#111 -Riappaiono anche gli Yello [23-07-2006]

Gli ultimi anni hanno visto un continuo ripescare di vecchi gruppi che hanno lasciato orme ben più che nitide nel campo della musica elettronica. Dopo Kraftwerk, Telex e Trans-X così riappaiono anche i mitici Yello, formatisi nell’ormai lontano 1979 da un’idea di Boris Blank, Dieter Meier e Carlos Peron (quest’ultimo però lascia il progetto nel 1984 dedicandosi alla carriera da solista attraverso AMX 40, Dark Ruler e, più recentemente, producendo i Wolfscheim). Passati alla storia grazie a pezzi come “Bimbo”, “Bostich”, “Claro Que Si”, “I Love You”, “Lost Again”, “Call It Love”, “The Race” e “Vicious Games” (che nel 2001 ispirò anche il francese David Carretta per la quasi omonima “Vicious Game” su International Deejay Gigolo), gli Yello tornano a calcare le scene grazie alla Universal che ha deciso di ‘spolverare’ le migliori tracce e ripubblicarle attraverso versioni remix confezionate dai migliori nomi attualmente in circolazione. Prima ad essere estratta dall’immensa discografia è “Oh Yeah” risalente al 1985 (e riapparsa dieci anni dopo nel cofanetto edito dalla Urban “Hands On Yello” in un rework ad opera dei Plutone che all’epoca fu affiancato da remixes d’autore del calibro di Cosmic Baby, WestBam, Jam & Spoon, Oliver Lieb, The Grid, Carl Cox, Ilsa Gold, Carl Craig, The Orb e Moby) ed ora riletta in tre nuove intepretazioni. I Booka Shade forgiano un tool electro-funk (decisamente diverso dal classico costrutto alla Get Physical), Bodzin & Huntemann infondono l’inconfondibile tocco minimal-dark-low-fi-electro ed infine Tobias Lützenkirchen assimila ritmi tech-house su suoni electro. L’attenzione nei confronti dell’indimenticabile progetto rivive ancora una volta, a tre anni da quella ristampa di “The Race”/”Planet Dada” che vide l’avvicendarsi di remixer del calibro di Northern Lite, HÃ¥kan Lidbo e Tomcraft. Negli stores trovate anche un Part 2 più house-oriented che vede l’inserimento, finalmente in veste ufficiale, del remix di Ralphi Rosario (in circolazione già dallo scorso gennaio) e quello di Sander Van Doorn.

-Arpanet “Reference Frame” (Record Makers): traendo ispirazione dal network americano installato nel 1969 che rispondeva al nome di ARPA (Advanced Research Project Agency) che di lì a poco avrebbe servito le università e centri di ricerca, Gerald Donald confeziona questo nuovo episodio della saga Arpanet, più vicino a “Wireless Internet” del 2002 che al più recente “Quantum Transposition” acquisito dalla Rephlex di Aphex Twin. Le tre tracce (estrapolate dall’album “Inertial Frame” in uscita a settembre) non fanno altro che mostrarci la via dell’electro più legata a schemi kraftwerkiani in cui i beats lenti bruciano intensi in loops meccanici. Un ‘quadro musicale’ da gustare pensando ai films di fantascienza, ai romanzi di Urania e al mondo dei cyborg che, forse, non è poi così tanto lontano.

-Aa.Vv. “Notgoinganywhere” (Corso Fleuri): spulciando nell’archivio Mental Groove affiorano versioni inedite, remix, rarità mai pubblicate e misteriosi nomi dietro i quali operano importanti artisti: tutto confluisce in questa sorta di mixtape (sulla falsariga delle vecchie compilation hip-hop). Riflettori puntati su “The Beach” di Miss Kittin & The Hacker (rivista dal compianto Dj Screw), “Süsouk” di Gunga, “You Kiss” di Water Lilly (in un remix di Legowelt mai pubblicato prima d’ora), “Balançoire Automatique” di Bauchamp, “Scream & Shot” di Kate Wax (ricostruito da Kalabrese) e l’ipnotico “Future Is Vintage” del cileno Akzidenz Grotesk raggiunti da altre perle di Dj Sid, Water Lilly, St. Plomb, Asylum Seekers, Tacteel, Kid Rolex featuring Miss Thuy ed un’inedita versione remix di “Big Onion” di Detroit Grand Pubahs. Ad assemblare il tutto è Oliver Mental Groove coadiuvato dal vocalist John B Rambo aka The Genevan Heathen.

