Intervista ad Ellen Allien di Giosuè Impellizzeri 14/02/2006

Generalmente il ruolo del dj è stato sempre ricoperto dalla figura maschile ma, a giudicare da quante donne abbiano impugnato la cuffia nell’ultimo decennio, pare che le cose siano decisamente cambiate. Misstress Barbara, Monika Kruse, Miss Kittin, Dj Lucca, Water Lilly, Kate Wax, Miss Djax, Angela Flame, Miss Yetti, Romina Cohn, Marusha, Acid Maria, Linda Lamb, Fengari … sono solo alcuni degli esempi che possiamo enunciare oggi tirando in ballo le tantissime ‘dj in gonnella’. Tra queste un posto di notevole importanza spetta indubbiamente ad Ellen Fraatz alias Ellen Allien, fondatrice della celebre label BPitch Control che negli ultimi anni ha rappresentato la vera scuola di pensiero della musica elettronica berlinese sganciata da ogni tipo di clichè. Dj dal 1992, Ellen vanta tre album alle spalle ai quali se ne aggiungerà presto un quarto prodotto a quattro mani con Apparat della Shitkatapult. Poi una sfilza di produzioni, più o meno famose, e tanti remix realizzati per artisti come Goldenboy & Miss Kittin, Gut-Humpe, Peter Licht, Covenant, Undo & Vicknoise, Sascha Funke e George Thomson. Una vera artista poliedrica la Allien che dimostra quanto sia importante (e fondamentale) la passione per chi vuole lavorare in un mondo difficile come quello della musica.

Ciao Ellen. Iniziamo parlando della tua passione per la musica elettronica. Quando è sbocciata ?
“Da piccola i regali che mi facevano più frequentemente erano proprio di tipo musicale. La mia stanzetta era piena di singoli e di album che la mia sorella maggiore, Conny, spesso mi regalava. David Bowie era il mio eroe, un artista che cambiava stile camaleonticamente e che ha influenzato tantissimo il mio gusto musicale. Da adolescente entrai in contatto con la pop music, altro genere del quale mi innamorai. I miei preferiti erano i Neue Deutsche Welle e le primissime cose hip-hop. Poi un giorno andai a ballare, per ben sei ore di fila, al Planet Club dove ‘incontrai’ per la prima volta la techno. Era un filone musicale che in breve divenne un vero stile di vita qui a Berlino. Si cercava la libertà, nuovi spazi, nuove vie per vivere e la techno, alla fine degli anni ’80, parve incarnare proprio questo concetto. La rinascita della Berlino Est, dopo la caduta del muro (1989), vide una fortissima espansione della techno. Nessuno poteva fermare il movimento dal quale è sorta una nuova Berlino, quella che vediamo ancora oggi”

Quali erano i tuoi artisti preferiti in quegli anni ?
“Oltre al già citato David Bowie i Kraftwerk, Nina Hagen e gli Ideal”

Alla fine degli anni ’90 hai fondato la BPitch Control (anticipata dalla fugace apparizione della Braincandy). Quali sono stati i motivi che ti hanno spinto ad intraprendere questo importante passo ?
“Quando fondai BPitch Control c’erano pochissime labels a Berlino che pubblicavano musica elettronica. Tra le più importanti la Tresor e la Low Spirit ma per il resto non esisteva tutta quell’enorme affluenza di oggi. Non c’era però un’etichetta in particolare che stampava la musica che mi piaceva di più. Non avevo amici che potevano consigliarmi sul da farsi e così la via più ovvia mi parve proprio quella di creare una piattaforma tutta mia. Sin dalla nascita di BPitch Control ho voluto combinare la passione per l’arte con l’ambizione di creare qualcosa che poi potesse lasciare traccia del proprio passaggio. Gli scambi culturali e la modernità rappresentano ancora il motore della mia label. Per questo motivo non ho mai prodotto solo uno stile di musica elettronica: nel catalogo BPitch Control è possibile raccogliere creatività, passione ed amicizia ma mai alcun condizionamento da parte del business. E’ sbagliatissimo allineare qualsiasi forma artistica a qualcosa di prestabilito e che quindi debba andar bene per il mercato. In questa maniera l’ideale stesso dell’arte andrebbe disperso”

Come definiresti lo stile musicale che ti caratterizza ?
“Hypnotic electech pop!”

