Intervista a Stephan Bodzin di Giosuè Impellizzeri 01/06/2006

Stephan Bodzin sta alla produzione discografica come il cacio sui maccheroni. Il tedesco vanta centinaia di produzioni alle spalle realizzate in oltre venticinque anni d’attività in cui è stata la dance elettronica a prendere il sopravvento. Con l’inseparabile amico Oliver Huntemann collabora sin dai primi anni novanta, periodo in cui la coppia sfoderò una vera sequela di progetti come Alpha Beat, Caunos, Daddy Cool, Hector, Jeux Floraux, Kaycee, Pitcher, Pulzar, Taiko e Rockford. Di nascita più recente è invece Rekorder dietro il quale si cela una serie di vinili che fermerà la sua corsa al decimo numero di catalogo. Ma Bodzin appare davvero infaticabile: tra decine di co-produzioni (è lui che ha curato i recenti prodotti di Marc Romboy, Huntemann e Thomas Schumacher) e remix trova il tempo per confezionare anche i suoi singoli capaci di farsi notare nello sconfinato panorama discografico europeo. E’ il caso di una triade di 12" editi dalla Systematic del già citato Romboy dalla quale fuoriescono le hits "Caligula", "Miranda" e la recente "Phobos". Sostenitore di un filone musicale piuttosto modaiolo che afferra l’electro e la strizza in circuiti minimal, Stephan Bodzin è impegnatissimo su vari fronti tra cui il lancio della sua label. Ma è proprio lui a parlarcene.

Ciao Stephan, finalmente anche tu nella nostra ‘galleria’ di personaggi. Iniziamo parlando dei tuoi primi approcci alla musica creata con le macchine.
"Ciao Giosuè e ciao a tutti i lettori ! Tutto ebbe inizio molto tempo fa quando avevo pressapoco cinque o sei anni. Generalmente i bambini sono attirati dal pallone e da giochi simili ma io, al contrario della massa, amavo starmene con mio padre nel suo studio in mezzo ad una marea di sintetizzatori analogici come Memory e Minimoog, Arp 2600, Korg Ps3100 e molti altri ancora. Mi sentivo già grande a stare tra qui macchinari pieni di pulsanti e lucine colorate. Facevo parte di una piccola band insieme a mio padre e mio fratello: a dieci anni suonai il mio primo live-act basato su musica elettronica. In seguito ho lavorato su stili musicali differenti: ho suonato il basso e le tastiere, ho composto colonne sonore per teatri ed altro ancora ma alla fine ho capito che era quella della musica elettronica la strada da seguire"

Chi seguivi con attenzione durante gli anni della tua fanciullezza ?
"I primi dischi che ho ascoltato in assoluto erano dei Kraftwerk, Tangerine Dream e The Police. Che tempi !"

Te la sentiresti di definire il tuo stile musicale ? In molti lo fanno rientrare in un contesto electro-house-minimal …
"Mmm, attualmente non amo molto inserire la mia musica entro delle categorie ben definite. Produco insieme a svariati artisti come Thomas Schumacher (la sua è techno o electro ?) Marc Romboy (si parla di neo-disco o electro-house ?), Huntemann (electro o minimal-techno ?), Elektrochemie (electro-house o vocal ?) e quindi risulta davvero difficile dare un nome al mio stile. Posso però affermare che le mie influenze maggiori sono di stampo electro e quindi mi va di chiamarla electro. Riguardo il mio progetto da solista, cerco di assimilare le emozioni e concentrare l’energia per il dancefloor. In definitiva è qualcosa a cavallo tra il minimal e il maximal"

Come preannunciavi qualche riga fa, sei un produttore da svariati anni a questa parte (ricordo bene i progetti come Kaycee, Taiko, Mojave e Jeux Floraux). Quali sono le differenze sostanziali che intercorrono tra la scena musicale attuale e quella di una decina d’anni fa ?
"E’ molto difficile rispondere a questa domanda come del resto è complesso affermare se la scena di oggi sia migliore rispetto a quella degli anni passati. Ogni periodo vive la sua musica e di conseguenza la scena cambia in continuazione. Ricordo le tracce trance firmate come Kaycee con un piccolo sorriso sul volto. Era davvero divertente produrre quei pezzi che portavano un successo non indifferente ma oggi non riesco nemmeno ad immaginarmi dietro un progetto così pop. Da cinque anni a questa parte la trance ha subito un forte arresto e pare che al momento non ci sia nulla che possa far pensare ad un suo ritorno. Per questo motivo molti dei progetti a cui hai fatto riferimento si sono ‘spenti’. Negli ultimi due anni sono riuscito a trovare la giusta strada da battere trovando lo stile che identifica meglio il mio ego. E’ curioso come ciò sia accaduto molto in ritardo rispetto all’esordio nel campo musicale (oltre venticinque anni addietro) … meglio tardi che mai ! ;o) Ora la scena è cambiata notevolmente e il pubblico è capace di apprezzare un range più vasto di musica rispetto a quello di dieci anni fa. Ciò gioca a favore dei nuovi stili che si sono venuti a creare di recente"

