Intervista a The Presets di Giosuè Impellizzeri 19/07/2006

The Presets rappresenta il nuovo ‘acquisto’ dell’International Deejay Gigolo, abilmente guidata da Dj Hell che da vero talent-scout è sempre in cerca di nuovi talenti. In questo caso rintraccia Kim Moyes e Julian Hamilton a Sydney, nell’emisfero australe, attirato dal loro stile musicale che abbraccia electro, pop e rock, una formula già ampiamente collaudata negli scorsi anni soprattutto in seguito all’esplosione nel fenomeno electroclash di cui Gigolo è stata una delle principali promotrici. A dispetto di coloro che l’avevano già dato per disperso, il filone musicale torna in superficie e i The Presets lo aiutano in maniera decisiva già con varie apparizioni su Rex (‘sorella’ della più nota XL) e Modular nonchè per una ricca serie di remix realizzati per Paulmac, Cagedbaby, Midnight Juggernauts ed addirittura Lenny Kravitz con "Breathe". Il loro "Beams", presto in uscita su Gigolo, riflette in modo perfetto la fusione tra scuola rock e dance attraversando il pop e l’euforismo di una certa techno proveniente da reminiscenze dei primi anni novanta. Uniti sin dal 2003, i The Presets escono nuovamente allo scoperto con un lavoro che anticipa la pubblicazione di una serie di singoli, il primo previsto per agosto e colorito da un remix del francese Justice, il secondo a settembre per il quale si è messo al lavoro lo stesso Dj Hell. Ed ora The Presets sbarcano per la prima volta su un magazine italiano.

Ciao Kim, ciao Julian. Mettiamoci comodi e parliamo del vostro primo approccio alla musica elettronica.
"Ciao a tutti gli amici italiani. I primi contatti con la techno risalgono al 1992 sebbene già qualche anno prima i nostri interessi riguardavano certi lavori hip-hop e molte altre cose non necessariamente intrecciate col mondo dell’elettronica. Ricordiamo poi, con molto piacere, il pop degli anni ottanta e in particolar modo quello di bands come New Order, Inxs e The Cure"

Da dove nasce il nome The Presets ?
"E’ un nomignolo nato per gioco mentre eravamo chiusi nel nostro studio ad ascoltare i presets dei nostri synths. E’ un semplice pseudonimo che non racchiude idee particolari"

Personalmente identifico la vostra musica in un mix tra electro, pop e rock. Vi trovo d’accordo ?
"Certo, in pieno. Magari si potrebbe aggiungere anche un pizzico di indie. Amiamo la musica dance (ed ascoltando i nostri pezzi lo si capisce più che bene) ma nel contempo abbiamo voluto aggiungere ad essa una struttura da canzone pop con tanto di strofa, ponte e ritornello. Alla fine quel che ne viene fuori è un curioso costrutto tra strumentazioni d’altri tempi avvolte ad un’anima electro-indie"

Venite dalla lontana Australia: com’è la scena musicale del vostro Paese ?
"Decisamente interessante ! Qui ci sono molti clubs specializzati in musica electro e la gente ama molto frequentarli. Per questo motivo c’è anche abbondanza di bands e di nuovi artisti che cercano di imporsi alla massa inseguendo forme di musica innovative. Inoltre c’è molta voglia di collaborazione: personalmente abbiamo stretto una sinergia coi Silverchair, con gli Sleepy Jackson e con Cut Copy"

Il vostro primo album, "Beams", uscirà presto su International Deejay Gigolo. Come avete attirato l’attenzione di Dj Hell ?
"Tutto è iniziato circa tre mesi fa quando Hell venne a sentire un nostro show in un club di New York. Fu colpito in modo decisivo dalla nostra musica e così ci ha proposto di pubblicare l’album in Europa sulla sua label. Da grandi fans della Gigolo non abbiamo pensato due volte a rispondergli in maniera positiva e così eccoci qui ;o)"

Negli ultimi anni avete già avuto a che fare con la scena musicale europea: a quali nomi sono rivolte le vostre preferenze ?
"Amiamo profondamente l’Europa soprattutto per molti eroi della musica elettronica contemporanea e non come Daft Punk, Kraftwerk e Bjork. Tra le nuove leve il nostro voto va diretto ai Digitalism, autori di un sound incredibilmente contagioso !"

Riguardo la scena italiana invece ?
"Beh, non si può non parlare di Giorgio Moroder, il re della synth-electro. Dal passato riaffiorano anche sbiaditi ricordi per una band che si faceva chiamare Goblin. Per quanto concerne la scena attuale purtroppo non conosciamo praticamente nessuno"

Negli ultimi tempi gli stili musicali si rincorrono a più non posso e dall’electro-house si è passati al minimal. Avete idea di quale potrebbe essere il nuovo passo ?
"Speriamo che il minimal lasci spazio il più presto possibile ad altri stili musicali. Personalmente lo troviamo molto noioso e poco innovativo dal punto di vista stilistico"

Se un giorno vi fosse data la possibilità di collaborare insieme ad un altro artista, su chi cadrebbe la scelta ?
"Indubbiamente sui Chemical Brothers o sui Daft Punk per la loro incredibile vena compositiva che ci ha sempre stupito in positivo. Guardando in altre direzioni invece ci viene in mente il nome di Shakira !"

Si parla, ormai da anni, della definitiva morte del vinile. Come la pensate in merito ?
"Il vinile continua a suonare meglio di tanti altri formati e questa è una cosa molto importante. I problemi sorgono quando bisogna affrontare lunghi viaggi e quindi le borse dei dischi iniziano a far sentire in modo opprimente il loro peso. In quel caso si ricorre ai più pratici e maneggevoli cd’s"

Pensate che il vinile sia stato messo all’angolo dal file mp3 ?
"No, assolutamente. Il file mp3 non ha ucciso l’industria musicale ma l’ha aiutata a riprendersi. Attraverso il file digitale è possibile far arrivare la musica in qualsiasi posto del mondo ad un costo irrisorio, una cosa completamente impensabile sino a pochi anni addietro"

Nel vostro studio c’è prevalenza di hardware o software ?
"Amiamo l’hardware poichè spesso suoniamo nei live con veri strumenti e non con emulatori da installare sul computer. Ma ormai è risaputo che i software stanno prendendo sempre più piede e così cerchiamo la giusta maniera per interfacciarli e lavorare con entrambi"

Abbiamo finito cari amici. Rimane lo spazio per i saluti.
"Congratulazioni per aver vinto la Coppa del Mondo ! Viva l’Italia ! The Presets"

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