Intervista a Dirk Dreyer di Giosuè Impellizzeri 24/07/2006

Dirk Dreyer nasce nel 1973 a Rüsselsheim, un piccolo centro alle porte di Francoforte divenuto celebre per aver dato i natali alla Opel. La sua carriera come dj ha inizio nel 1991: di lì a poco approda al leggendario Dorian Grey e al celebre U60311. Per le frequenze radiofoniche (sulla locale Planet Radio) invece confeziona i primi mixati di house e techno che, alla fine degli anni novanta, gli aprono le porte della discografia. Dirk infatti mixa due volumi della fortunata serie “House Club Hottest” che lo portano ad esibirsi in locali di tutta l’Europa (dalla Spagna alla Turchia passando per l’Austria e l’Italia). Dal 2000 vive a Berlino dove ricopre il ruolo di organizzatore della one-night One Louder presso il Sage Club. Nel campo delle produzioni invece, celandosi dietro i progetti One Louder e Full Of Grace, rilancia alcuni classici tra cui “You Got The Love”, il popolare pezzo di The Source e Candy Staton. Poi una sfilza di remix tra cui “Heavenly” di Didier Sinclair & Chris Pi e la fortunatissima “Closer To Me” di Chab featuring JD Davis. Da non dimenticare la collaborazione con l’americano Tyree Cooper che nel 2001 si esternò attraverso “Green Peppermint Sticks”. In questi giorni Dirk ritorna, nelle versi di selezionatore, per il quinto episodio della “Sage Club Compilation” che racchiude al suo interno uno scenario musicale dai tocchi electro-minimal-house. Incontriamolo.

Ciao Dirk, ben approdato su Technodisco. Quando hai scoperto di avere la passione per la musica elettronica ?
“Ciao Giosuè e ciao a tutti gli amici italiani. Il primo disco che comprai (un vinile in 7” edito nel 1983) fu “Happy Children” di P. Lion (alias Paolo Pelandi). In quel periodo, come molti miei coetanei, ero tremendamente attratto dall’italo disco. Poi, durante l’adolescenza, i miei gusti si spostarono su bands come Depeche Mode, Pet Shop Boys e Yello che all’epoca rappresentavano già una certa evoluzione dell’elettronica. Sono nato in un piccolo paese vicino Francoforte (precisamente a Rüsselsheim, la città dove, nel 1862 Adam Opel aprì la famosa fabbrica di automobili) che, intorno ai primi anni novanta, dimostrò di avere un forte ascendente per la musica techno. Iniziai a frequentare clubs come il Dorian Gray e l’Omen e la scintilla scoccò”

Definisco la tua musica un perfetto mix tra house e techno con sfumature electro. Ti trovo d’accordo ?
“Assolutamente si, hai centrato in pieno ! Mi è sempre piaciuto proporre la house a largo spettro, da quella minimale e contraddistinta da inserti elettronici a quella più vocale raggiungendo anche strutture tribali che avevano la meglio sino a qualche anno addietro”

Hai iniziato la tua carriera da dj nell’ormai lontano 1991: quali sono le sostanziali differenze in questo mestiere rispetto a quindici anni fa ?
“Mia madre non era mai felice nel veder spendere il mio tempo e i miei soldi in dischi o nel trascorrere le intere nottate nei clubs. Sai, il mestiere del dj era qualcosa di non ben definito che solo se svolto ad un certo livello poteva darti la possibilità di vivere bene. Oggi invece i dj’s sono diventate delle vere popstars sempre in giro per il mondo e quindi la loro attività è maggiormente recepita rispetto ad una quindicina di anni fa”

Nel 2004 ti sei inventato la one-night One Louder organizzata al Sage Club di Berlino, per la quale hai interpellato special-guests come Boris Dlugosch, Marc Romboy, Tocadisco e Martin Eyerer. Ti piace la nightlife berlinese ?
“Mi sono trasferito definitivamente a Berlino nel 2000: è una città incredibile per ciò che concerne la vita notturna e su questo non ho alcun dubbio. Clubs come Ewerk o il leggendario Tresor costituiscono oggi delle pietre miliari nella storia della techno. La Berlino di oggi propone musica 24 ore su 24 e sette giorni alla settimana: in questo afoso periodo di luglio ad esempio si balla sulle sponde dello Spree (il fiume che taglia la città ) con la musica di Ricardo Villalobos. Per quanto concerne One Louder, continuerò ad invitare sempre nuovi ospiti. Il prossimo ? Oliver Huntemann e Xenia Beliayeva”

Da qualche anno hai intrapreso anche l’attività di produttore discografico. A cosa stai lavorando nell’ultimo periodo ?
“Insieme al mio partner Marcus Layton, che è apparso anche sulla celebre Ministry Of Sound, sto ultimando alcuni remix. Uno di questi è per il classico di Santos, “Camels”, per il quale ci siamo davvero divertiti. A settembre poi vedrà luce la collaborazione con Dj Delicius che apparirà su Phunkwerk. Al momento sto collaborando anche con Pierre Deutschmann della Low Spirit per alcune tracce che usciranno durante il prossimo inverno”

