#092 -In arrivo il mix-cd di James Holden [12-03-2006]

S’intitolerà “At The Controls” il nuovo mix-cd di James Holden la cui uscita è prevista, sulla londinese Resist, per il prossimo 27 marzo su doppio cd e triplo vinile. Un cofanetto interessante quello realizzato dall’ormai popolare dj-producer anglosassone che ha visto crescere le quotazioni grazie al successo raccolto con la sua label, la Border Community, fondata esattamente due anni fa. Tra i precursori di un genere ribattezzato in Italia come ‘electro-house’, Holden vanta collaborazioni di tutto rispetto come quella con Julie Thompson con la quale forgiò “Nothing” eletta da Dj Tiësto la miglior traccia del 2003. A ciò poi vanno aggiunti remix per stelle internazionali del pop come New Order e Britney Spears e riuscite rivisitazioni per i francesi Black Strobe e l’amico Nathan Fake. Attraverso “At The Controls” Holden sintetizza la sua cultura musicale che lo vede impegnatissimo come dj, producer ed A&R alla ricerca di nuovi talenti sparsi per il mondo. Il cd 1 mescola alla dance in 4/4 squarci di ambient ed electronica dal fascino etnico con punte di lounge, dub e basic-house. A sottotitolare questi contenuti i pezzi di Apparat, Richie ‘Plastikman’ Hawtin, Massive Attack, Kate Wax, Death In Vegas, Nathan Fake e Vox Sola raggiunti dai più danzerecci “Some Polyphony” di Petter e “Trace Function” di Midimiliz. E’ nel secondo disco che Holden dimostra un gusto musicale davvero globale e condizionato dalle atmosfere buie del sound inglese. Da Paul Kalkbrenner a Malcolm Middleton, da Kalabrese ad Egoexpress sino all’electro-pop dei Trans Am con “Cold War”, la techno dal fascino retro di Lazy Fat People con “Big City” e la neo-house dell’avvenente Water Lilly con “Lottotron Reboot”. Da citare, in modo assoluto, anche “Xtal” ed “Every Day” di Aphex Twin, mago incontrastato degli esperimenti di matrice elettronica avvenuti durante gli anni ’90. Vario ed assai estroso, “At The Controls” esplora le vie della moderna musica forgiata con le macchine ma non confinandosi nelle esigenze del dancefloor. Coraggioso da parte di Holden che non scende a compromessi col business.

-Aa.Vv. “Minimalüscolo Cerebro” (Properproud): la promettente label di Terrazza (Barcellona) prosegue il cammino sulla strada dell’electro-techno a dimostrazione che in Spagna non ci sia soltanto la dub-house di Chus & Ceballos & co. In questo e.p. infatti si passa dall’easy-progressive (molto italica) dei francesi Delon & Dalcan all’iberican-disco di Robert Calvin per finire nell’ebm di Crew Balance e nella filter-techno di Projecto Ombre. Un buon itinerario per la Properproud che ha già conquistato i favori di personaggi in vista come Savas Pascalidis, Miss Yetti, Pascal F.E.O.S., Paul Nazca e Kiko.

-My Robot Friend “23 Minutes In Brussels” (Soma Records): estratto dal secondo album, “Dial O” che la label scozzese pubblicherà a metà maggio, “23 Minutes In Brussels” è la cover di un vecchio pezzo dei Luna a sua volta ispirato da uno storico anthem dei Suicide risalente al 1978. L’artista americano si riaggancia proprio al rock maledetto della band di Alan Vega e Martin Rev ricostruendone i connotati attraverso un’ottica moderna ma non confusionaria. Maggiormente legato ai clubs nostrani è il remix di Tommie Sunshine (coadiuvato dall’inseparabile Mark Verbos) che lega electro, techno, punk e rockabilly.

-Harvey Lindo “Kid Gloves” (Compost): preso in licenza dalla nipponica Planet Groove “Kid Gloves” si ripresenta sulla monegasca Compost. Il contenuto non viene toccato e così ci si rituffa in stili che nulla hanno a che fare con la dance. Jazz, soul, bossa, hip-hop e, solo per vie trasversali, piccoli squarci di house e techno. Con tracce solari come “Tomorrow’s World”, “The Times”, “Kalima”, “Butterfly”, “Fifth Circuit Rapture” e l’immediata “Gameshow (Low Risk Factor)”, l’estroso autore riesce a convincere l’ascoltatore che l’inverno è quasi agli sgoccioli.

-Kid D:Ub “Micro Geniuz” (Mood Limited): licenziato dall’inglese Logical Noise Records, “Micro Geniuz” vive una seconda giovinezza grazie alla nuova stampa sulla berlinese Mood Limited. L’Original è quella che mostra un curioso combo nato tra l’acid e il funk colorito da un tocco electro 80’s per i virtuosismi su tastiera alla Patrick Cowley; il remix del finlandese Sasse è più essenziale nonostante mantenga praticamente inalterato l’acid-line che fugge su beats geometrici e rinfrescate neo-trance.

-Mark Norman “Synchronicity” (Magik Muzik): Mark Norman, duo dietro il quale operano Mark De Jong e Norman Lenden, rilascia il primo album che s’articola attraverso un sound spiccatamente melodico, dalle armonie seducenti e dalle ritmiche incalzanti tipiche dello stile olandese al quale la Black Hole (‘mamma’ di Magik Muzik) ci ha ormai abituato da diversi anni. Techno, progressive e trance: questi i tre filoni dai quali i due olandesi attingono a piene mani per costruire il loro “Synchronicity”, una sorta di realtà onirica fatta di melodie preminenti che catturano l’attenzione sin dal primo momento. Il package contiene anche il mix-cd e il booklet con la trasposizione visiva di ogni pezzo.