-The Isolators feat. Bébé “Interdit Ce Soir” (Viewlexx): torna a farsi sentire la mitica Viewlexx di I-F con un pezzo che mette in prima linea le nostalgiche atmosfere della disco anni ottanta. L’Original Mix (utile per aprire le programmazioni) viene allietata dalla dolce e sibillina voce della sconosciuta Bébé mentre il retro presenta qualche bpm in più scelto doviziosamente da Erik Müller alias Freak Electrique, il pupillo di I-F. Noto anche come Perfect Sync ed attivo su Evidance nei primi anni novanta, il producer regala un tocco in più ad un pezzo che molti potrebbero scartare per la poca aderenza alle attuali esigenze del dancefloor.

-Karma “Father, Father” (Compost): la label monegasca continua a non sbagliare un colpo: senza cadere nelle banalità e nel già sentito rilascia il disco di Karma che si ributta a capofitto nel mondo della house di fine anni ottanta. Ad ascoltare “Father Father” (il remix è del bravo Marcus Worgull) infatti pare di avere a che fare con una riuscita rivisitazione del classico di Lil’ Louis, l’indimenticato “French Kiss”. Tony Nwachukwu invece mette le mani sulla più dolce “Are We” nella quale approda una voce soul alla Bjork ed un costrutto in stile ambient-noize. A calare il sipario è “All You Ever Wanted”, una ballata romantica che conferma lo spiccato eclettismo della label di Michael Reinboth.

-Ryuichi Sakamoto “Bricolages” (Kab): rimasto nella storia per le soundtracks di “Merry Christmas Mr. Lawrence” e “The Last Emperor”, la popolare pellicola del 1987 di Bernardo Bertolucci, Ryuiki Sakamoto riappare con una raccolta che funge da contenitore di remix realizzati da personaggi emersi dal tessuto underground internazionale. Le tredici tracce esplorano le atmosfere più raffinate dell’electronica con una particolare predilezione per il soul e le sonorità intimiste. A ‘manomettere’ i pezzi del nipponico sono artisti come AOKI Takamasa, Cornelius, Richard Devine, Craig Armstrong, Slicker, Thomas Knak ed altri che forniscono un apporto visionario fatto di incursioni ambient e noize.

-Dany Rodriguez “Acid E.p.” (Destination): aperta lo scorso inverno col disco di Alek Stark, la Destination ritorna sugli scaffali dei negozi con l’e.p. del suo fondatore, mr. Rodriguez. “Acid For You” abbraccia l’ebm e il new-beat degli anni ottanta stemperato in più punti da linee gotiche di synth mentre “Carocha” spazza via col suo tiro dirty-epic. La stessa traccia si ripresenta nel remix dell’australiano Plastique De Rêve che ne cancella i lati più oscuri evidenziandone il tono tipico dello staccato, da sempre tassello fondamentale delle sue releases su Turbo, Gigolo e Mental Groove.

-Montagskino “Sherlock Holmes E.p.” (All You Can Beat): dopo l’avventura sulla Liebe*Detail di Amburgo, Montagskino (ovvero Martin ‘Housemeister’ Boehm e Tony Planet) riappare con un disco ispirato dal celebre personaggio di Arthur Conan Doyle. “Welcome To The Funny Farm” è un flash technoide fatto da rumori curiosi ed intriganti che trascinano in un’atmosfera infernale, da “Sherlock Holmes” poi si leva un basso che sale e scende da beats scricchiolanti indicanti la via del creepy ed infine “Fear & Loathing In Der Kleinraumdisko” lascia trasalire un curioso mix tra polka e trance su suoni di videogames d’altri tempi.

-Aa.Vv. “Platipus 10” (Platipus): di tempo ne è passato da quando Simon Berry alias Art Of Trance scrisse “Deeper Than Deep”, inconsapevole di dare avvio ad un ciclo di produzioni che sarebbe rimasto negli annali della storia della musica elettronica. Dopo ben tredici anni (correva il 1993) la sua Platipus è ancora pronta a far sognare e in questo caso lo fa consegnandoci un cofanetto che narra le gesta della trance. Riappaiono gemme preziose di Art Of Trance, Moogwai (storico progetto dello svizzero Francois Chabloz recentemente tornato sotto i riflettori nelle vesti di Chab), Albion, Indiana, Star, Union Jack, Leama, Praha, Tekara, Mona Lisa Overdrive e tanti altri da non lasciarsi scappare se la trance meno commerciale pulsa nel proprio cuore.

-K.Weichteil “Dadaismus” (Pimmel): #001 per la sconosciuta Pimmel Records che apre i battenti con un divertente picture-disc pronto a catturare la nostra attenzione. L’autore (sconosciuto anch’esso) plasma due tracce (prive di titoli) con cui si fanno avanti i suoni liquidi del minimal attuale avvinghiati a rumori che oggi siamo ormai abituati ad ascoltare spesso. L’idea trae spunto dall’avanguardia storica del primo Novecento, quella di Ball e del suo Cabaret Voltaire che corrispose ad un ‘arte non-artistica’.