A giorni invece uscirà , su Alphabet City, il nuovo capitolo della “Sage Club Compilation”: parlacene.
“Quando iniziai a lavorare presso il Sage Club suggerii agli organizzatori di rilanciare la serie delle compilations. In Alphabet City abbiamo trovato una ottima label fatta di persone che svolgono il loro lavoro in modo brillante e così l’avventura è partita. Il volume 4, uscito alla fine di novembre, è stato oggetto di ottimi feedbacks. Adesso è tempo del volume 5 che si snoderà su contenuti a metà strada tra electro ed house. Questa la considero una grandiosa opportunità che mi dà la possibilità di proporre il sound che più mi piace al momento, quello che poi potete ascoltare ogni sabato notte al Sage Club”

Hai mai pensato a quali potrebbero essere i nuovi trends musicali ? Si continuerà a battere itinerari minimal ed electro-house ?
“Ad essere sincero inizio ad avvertire una certa nausea ascoltando la minimal che, ormai, sembra sempre la stessa su ogni disco. Preferisco invece le produzioni con più elementi come arrangiamenti, refreins e parti vocali come quelle di Stephan Bodzin e Booka Shade, capaci di bilanciare i suoni ipnotici della minimal con strutture più radiofoniche”

Ti piace l’attuale scena europea ?
“Mi piace girare l’Europa per festivals e conventions varie (Popkomm, Midem, Sonar) perchè amo incontrare gente di ogni nazionalità unita dagli stessi interessi. Fortunatamente tutti i top dj’s passano per Berlino (alcuni si sono trasferiti stabilmente qui) e quindi ho la possibilità di incontrarli spesso dal vivo. I contatti diventano più stretti grazie alla tecnologia di internet (msn e myspace)”

Per ciò che riguarda la scena italiana invece, conosci qualcosa o qualcuno ?
“Come dicevo all’inizio, il mio primo contatto col dancefloor fu fornito dall’italo-disco costruita su sequenze elettroniche e samples. “Hypnotic Tango” di My Mine è ancora oggi presenza fissa nella mia top ten ! Ho seguito la scena italiana sino ai primi anni novanta, periodo in cui le produzioni dello stivale tricolore influenzavano in modo decisivo i miei gusti. Ricordo inoltre che, intorno al 1995, visitai il Nightwave di Rimini. Rimasi estasiato dalle colline di Riccione e dalla scena notturna di Rimini: in quelle sere si esibiva Laurent Garnier e Dj Sneak … e fu uno show memorabile !”

Pensi che in futuro tornerai a collaborare col bravo Tyree Cooper ?
“Negli ultimi tempi Tyree ha lasciato la sua Chicago per trasferirsi a Berlino e così i nostri incontri sono divenuti più frequenti. Abbiamo già pensato di tornare a collaborare ma, giusto qualche settimana fa il mio amico Marc Romboy mi ha confidato la stessa cosa quindi … credo di dover pazientare ancora un pò ;o)”

Hai suonato nei clubs di tutto il mondo: dove hai trovato la situazione migliore ?
“Ibiza rimane un posto speciale, non c’è dubbio. E’ la mecca dei music lovers di tutto il mondo e l’entusiasmo raggiunge livelli incredibili. Mi piace suonare molto anche nella mia vecchia Francoforte che spesso mi vede alla consolle del Cocoon Club di Sven Väth insieme ad un mucchio di vecchi amici”

Quando sei in consolle preferisci il vinile o il cd ?
“Come ogni dj che si rispetti ho una corposa collezione di vinili. Il mio appartamento è pieno come un uovo di 12″ ma sarò sincero, da circa un anno e mezzo, preferisco suonare coi cd’s. L’equipment che preferisco è fatto dai cdj 1000, quelli che ormai oggi affiancano i Technics in quasi tutti i locali del mondo. Il cambiamento è avvenuto soprattutto per problemi di praticità (non più pesanti borse agli aeroporti). A caratterizzare i miei sets sono spesso tracce esclusive non ancora pubblicate ufficialmente (o mie o di amici). Comunque ritengo che il cd e il laptop stiano facendo perdere un pò del fascino nell’attività del disc-jockey all’opera coi vinili”

E per quanto riguarda lo ‘scontro’ tra hardware e software invece ? Su quale cade la tua preferenza ?
“Ormai lavoriamo completamente in digitale. Le uniche macchine hardware che usiamo ancora sono i compressori che ci aiutano molto nella fase del premastering”

Siamo al termine Dirk. Ringraziandoti per il tempo, ti lascio lo spazio per i saluti.
“E’ stato fantastico ospitare così tanti italiani per il Campionato Mondiale di Calcio e, in merito a ciò, vi faccio ancora tanti complimenti ! Qualche giorno fa Berlino, per la rinata Love Parade, ha ospitato ancora tantissimi ragazzi italiani e per questo non possiamo che essere felici. Un abbraccio a tutti i lettori di Technodisco da Dirk Dreyer”

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