c’è chi fa pezzi senza essere fermato da nessuno … ma fortunatamente c’è ancora tanta gente che fa sul serio. Purtroppo molti di questi produttori sono costretti a fare tutto da soli creando la musica, producendo e distribuendo il proprio disco in tutto il mondo"

Dall’Italia voliamo oltre le Alpi: chi sono i personaggi e le etichette che meglio rappresentano l’electro music in Europa ??
Ketty: "Non vorrei sembrare di parte ma sicuramente l’etichetta che stimo di più è la Psi49Net, l’etichetta di Anthony Rother. Trovo molto interessante anche la B-Pitch Control di Ellen Allien, la Skam e la Warp che non perdono mai il loro fascino ed il loro interesse senza contare le piccole e giovani label come la 7B"
Max: "Il sound più interessante arriva sempre da etichette indipendenti. In questo ultimo periodo ho avvertito la presenza di nuovi remixer e producer che stanno creando un suono minimale ed avvolgente da tenere d’occhio. Questa la considero l’era della simulazione: vedi in Germania dove etichette come B-Pitch Control riescono bene nell’intento con artisti come Smash Tv o in Inghilterra dove sorge una delle migliori etichette electro d’Europa, l’Electrix. Anche Parigi non è da sottovalutare e non sono certamente da meno gli artisti italiani"

Nel ’99 è nata la Prodamkey Records: quali sono i suoi sviluppi ??
Max: "La Prodamkey è diventata una net-label ovvero un’etichetta digitale disponibile solo su internet. Il tempo non ci permette più di dedicarci così tanto ed allora abbiamo preferito dare un’evoluzione ed una innovazione al nostro sistema discografico cercando nuovi mercati e dando la possibiltà alle nuove leve, nuovi produttori e giovani estrosi, di divulgare i propri pezzi dato che ormai le etichette scarseggiano. Circa 15 anni fa abbiamo avuto la possibilità di iniziare a produrre e incidere dischi ed ora mi fa piacere dare la stessa opportunità al prossimo"

Live-performances: come sono strutturate le vostre ??
Max: "Facciamo degli special live/dj set dove Ketty canta e io creo e mixo basi in tempo reale alternandole con dischi, nostre produzioni e delle cover song. In caso si trattasse di un live vero e proprio usiamo strumenti analogici, digitali, computer e sequencer suonando in tempo reale e non rimanendo di fronte al monitor con le mani in mano come fanno alcuni … Ultimamente ci stiamo divertendo a fare questo special set ovvero una via di mezzo tra un live e un dj-set e, quando posso, mi porto dietro anche un bassista o un chitarrista. Altro che electroclash puro … questo è electrotechnopunk show… ;o) siete pronti a sudare ??"

Attualmente il mercato discografico vede un momento non molto felice: quali sono le possibili cause ?? Molti puntano il dito contro i file mp3 scaricabili gratuitamente dalla rete.
Ketty: "Credo che il motivo di tutta questa infelicità non sia da attribuire agli mp3: forse il mercato discografico è semplicemente saturo e non si può continuare a stampare le solite canzonette e pretendere di vendere come sempre. Bisogna rischiare, dare spazio alle idee più innovative, a chi ha veramente qualcosa da dire nella musica, basta con queste minestre trite e ritrite, basta boyband, basta ragazzine sgambettanti e persone che cantano d’amore con le lacrime agli occhi, non se ne può più !! Sono favorevole allo scambio dei file mp3 perché contribuiscono nel diffondere musica altrimenti designata a poche persone. Mentre da una parte le major lamentano un calo delle vendite dall’altra ci sono sempre più ragazzi che si interessano all’elettronica e dal momento che non sempre è facile reperire i dischi (ahimè, ne so qualcosa) non trovo nulla di male nel ricorrere agli mp3. Questi file possono servire anche per ampliare le proprie conoscenze musicali visto che molti negozi non ti permettono più di acquistare molto materiale. Ovvio che non bisogna limitarsi a "scaricare" ma ad acquistare ciò che si è trovato valido"
Max: "E’ un continuo saliscendi … una tarantella come direbbero a Napoli. Un pò per il mercato che è saturo ma, almeno all’estero, la situazione sta tornando alla normalità. Riguardo gli mp3, non amo molto questo formato ma credo che se fosse usato come campione promozionale sarebbe geniale. E’ innegabile che oggi proprio l’mp3 sproni la gente a non comprare più dischi ma il vero problema non è generato solo da questi file che da una parte facilitano la divulgazione e la conoscenza ma che dall’altra possono rallentare le vendite. Fortunatamente i veri dj’s preferiscono ancora il caro vinile. Se vogliamo, anche i cloni dei cd hanno causato grosse perdite ma sembra che i fans abbiano capito e stiano supportando i loro artisti preferiti. Chi ne risente sono le grosse major: in Europa la situazione è migliore anche perchè i supporti sonori costono di meno. Il mercato italiano invece è saturo. Le cause sono differenti: poche idee, solita pappa, produzioni scadenti, costi troppo alti etc etc. Chi ama la musica deve comprare l’originale, ma un’altro grosso problema è rappresentato dal prezzo troppo alto ed oggi pagare il 20% d’iva è pazzesco. Non bisogna dimenticare però che l’mp3 ha dato la possibilità a molti artisti indipendenti di emergere. L’ideale sarebbe creare il promo-mp3 rappresentato da una versione non completa che possa dare solo un’idea del progetto finito. Comunque stanno arrivando tempi migliori per la musica: è stato solo un periodo di crisi ma tutto sembra essere tornato alla normalità visto che all’estero stanno nascendo molte etichette indipendenti ed è proprio grazie a loro se le major riescono a vivere ancora"

