INTERVISTA A DJ SERGE di Giosuè Impellizzeri 10/10/2005

Parla dalla sede della sua Clone Records situata a Rotterdam Serge Verschuur, ideatore di un piccolo impero che gravita attorno alla musica electro promozionata da labels come Bunker, Viewlexx, Creme Organization, Klakson, Eat This, Murdercapital e tante altre piccole-grandi entità che fanno di questo genere qualcosa di duraturo nel tempo. Coordinatore anche di due labels, Clone e Dub Recordings, Serge è un collezionista di vinili e sostenitore della figura del dj ancora accostata al giradischi. Tra gli iniziatori, assieme a Guy ‘Unit Moebius’ Tavares, della scena electro olandese durante i primi anni ’90, Serge ha raggiunto nella veste di dj città sparse in tutto il globo come Miami, Berlino, Parigi, Londra, Colonia, Francoforte, Glasgow, Gent, Helsinki e Roma. Fu la capitale italiana infatti che lo vide all’opera, nel 2003, in occasione del grande evento "Bitz". Nel roster della sua Clone ruotano nomi come I-F, Adult., Carl Craig, Duplex, Dexter, Electronome, Perspects, Alden Tyrell, Legowelt, Bangkok Impact, Orgue Electronique, Pametex e molti altri che continuano a sostenere con forza e passione la musica dettata dal puro istinto personale e lontana dalle fredde leggi di marketing. A lui la parola.

Ciao Serge e benvenuto. Quando hai scoperto di avere un buon feeling con la musica realizzata con le macchine ??
"Ciao Giosuè. Accadde agli inizi degli anni ’80 quando ascoltai per radio alcuni pezzi funk, soul e disco. Ero attiratissimo dalle parti elettroniche racchiuse in queste tracce e, di lì a poco, scoprii la scena acid e quella di chicago che rappresentarono per me delle vere e proprie vie da seguire"

Hai fondato la Clone. Quali sono i motivi sostanziali che ti hanno spinto (e convinto) a metterti in proprio ??
"Non c’è stato un giorno preciso in cui decisi di fondare la label. Fondamentalmente desideravo pubblicare la mia musica e la via più semplice era quella di stampare e vendere autonomamente i miei prodotti. Sino a quel momento non avevo alcuna idea di come potermi inserire nel business discografico. Non avevo in mente il progetto di una distribuzione: è accaduto quando altri amici, a me vicini per l’amore nei confronti della stessa musica, mi chiesero di unire le forze per realizzare qualcosa insieme. Come puoi ben vedere tutto quello che è accaduto in Clone è stato frutto di una serie di concatenazioni e non di un progetto predefinito e studiato a tavolino. Clone si è evoluta lentamente ed ora, che comunque rimane una piccola realtà, riesce ad operare in maniera completamente indipendente e per questo ne vado fiero"

Vivi in Olanda, una nazione che negli ultimi anni ha dato moltissimo alla scena elettronica.
"Si, è vero ma la music-scene olandese è tutt’altro che incoraggiante. Forse proprio per questo motivo abbiamo molti artisti validi che, cercando di non lasciarsi sopraffare dalla cattiva condizione musicale, danno sempre del proprio meglio. Gli artisti che fanno parte della mia scuderia producono essenzialmente quello che sentono davvero e non si lasciano influenzare dalle mode e dalle tendenze. Non ci sono assolutamente restrizioni in quello che fanno e per questo motivo il clan che si è venuto a creare in questi anni è davvero affiatato. Spesso all’estero troviamo maggiore ricettività rispetto al pubblico olandese ma si sa … non si è mai profeti in patria !! ;o) Ad esempio Londra è una grandiosa città che propone molti parties e clubs, come Detroit, la Germania e il Giappone dove il mercato discografico è davvero florido"

Oltre a ricoprire la carica di discografico sei anche un dj. Come definisci il tuo stile ??
"Non saprei … e credo che non sia mio compito cercare una definizione alla musica che suono. Generalmente propongo quello che mi piace più al momento senza lasciarmi contagiare dalle mode o dagli standards che ormai troppo spesso caratterizzano i clubs e i dj’s europei"

Hai idea di quali potrebbero essere le possibili nuove vie da seguire per un produttore di musica elettronica ??
"Al momento molti dj’s stanno riscoprendo gli stili del passato come l’acid e la chicago-house. Ma credo che sia importante pensare anche ad altro e a qualcosa che rappresenti davvero la novità e che vada al di là delle classiche terminologie nate negli ultimi anni come microhouse, minimal techno, tribal, hardgroove, funkygroove, tech-house e chi più ne ha più ne metta. Spesso le terminologie sono create dai giornalisti, dai club-promoters e da altre figure che pensano che la musica debba sempre e comunque corrispondere a tendenze da seguire. La musica invece deve fornire dei feelings con la gente e non rappresentare una moda"