Sei sempre indaffaratissimo: cosa hai caricato nel banco mixer negli ultimi giorni ?
"Eh eh, in effetti i progetti in corso sono innumerevoli. Al momento sto lavorando alacremente alla mia carriera da dj dopo quindici anni trascorsi dietro le quinte nella veste di produttore. Fare il disc-jockey mi diverte molto e provo sensazioni incredibili mentre guardo la gente in pista che balla le mie tracce. Da pochi giorni ho ultimato il mio nuovo singolo, "Tron/Midnight Express", destinato alla Systematic, la label di Marc Romboy. Aspettatevi un tiro piuttosto dark e molto ballabile. Sul successo di "Gemini" (l’album uscito pochi mesi fa di cui ho prodotto sei tracce) sono tornato in studio con Romboy per un nuovo progetto di stampo neo-disco intitolato "Atlas/Hyperion". Non ti nascondo che stiamo pensando anche ad un album da firmare come Stephan Bodzin vs Marc Romboy. In collaborazione con Jan Langer sto lavorando alle releases della mia label, la Herzblut: sono già pronti quattro e.p.’s che attendono solo di essere stampati. Il primo ad uscire sarà "Cerosine/Cucuma". Con l’inseparabile Oliver Huntemann sto realizzando alcuni remixes tra cui uno per gli Yello ed uno per Sono. Poi in preparazione ci sono anche i nuovi singoli di Huntemann ed H-Man. A giorni nei negozi di dischi invece arriverà "Home", il nuovo album di Thomas Schumacher (su Spiel-Zeug Schallplatten) al quale ho partecipato nella veste di co-producer. Per concludere parlo del progetto Elektrochemie che, dopo due avvincenti dischi su Get Physical ("Pleasure Seeker E.p." e "Don’t Go E.p.") tornerà presto a calcare le scene con un nuovo singolo seguito da un album previsto per l’autunno/inverno. Per il momento è tutto ;o)"

Conosci qualcosa o qualcuno della scena italiana ?
"Purtroppo non molto ma credo che sia interessante. Thomas (Schumacher) recentemente ha suonato in alcuni locali italiani e me ne ha parlato bene soprattutto per un’atmosfera speciale e molto familiare. Inoltre sono in contatto con Dj Remo per il quale, assieme a Thomas, realizzai il remix della sua hit estiva "Black Sabrina". Lo reputo un grande producer e dj"

Estendendo l’obiettivo all’Europa invece, quali sono i nomi che consiglieresti ?
"Tra i producers Radioslave, John Tejada, James Holden, Booka Shade, Claude Von Stroke ed Âme mentre tra i dj’s citerei gli amici Thomas Schumacher, Marc Romboy, Dj Remo ed Oliver Huntemann ai quali aggiungo volentieri John Acquaviva e Tommie Sunshine. Tra le labels voto di merito spetta a Get Physical, Systematic, Rekorder, Datapunk, Giant Wheel, Spiel-Zeug Schallplatten, Border Community, Minus e Pokerflat mentre per quanto concerne i clubs alzo il pollice per il Fabric e il The Key (Londra), il Berghain (Berlino), il Lemonclub (Liverpool), il Die Nacht (Mönchencladbach) e il celeberrimo Cocoon di Francoforte"

Hai idea di quali potrebbero essere le nuove direzioni della musica elettronica ? Prima o poi la trance tornerà a farsi sentire ?
"Mmm, è difficile dirlo. Ma posso affermare che in molti pezzi sono presenti elementi della trance che, potenzialmente, potrebbero riportare al culto per il genere tanto in voga negli anni novanta. Dopo il grandissimo momento della minimal e dell’electro sarà la volta di qualcosa di innovativo che però nessuno riuscirebbe a prevedere. Probabilmente andremo incontro a qualcosa di maggiormente melodico ed atmosferico pur senza perdere il contatto con gli elementi necessari al dancefloor"

Credi che il vinile stia morendo ?
"No, non ancora. Probabilmente un giorno accadrà ma credo che sia ancora lontano. Nella veste di dj utilizzo files mp3, cd’s e vinili ma la mia grande preferenza è rivolta ancora ai dischi ;o)"

Quindi il futuro del business potrebbe essere racchiuso nel file mp3 ?
"Certamente, su questo non ci sono dubbi"

Ti sei avvicinato al mondo della musica coi sintetizzatori analogici. Oggi cosa utilizzi nel tuo studio ?
"Lavoro completamente coi software eccetto per il mio impareggiabile ed originale Minimoog da quale non mi separerei mai. Arturia (una casa di software francese) è riuscita ad emulare perfettamente synths come Prophet 5, Moog Modular, Arp 2600 e Yamaha Cs-80 tanto da non rendere più possibile la differenza tra il suono originale dell’hardware e quello scaturito dal software"

Abbiamo terminato: grazie mille per il tuo tempo Stephan.
"Sono stato in Italia diverse volte in vacanza ed ho sempre incontrato persone splendide. Adesso spero di potervi venire a trovare nella veste di dj per allietarvi col mio sound. Un abbraccio. Stephan Bodzin"

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