-Housemeister “Dertagdanach” (All You Can Beat): dopo quattro e.p. su BPitch Control il bravo Housemeister apre i battenti della sua label che fissa la dimora in Frankfurter Allee (Berlino). La title-track incrocia melanconie e melodie supportate da una buona dose bleepy e da un’efficace dark-electro che, progressivamente, riesce a sfondare le pareti del ritmo. Più tranquilla “Cheerleaders” che si pronuncia attraverso parti vocali alla Chicks On Speed ed indiscutibilmente electro (nel senso stretto del termine) “Hotel Mountpellier” diretta su segmentati broken beats e patches sottratte a vecchi videogames.

-Aa.Vv. “The Silver Star Hotel” (Silver Network): l’accreditata label francese gestita dai fratelli Jef K e Tony Silver rilascia il secondo volume di questa fortunata collection che macina sonorità chicago e deep house. Mixata da Jef K, la raccolta si apre con l’argentino Ciudad Feliz seguito a ruota dall’americano Kemeticjust con belle melodie disco e dal belga Spirit Catcher apprezzato in un recente passato per vari lavori sulla berlinese Mood Music. “The Silver Star Hotel” accresce il prestigio di questa etichetta francese capace di dimostrare che si può cavalcare l’onda pur non allineandosi alle tendenze di mercato.

-Kazumasa Hashimoto “Gllia” (Noble Records): già noto per acrobatiche miscelazioni tra musica classica ed elettronica, Hashimoto rilascia il terzo lp dopo gli acclamati “Yupi” (2003) ed “Epitaph” (2004). In questo complesso elaborato viene mostrato il mondo giapponese e, più estesamente, quello dell’Est asiatico attraverso una vasta gamma di strumenti: dal pianoforte al glockenspiel, dal vibrafono al marimba, dai violini alle chitarre sino alle trombe e alle classiche batterie. Tutto punta il dito verso un universo sonoro nuovo, una sorta di orchestra che si apre a nuovi scenari musicali slegati da ogni tipo di costrizione commerciale. Un talento sublime quello di Hashimoto in grado di partorire uno stile personalizzato che confluisce nell’easy-listenings lasciando vibrare le corde di un chilly anticonformista.

-Nobody Knows Me “Illegal Stuff” (Musique Moderne): finalmente, dopo oltre due anni d’assenza, ritorna la Musique Moderne, la (piccola) label francese fondata nel 2003 dal dj-producer Lady B e dal giornalista Patrick Thévenin. Questo #004 racchiude due tracce che sintetizzano bene il percorso iniziato tempo addietro: “I Can Dance” ruota infatti su echi alla Telex ed un infuso techno-pop non molto aggressivo mentre “Funk” punta verso il passato, la techno-house degli anni ’90 e l’electrofunk degli ’80. Utile per tornare indietro nel tempo pur rimanendo ancorati al presente.

-Syrup “51 Cents Left” (Compost Black Label): figlio di un agente della CIA e di una ballerina tedesca, l’americano Mos Wollma (ma residente in Germania dal 1983) si dirige nuovamente verso l’analogue-disco degli anni ’80 che trova in Compost Black Label un’ottima sostenitrice. “51 Cents Left” è un buon esperimento funk-disco dettato da una vaga ombra 70’s che riporta al periodo dei pantaloni a zampa mentre “Nee Nee (O.K.G.N.)” è più moroderiana e sequenziale, edificata su patches plastiche ed ancora più conturbanti. A chiudere è “Kingsize Red” che ripercorre, ancora, il movimento disco-funk di oltre vent’anni addietro rifacendosi in parte all’afro-beat di Gino Soccio.

-Sebastian ‘Freak’ Nicolai “Disco3000 E.p.” (Vokuhila): mai confinatasi all’interno di uno stile ben preciso e definito, la tedesca Vokuhila continua ad ondeggiare tra le varie e molteplici sfaccettature che la musica elettronica di oggi ci propone. Per quest’occasione lo fa col poco noto Sebastian Nicolai che in due tracce rievoca l’aggressività della techno dei primi anni ’90. In “Upside Down” si riscopre un pò di afro mentre nella title-track ci si spinge nei meandri della dark-techno tagliata da suoni da rave. Poco variopinto ma molto efficace.

-Transparent Sound “The Cider Club E.p.” (Electrix): forte per un’esperienza pluridecennale, il duo inglese formato da Orson Bramley e Martin Brown si ripresenta su Electrix, label che nel 2002 pubblicò il primo album “Emotional Amputation”. Con questo 12″ la coppia si sgancia dal clichè inglese andando a riscoprire la minimal-techno di matrice teutonica. Break ‘lectro il remix di Espion mentre più nebbioso e tetro il contenuto di “Sucking Lemons” che solo alla fine sfocia nei canonici 4/4.

-Olivia Louvel “Luna Parc Hotel” (Angelika Köhlermann): un album che si configura come il ‘manifesto di canzoni elettroniche’, un vero operato che si eleva dalla massa come un suadente prodotto alchemico di musica da relax ed un pop assai sperimentale. E’ questo “Luna Parc Hotel” della francese Olivia Louvel che, con “The Motel”, si cimenta nella cover del vecchio brano di David Bowie. A coadiuvare il suo estro creativo è Paul Kendall che mixa il tutto presso il Thin Line, lo studio di Alan Wilder dei Depeche Mode.

Electric greetz

DJ GIO MC-505

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