-The Presets “Beams” (International Deejay Gigolo): rintracciati nell’emisfero australe, Kim Moyes e Julian Hamilton entrano nel mondo Gigolo abbattendo l’ideale barriera tra rock e dance. Se “Steamwork” suona troppo gotica ed “Are You The One?” e “Down Down Down” vi ricordano un pò troppo l’electroclash puntate diritti a “Girl And The Sea” che rimanda alle prime hits dei Royksöpp. Poi “Black Background” con continui spunti alla Adult., l’acid-rock di “Worms” che getta lunghe occhiate ai Daft Punk di “Homeworks”, il neo-digital-funk alla LCD Soundsystem impresso in “Kitty In The Middle”, il romanticismo sensuale di “Hill Stuck” e la sequenziale “Girl (You Chew My Mind Up)” che punta il dito ai primi Fischerspooner ma con un’attitudine più punk che new-wave. Chiari accenni 80’s s’intercalano alla techno dei novanta in “I Go Hard, I Go Home”, l’electro-rock alla Northern Lite proviene dalle partiture di “Bad Up Your Betterness” e, a chiudere, quel “Beams”, un ironico slow-pop che non sfigurerebbe affatto come soundtrack di un moderno cartoon nipponico. Benvenuti The Presets.

-Andy Vaz “Repetitive Moments Last Forever” (Persistencebit Records): full-lenght di debutto per la mente della Background, ancora preso da suoni riflessivi ed un pò glaciali. Qui si batte il terreno della ‘clickhouse’, itinerario modaiolo nel quale, di tanto in tanto, affiora qualche basso funk e qualche suono della house strumentale di dieci anni fa. Appare anche un Tb adoperato in modo curioso (quasi random) accompagnato da ritmi inusuali forgiati sempre e solo nel crogiuolo del noize. Minimale … ma non troppo.

-Yuri Suzuki “Blue Line E.p.” (Müller Records): reduce di quell’interessante “It’s House” firmato assieme all’inglese EDMX (noto anche come DMX Krew) edito dall’Affected durante la passata primavera, Yuri Suzuki ritorna e questa volta lo fa con la scaltrezza di un leone. L’esordio in casa Müller è costituito da tre tracce condite da suoni della rave-techno anni novanta speditamente sorrette da beats quaternari. La mia preferenza verte su “Jetlag” che rammenta lo stile ben collaudato del ‘padron di casa’, Frank Müller, abitualmente nascosto dietro il moniker Beroshima.

-Phutura “Razionalismo In Vinile Vol. 1” (Registrazioni Italiane): sganciandosi dal progetto 16bit Suicide, Luca Affatato si ripresenta sotto la veste più tenebrosa di Phutura con lo scopo di reinterpretare i suoni e le ritmiche di un immaginario scenario notturno. Profondo ed ipnotico, il progetto si assesta su un segmento mediano tra trance d’avanguardia e minimalismo più raffinato e lontano dalla banale ostentazione di suoni e ritmiche scheletriche. Incredibile il remix di Giorgio Gigli che lascia pensare al calore di un altoforno capace di far vibrare le corde di un’arpa. Il disco viene accompagnato da una copertina-poster dedicata al Serbatoio Idrico dell’architetto Oriolo Frezzotti risalente al 1933 ed eretto in quel di Sabaudia.

-Sunchase “Cpu/Motherboard” (Mile High Recordings): inizialmente vicino al drum’n’bass, l’ucraino Alexander Pavlenko alias Sunchase (fuori anche col progetto Static Nitro) si ripresenta con una doppietta di sound attualissimo preso subito in considerazione dalla sublabel della Cyberfunk Music. “Motherboard” è organizzata su una ritmica dirty-disco ed un buon bassline electro sulla falsariga dei prodotti olandesi (Clone & co.) mentre trovo piuttosto banale “Cpu” edificata su un mix di suoni e basslines grattugiati tipici di artisti come Bodzin, Schumacher ed Alter Ego.

-Dan Curtin “Shining” (Dust Science): il prolifico autore attivo sin dal 1992 approda alla Dust Science di Sheffield con un disco che riporta all’attenzione il groove, uno dei motivi conduttori della musica dance sino a qualche tempo fa. Si sfoggia la liquid-techno con “Tromp”, legata ad intrecci di percussioni e ad una scelta di suoni che mi ricorda Cari Lekebusch; poi “Shining” con cassa marcata ed infiltrazioni deep, plastic-house ed acid. Presenzia anche una Dub maggiormente orientata al sound crispy, oscuro e tanto ‘viaggioso’.

