Intervista a Terence Fixmer di Giosuè Impellizzeri 26/03/2006

La stampa internazionale lo presenta come il padrino della nuova ebm, colui che è riuscito a riportare in auge il movimento musicale degli anni ’80 nato da una costola dell’industrial avvicinandolo il più possibile alla divisione quaternaria della techno. E’ Terence Fixmer, producer dalle idee vincenti che negli ultimi anni si è imposto in maniera ancor più rilevante grazie alla fortunata collaborazione con Douglas McCarthy, leader indiscusso della leggendaria band ebm dei Nitzer Ebb. Proprio quei Nitzer Ebb che Terence ascoltava da piccolo assieme ad altre bands passate alla storia come Front 242, Front Line Assembly, Klinik e The Neon Judgement. In compagnia di McCarthy il transalpino firma una serie di e.p.’s ed un album, “Between The Devil…”, che nell’estate del 2004 lascia il segno grazie ad un sound in grado di sposare techno, dark, gothic, ebm e trance. Ma la sua popolarità deriva anche dal fatto di appartenere alla scuderia dell’International Deejay Gigolo sin dai tempi degli esordi (1998). Arriverà tra poche settimane, proprio sulla label di Dj Hell, il nuovo full-lenght intitolato “Silence Control”, follow-up del potente e selvaggio “Muscle Machine” pubblicato nel 2001. Fixmer giunge in visita sulle pagine di Technodisco.

Ciao Terence, benvenuto su Technodisco. La prima domanda è quasi d’obbligo: qual’è stato il primo passo all’interno del mondo della musica ?
“Ciao Giosuè. Il primo contatto si ebbe con la scena belga grazie a bands come Front 242, Klinik e Nitzer Ebb. Per molti anni sono stati questi i nomi che mi hanno stregato sino alla nascita della new beat, stile col quale il mio gusto musicale ha iniziato ad evolversi verso l’acid e la techno. Queste le tappe di quella che amo definire la mia ‘electronic evolution’. Quando poi ho iniziato ad acquistare i primi dischi (rigorosamente in vinile s’intende !) sono stato assalito da una voglia pazzesca di creare un sound che sino a quel momento non avevo mai ascoltato. La mia prima tastiera è stata una Korg MS-20 grazie alla quale, in compagnia di un amico, realizzai il primo disco edito nel 1992 come Cyborg. Poi, un anno dopo, uscì il primo progetto da solita sotto il nome di Scanner”

Avevi degli idoli da ragazzino ?
“Quando si è piccoli si hanno talmente tanti idoli che poi si finisce col dimenticarli. Personalmente non ho mai avuto idoli ma i Front 242 e Nitzer Ebb hanno rappresentato qualcosa di davvero speciale per me: a casa conservo gelosamente tutti i loro dischi”

Come definiresti la tua musica ? Forse una rivitazione della storica ebm ?
“Ho spesso identificato il mio stile come una sorta di mix moderno tra techno e dark ebm. Fondamentalmente nei miei pezzi ci si imbatte nell’energia della techno e nell’atmosfera dell’ebm. Credo che comunque sia sempre piuttosto complicato definire uno stile musicale: personalmente produco la musica lasciandomi dettare dall’istinto e seguendo alcuni spunti dark e sicuramente l’energia che non deve mai mancare. Mi piace il sound da dancefloor, quello che ad alto volume spacca le orecchie”

Nel 2003 è iniziata una straordinaria avventura assieme a Douglas McCarthy, leader indiscusso dei leggendari Nitzer Ebb. Parlaci di quest’esperienza che ha trovato modo di concretizzarsi attraverso vari singoli ed un album.
“Tutto è iniziato nel 2002 quando la NovaMute mi commissionò un remix per “Let Your Body Learn”. Fu in quel periodo che stavo lavorando ad un album per il quale la voce di Douglas pareva perfetta e così, dopo aver ricevuto il contatto email dalla Mute, decisi di scrivergli. Ci incontrammo a Londra, divenimmo buoni amici e di lì a poco iniziammo una collaborazione che si esternò subito con la doppia a-side “Destroy”/”Freefall”. Ormai il progetto Fixmer/McCarthy era pronto per il lancio e l’album “Between The Devil…” lo ha potuto consacrare a livello mondiale”

In effetti avete avuto la maniera per poter suonare il tutto il mondo: dove avete trovato i riscontri più appaganti ?
“Credimi, dappertutto. Non credo che ci sia stato un posto migliore di un altro. In ogni live che abbiamo realizzato abbiamo avuto la fortuna di trovare gente che capiva ed apprezzava la nostra musica. Le reactions sono state stupefacenti e ciò ci ha riempito di gioia”

Ad aprile uscirà , su Gigolo, il tuo secondo album da solista intitolato “Silence Control”. Quali sono le sostanziali differenze dal precedente “Muscle Machine” edito nel 2001 ?
“Muscle Machine” era orientato maggiormente su sequenze techno attorcigliate a suoni selvaggi, “Silence Control” è ancora rivolto al dancefloor ma un tantino più dark e deep del precedente. L’evoluzione deriva dalle macchine diverse che ho adoperato e riguarda anche il concept generale: “Muscle Machine” infatti era nato come un album in cui ogni traccia doveva lasciare il segno sul dancefloor grazie all’energia mentre “Silence Control” è più mentale ed ipnotico”