A metà aprile uscirà il tuo nuovo album, “Orchestra Of Bubbles”, che hai prodotto a quattro mai con Apparat, quello che insieme a T. Raumschmiere ha fondato la Shitkatapult. Parlacene.
“L’ultimo album, “Thrills”, uscito nel 2005 era frutto di una produzione analogica e digitale. Le atmosfere calde e deep erano il risultato di registrazioni in presa diretta e nel complesso il tutto suonava molto dark. Il nuovissimo “Orchestra Of Bubbles” invece nasce dalla collaborazione con Apparat. Abbiamo focalizzato l’attenzione proprio sulla composizione a quattro mani intesa come una sorta di avventura che ci avrebbe portato delle sorprese inaspettate al suo termine. Apparat è un patito del digitale e di tracce fatte da ritmi prominenti mentre io amo l’aspetto più poppy dell’elettronica. Unendo le forze abbiamo tirato fuori dalle macchine un’atmosfera quasi magica posseduta da un’energia positiva che ti dà la forza per iniziare meglio la giornata. Ci sono anche pezzi strutturati come vere e proprie canzoni”

Recentemente hai fatto remixare un tuo pezzo ai torinesi Drama Society … da ciò deduco che la scena musicale italiana non ti lascia del tutto indifferente.
“Assolutamente. Conosco la scena italiana già da diversi anni e, negli ultimi tempi, mi è piaciuto particolarmente il sound del romano Donato Dozzy: ipnotico e dannatamente deep ! In passato ho suonato spesso a Napoli con Rino Cerrone e Marco Carola”

In Europa invece ci sono artisti, labels e clubs che al momento stanno lasciando orme positive nel mondo della musica ?
“La scena europea è incredibile. Parigi, Barcellona, Roma e Vienna sono tra le città che amano maggiormente la musica elettronica. Senza poi contare decine e decine di ottimi artisti sparsi per tutto il continente e tante nuove etichette che spingono buona musica. Ho il mio club preferito in ogni grande città: in Italia preferisco il Goa, a Parigi il Pulp e il Rex, a Barcellona il Nitsa … ma alla lista ne andrebbero aggiunti mille altri. Tra le labels invece quelle che adoro di più sono la Bunker, la Morr Music, la !K7, la Minus, la Sähkö, la Noodles, la Monolake, la Playhouse, l’Elettronica Romana e, naturalmente, la BPitch Control ! ;o)”

Che aria si respira nella Berlino del 2006 ?
“Un’aria decisamente buona. La scena berlinese è sempre in fermento ed in evoluzione grazie ad un numero crescente di artisti che decidono di venire a vivere qui portando nuovi imput. Anche la scena artistica vive un ottimo momento. Visto che sono berlinese sarei di parte e probabilmente potrei anche non essere creduta e per questo vi invito a visitare la città per rendervi conto di persona di quello che dico. Personalmente mi piacerebbe seguire con attenzione anche la cinematografia e le mostre d’arte ma il poco tempo me lo impedisce”

Negli ultimi anni assistiamo ad una sorta di ‘revival’ nato da un’invasione di pezzi in chiave chicago-house ravvivati dalle acid-lines della storica Tb-303. Cosa ne pensi ?
“Il suono distorto della Tb-303 è parte integrante della techno, la maniera più semplice per dare vita ad un pezzo aggressivo. Non ci sono mai limiti alla creatività e, quando un suono torna ad essere funzionale, molti producers decidono di ripercorrere la strada già battuta in precedenza. Spesso la techno odierna ci rimanda suoni del passato, quelli delle origini e per questo motivo è uno stile che si reinventa in continuazione. Ma solo uscendo dalla routine sarà possibile trovare delle nuove vie, nuovi ‘linguaggi musicali’ da adoperare in futuro”

Cosa potrebbe riservarci il futuro della musica elettronica ?
“Mah, tutto è possibile. Al momento la tendenza è quella di miscelare tracce minimali con del breakbeat e della basic-house ma ogni giorno ci si potrebbe imbattere in qualche filone inedito nato dall’unione di stili preesistenti. A questo proposito vorrei fare una promessa: l’industrial è ad attenderci all’uscio della porta ! La minimal music è nel mondo da troppo tempo … ora è tempo di fare più rumore !”

Credi che in un vicino futuro l’mp3 spodesterà completamente il ruolo del vinile ?
“Non credo che si potrà mai comparare il file mp3 col vinile. Il disco in plastica porta un approccio diverso con la musica e rappresenta una via speciale. Inoltre è qualcosa di materiale, che puoi toccare con le tue mani e che puoi vedere con i tuoi occhi al contrario del freddo mp3. Il file digitale è ottimo perchè più pratico ma a livello di qualità audio sicuramente perde punti rispetto al vinile”

Se un giorno potessi incidere un pezzo con un altro artista, chi contatteresti ?
“Il mio desiderio è stato già esaudito visto che il nome che ti avrei fatto è quello di Apparat. “Orchestra Of Bubbles” dà avvio alla nostra collaborazione che proseguirà anche durante la prossima estate quando suoneremo insieme. Finalmente il mio sogno è diventato realtà ;o)”

A proposito di gigs: quando sei in consolle preferisci lavorare col vinile o col cd ?
“Come ti dicevo prima, il vinile suona meglio ed è più sexy perchè lo puoi toccare con le mani. Il cd invece è ottimo per testare tracce non ancora pubblicate”

In studio invece ? Hardware o software ?
“Sono per la combinazione tra analogico e digitale che, a mio avviso, rende il risultato ancor più interessante”

Grazie mille per il tuo tempo Ellen.
“Grazie a te Giosuè per il tuo importante supporto. Spero di poter tornare presto a suonare in Italia ! Best. Ellen Allien”

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