-Brian Sanhaji “Beta V1.0.0” (Enable Recordings): Sanhaji, noto nei primi anni del duemila nella veste indiavolata di Relic (“No Silence” era suonatissima anche dalle nostre parti) propone sulla sua Enable due nuove versioni di “Beta”. La prima è di Andrè Walter (compagno di Chris Liebing nella saga Stigmata) che opta per movimenti in terzine, distorsioni e lancinanti noizes, la seconda è del portoghese Cisco Ferreira (rimasto solo a condurre il progetto The Advent dopo l’abbandono di Colin McBean) che si diverte a smembrare la groovytechno in patches di matrice hypno. Un disco che ci fa capire che la Techno non è affatto morta.

-Sucker Dj’s “Bombay Sapphire” (Kinky Vinyl): curiosa confezione per questo nuovissimo Kinky Vinyl (‘parente’ della più celebrata Whoop!) che rimette in gioco il duo dei Sucker Dj’s formato da Stretch Silvester (proprio quello di Stretch & Vern) e Ben Macklin. La copertina in plastica nera traduce il sound di “Bombay Sapphire”, una sorta di house anni novanta rivista e corretta secondo un’ottica moderna con alternanza viva di cassa e leads. L’Electro Dub potenzia esattamente questi elementi accostandosi ad una sorta di Dj T. sorretto da un animo più groovy.

-Jay West “Back South” (Bambino Recordings): interessante questo quarto episodio della Bambino, nata dalle forze della più anziana Myna. Protagonista è l’argentino Pablo Sabetta, già interprete di una serie di curiose produzioni su Spleen, Stupendous, Huron, Agave e Guesthouse. Con “No Stoppin'” mischia il calore del samba col moderno funk-house tipicamente europeo mentre in “You Hurt My Feelings” fa leva sulla deep-house rischiarata in più punti dal vecchio french-touch (ricordate i primi Cassius ?). A chiudere è “Little Stream” con cui si aggancia la house dello scorso decennio, quella che in tanti chiamavano ‘underground’. Che l’argentino abbia preso spunto da qualche memorabile release marchiata UMM ?

-Lochi “London Acid City 2006” (Routemaster): dopo circa due anni d’assenza i Lochi (Chris ‘Liberator’ Knowles e Lawrence ‘Lawrie Immersion’ Dunster) ritornano con la riedizione di un pezzo storico, quel “London Acid City” che oltre dieci anni fa aprì il catalogo Routemaster. Ritmi grintosi e velocità elevate (si toccano quasi i 150 bpm) contraddistinguono questa techno attraversata longitudinalmente dalle vibrazioni del Tb-303 che, in sintonia con gli ingrossamenti del groove, si apre coi filtri e spezza le tonalità . Sul Part 2 appare un polveroso remake in chiave acid-house ed un’altro, più minimal techno, firmato ancora da Lawrence Dunster questa volta ‘travestito’ da Pounding Grooves. Non manca l’Original Mix, lampante e scintillante simbolo dell’acid-techno made in Uk che, nonostante mode e tentennamenti del mercato, è riuscita sempre a mantenere intatta la sua identità .

-Aa.Vv. “Systematic Sessions 2” (Systematic Recordings): la nuova raccolta di Systematic è imperniata su due cd’s: il primo selezionato e mixato da Tommie Sunshine, il secondo dal ‘padron di casa’ Marc Romboy. Sunshine da vita ad un mix tra electro, acid-house e rock mixando Krikor, Jona, Scratch Massive, Duoteque, Jon Autry e il nostro Andrea Doria mentre Romboy si adagia sull’electro ravvivata dalla deep-house con Phonique, Guy Boratto, Stephan Bodzin, Martin Landsky, Claude Vonstroke ed altri. A campeggiare su tutto è l’inquietante figura da santone di Sunshine affiancata da quella più pacata di Romboy.

-Navid Tahernia “Sounds Of Instruments 02” (Klik): il secondo appuntamento della saga è curato dal tedesco Tahernia, un tempo alfiere di labels come Harthouse, Rising High e Planet Source, ed oggi di Kompakt. Il suo stile, rintracciabile tra l’atmosferica deep e la sequenziale minimal, si scorge in maniera perfetta nel contenuto del mix-cd stampato in Grecia nel quale fanno capolino pezzi di Claude Vonstroke, Wighnomy Brothers, John Tejada, Gabriel Ananda & Cio D’Or, Kaliber, Markese, Tekel & Tim Parris, Steadycam e molti altri. Nel curatissimo package troverete anche un dvd costituito dalla trasposizione audio del cd già descritto ma arricchito dai visuals del bravo Panayiotis Hadjistefanou.

Electric greetz

DJ GIO MC-505

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