Uno dei progetti più recenti di Clone è rappresentato da "Box Jams". Parliamone.
"Si, è vero. "Box Jams" è una compilation che racchiude alcune delle mie tracce preferite. Il Part 1 (in doppio vinile) è uscito da pochi giorni e in breve sarà raggiunto anche dal Part 2. Per novembre invece arriverà il formato cd che conterrà anche alcune bonus-tracks. Alcuni dei pezzi di "Box Jams" sono unreleased, altri invece nuovi edits o remix apparsi solo su cdr … insomma, materiale fresco che dovrebbe servire ad impreziosire le collezioni. "Box Jams" rappresenta esattamente quello che suono nei miei dj-sets e, naturalmente, lo stile che viene rilasciato attraverso la Clone. Naturalmente abbiamo a che fare anche con pezzi più orientati all’electro e distanti dai contenuti di "Box Jams" più vicini alla disco-house"

Conosci la scena musicale italiana ??
"Onestamente non tanto. Sono un grande fan di Marco Passarani e di tutte le produzioni della Nature Records ma non conosco altro"

La scena europea invece ti incuriosisce ??
"Al momento non ci sono producers, dj’s e labels che mi piacciono in particolare ma devo ammettere che in circolazione c’è tanta buona musica prodotta anche da artisti emergenti. Parallelamente ci sono anche tanti grossi nomi che deludono coi loro dischi"

Tanti parlano di crisi nel business discografico. Cosa accade in Clone ??
"Non credo affatto a questa grande crisi nel mondo discografico. Bisogna capire che le cose stanno cambiando molto velocemente e che la gente ascolta la musica anche attraverso altri formati. Forse, a creare il malcontento nel pubblico, sono i prezzi troppo alti dei cd’s che spronano ad effettuare i downloads illegali dalla rete. Venti anni fa la gente copiava la musica su cassetta, ora lo fa su cd. Nulla di nuovo quindi"

Clone è nata agli inizi degli anni ’90 quando internet sembrava soltanto un sogno. Quali sono le più importanti differenze nel lavoro nell’industria musicale tra ieri ed oggi ??
"La comunicazione attraverso il computer ha reso tutto più semplice e veloce. Oggi internet rappresenta la nuova via per poter guadagnare attraverso la musica. Il mondo appare di conseguenza molto più piccolo ed è molto più facile comprare o vendere un disco dall’altra parte del globo. Internet ha reso possibile quello che sino a qualche anno fa sembrava impensabile. La gente, coi web-shops, può comprare quello che vuole e quindi a risentirne molto sono i negozi locali"

Credi che oggigiorno, per un dj-producer, sia ancora importante fondare una propria label ??
"No, non è così importante come sembra. Certamente, come in tutto d’altronde, ci sono i pro e i contro. Se da un lato si avrebbe il totale controllo sulla propria musica, dall’altro nascerebbero frustrazioni di ogni genere legate al mercato. Avere una propria label dà la grandiosa possibilità di eludere il giudizio degli altri (gli A&R nel caso specifico) sulle proprie creazioni ma spesso bisogna fidarsi del parere di gente che conosce bene il gusto del pubblico e sa cosa è meglio pubblicare in un determinato periodo. Non ci sono molti esempi di artisti che hanno lanciato con successo la propria label !!"

Suoni, come dj, in molti clubs. Dove hai trovato la miglior situazione ??
"Oh, è davvero difficile risponderti. Sia la Scozia che l’Inghilterra hanno sempre fornito imput positivi durante i party. Mi sono divertito moltissimo anche a Detroit durante una recente serata, come del resto in Belgio e, in pochi locali, in Olanda. Sfortunatamente non suono spesso in Italia … l’ultima volta è stata nel 2003 in occasione del Bitz a Roma"

Sono in tanti quelli che danno il vinile per spacciato. Cosa pensi in merito ??
"Direi che le vendite del vinile stanno aumentando al contrario del cd. Il formato digitale, in circa dieci anni, sta per essere soppiantato dai lettori portatili mp3 e dall’Ipod, aggeggi piccoli e maneggevoli ma tanto capienti da contenere ore ed ore di musica. Quello che rimane inalterato è proprio il vinile !!"

Hai ragione ma è innegabile che negli ultimi tempi sono sempre di più i dj’s che in consolle preferiscono il cdj al classico turntable …
"Personalmente mi reputo un conservatore e quindi amo il vinile e il giradischi ma a volte ti confido che mi piace adoperare il cdj per tracce non ancora pubblicate. A volte mi porto dietro anche il Final Scratch per improvvisare su tracce digitali. Non escludo che in futuro in consolle possa spadroneggiare anche il cd ma il vinile non lo cambierei mai con nessun altro formato, sia per il valore personale che gli dò che per la qualità audio che supera di gran lunga quella delle tracce digitali"

Caro Serge la nostra chiacchierata termina qui. Lascia un messaggio agli amici italiani.
"Ciao Italia !! Spero di poter tornare presto a scuotere i vostri dancefloors !! Il vostro cibo è insuperabile … e per questo motivo ogni tipo di ringraziamento non sarebbe sufficiente !! ;o) Naturalmente non dimentico la gloriosa italo-dance degli anni ’70 ed ’80. Peace !! Dj Serge"

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