In studio preferite utilizzare l’hardware o il software ??
Ketty: "Utilizziamo entrambi anche se preferisco il contatto con lo strumento: i vecchi synth sono qualcosa di prezioso e per quanto gli emulatori riescano perfettamente nel loro compito non potranno mai sostituire il vecchio e amato analogico !! Allo stesso tempo però utilizzo volentieri anche software musicali e virtual instruments, decisamente più semplici da usare e più diretti. Può sembrare un controsenso ma alla fine lavoro bene con entrambi ed uno non esclude l’altro"
Max: "Ci piace usare sia le macchine vere, in particolare strumenti vintage analogici per via del loro sound pastoso ed avvolgente, sia i software, in particolare quelli nuovi ed innovativi che ti permettono di fare cose che prima erano inusuali (vedi ad esempio quelli della Native Instruments). Per la costruzione, l’arrangiamento e l’editing uso naturalmente i software. Comunque non potrei fare a meno nè di uno nè dell’altro"

Credete che le radio italiane dedichino troppo poco spazio alla musica elettronica ?? C’è necessità di nuove presenze più specializzate ??
Ketty: "Purtroppo è proprio così: siamo ancora lontani dal mio ideale di radio. Spesso, quando il traffico della capitale mi logora e mi risucchia completamente, mi ritrovo a fare zapping radiofonico rendendomi conto che, tolte quelle 2 o 3 piccole stazioni locali e fatta eccezione per alcune fasce orarie, è difficile poter ascoltare qualcosa di differente dalle hit del momento. La musica italiana ed il pop primeggiano e sarà sempre così poichè è una questione di business facilmente comprensibile. Qualche spazio in più ci vorrebbe giusto per poter ascoltare tutta la musica a 360 gradi ma al momento ciò sembra un concetto troppo utopistico anche se pian piano segni di apertura si stanno rivelando"
Max: "Ci sono poche radio che trasmettono questa musica e se ci penso faccio fatica a pensare a quali. La maggior parte di queste sono piccole emittenti locali. Network ?? Nessuno. Ci vorrebbero anche più addetti presenti su radio importanti. Da un paio di mesi a questa parte stiamo lavorando ad un format radifonico, innovativo, dove portare a conoscenza il nostro grande bagaglio e creare una sorta di "electronic lesson" dallo strumento attraverso la musica fino all’artista in un modo facile e divertente, non cose morbose ma pure curiosità fino a cenni storici, cosa succede in Europa, i dj-set internazionali, musica, news, gossip, interviste e partecipazioni occasionali di grandi personaggi. E’ come se andassimo a lezione di musica elettronica, come aprire una finestra e vedere, curiosare e capire cosa succede anche fuori dall’Italia. Dalla A alla Z, tutto quello che vorreste sapere ma nessuno mai vi ha detto. Radio d’Italia che ne dite ??"

Siamo al termine di questa interessantissima chiacchierata: lasciate un messaggio dedicato agli amici di Technodisco.
"Se avete delle idee, dei sogni o dei progetti nel cassetto, dateci dentro, spingete, non perdete tempo, non arrendetevi, tenete duro e datevi da fare. Accelerate and never brake !! Max Durante & Ketty Boccia"

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