Sei stato scoperto da Dj Hell grazie al celeberrimo “Electrostatic” stampato inizialmente su Planete Rouge (correva il 1998).
“Per caso Hell ricevette una copia di “Electrostatic” che, come giustamente dici tu, fu inizialmente edito sulla mia Planete Rouge. Mi contattò con una telefonata proprio mentre stavo ascoltando il suo album “Münich Machine” (una strana coincidenza vero ?) e mi disse che era interessato a licenziare il disco sulla sua Gigolo che allora era ancora una label emergente. Fu quello l’inizio di una lunga collaborazione che, come ben sai, continua tuttora”

Sei uscito allo scoperto, nel campo discografico, grazie alla tua Planete Rouge. Perchè hai deciso di fondare una label ?
“Tutto iniziò nel 1997 quando vivevo a Lille, un piccolo paesino a nord della Francia e che confina col Belgio. In quel periodo la trance era il movimento musicale più seguito d’Europa ma dentro di me sentivo un altro sound. La maniera migliore per potermi esprimere senza scendere a compromessi era quella di creare una label e stampare (egoisticamente parlando) solo quello che mi piaceva. Planete Rouge è rimasta una piccola label che stampa, mediamente, 3 o 4 dischi all’anno mai scendendo a compromessi col mercato. Il nostro segmento è puramente underground ed è rivolto ad una stretta fascia di amatori. Tutti i dischi rilasciati sinora sono sold-out e non ho affatto intenzione di ristampare il catalogo”

Hai mai avuto contatti con la scena musicale italiana ?
“Non conosco praticamente nulla della scena italiana ma in un certo senso uno dei miei migliori amici è proprio italiano anche se vive a Berlino da moltissimo. Si tratta di Filippo ‘Naughty’ Moscatello”

La scena europea del momento invece ti incuriosisce ?
“Ci sono molti nomi che stimo come producers tra cui gli amici The Hacker, Vitalic, David Carretta e Dave Clarke. Un vero talento è Dj Traxx, da Chicago, che trasmette un’incredibile energia coi suoi dj-sets”

Attualmente non sono pochi i producers che si sono assestati su un segmento ribattezzato ‘minimal’. E’ solo un trend ?
“Non mi sono mai piaciuti i trends musicali perchè a mio avviso mancano di personalità . Alcune tracce minimali mi incuriosiscono ma non sopporterei una serata in discoteca interamente con musica di questo genere poichè mi annoierebbe. Preferisco la spregiudicatezza della techno e dell’elettronica. Ricordo ancora quando nacque la techno, uno stile che non rappresentava affatto un trend. Ogni dj suonava house, techno ed acid senza pensare troppo alla moda. Poi sono nate le ‘specializzazioni’ che a mio avviso non hanno fatto bene alla musica. Non è bello andare in un club e sentire solo minimale, trance o hard-techno. E’ qualcosa che ritengo molto riduttivo poichè ogni genere musicale possiede buone tracce che possono essere miscelate tra loro creando qualcosa di davvero speciale”

Dove ci condurrà quindi la musica del nuovo millennio ?
“Mah, credo (e spero) che il prossimo step possa dirigersi verso la vera techno, quella con l’anima e non quella sfruttata per vedere i propri dischi sulle vette delle charts”

Appartieni ad una folta schiera di produttori francesi che negli ultimi anni hanno fatto parlare positivamente il mondo. Come reputi la scena musicale del tuo Paese ?
“In Francia ci sono molti bravi producers e svariate labels interessanti. Quello che manca sono i clubs, ancora non paragonabili a quelli belgi o tedeschi”

Credi che il file mp3 rappresenti il formato musicale del futuro ? Soppianterà definitivamente il vinile ?
“Nessuno di noi è in grado di fermare, per un solo istante, la tecnologia. Tutti siamo portati, inconsciamente, nel gorgo dell’evoluzione e per forza maggiore siamo costretti a seguirla. Ma ciò non deve farci dimenticare il caro vinile con la sua fisicità e con le splendide copertine. Certo, l’mp3 è più veloce, istantaneo, economico … Sono favorevole all’evoluzione ma credo che al momento la situazione ci stia sfuggendo di mano”

Il tuo studio è organizzato su sistemi hardware o software ?
“Amo la musica a prescindere dal tipo di macchina con la quale è stata creata. Generalmente uso l’analogico ma negli ultimi anni ho scoperto la via più semplice del digitale. Dell’analogico mi piace il calore e lo spessore del suono, qualità che i programmi software non sono ancora riusciti del tutto ad emulare, ma nel contempo non voglio sentirmi prigioniero della strumentazione hardware. Seguo l’istinto, sia analogico che digitale: l’importante è che il sound sia quello giusto, nel mio caso deve essere selvaggio”

La nostra chiacchierata volge al termine Terence.
“Ho sempre ritenuto che gli italiani siano i migliori amici dei francesi. Credo questo perchè ho molti amici italiani che mi hanno fatto capire che siete simili a noi francesi per la personalità e per il modo di fare. Ciao Italia ! Terence Fixmer”

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