Intervista a Robert Natus di Giosuè Impellizzeri 13/09/2006

Pare davvero un’ardua impresa risalire al primo tassello della sconfinata discografia di Robert Natus, giovane talento tedesco che a soli 25 anni vanta un repertorio di oltre 120 titoli. Connesso in modo inequivocabile al lato più estremista e rude della techno, Natus vede iniziare la sua carriera nell’autunno del 2001 grazie all’intuito di Brixton che lo vuole sulla celebre Holzplatten col rabbioso “Finale Cola”. Da questo punto è un crescendo di richieste da parte di labels note (Future Frontier, Salpeter, Planet Rhythm, Highball, Compound, Fine Audio Recordings) e meno (Skull Tunes, Déjà Vu, Energy Industries) desiderose di vantare nel proprio catalogo le sue tracce edificate su uno strano amalgama tra percussive-techno e suoni elettronici. Intorno al 2004 i gusti del giovane talento vanno a sfociare in un costrutto musicale ancor più estremista nato dall’accostamento tra le misure intricate dell’hardgroove e i tipici suoni hardcore tanto in voga nelle produzioni olandesi di inizio anni novanta. E’ tempo dell’hardtechno, creato da una costola dell’hardgroove, che esaspera i ritmi e i suoni diventando la forma più acuta della produzione elettronica paragonabile, per certi versi, alla gabber dalle velocità inverosimili. Con questo concetto vengono fuori le produzioni su Systemcalls, Abstract, Compressed e Bitshift Music, label che Robert fonda assieme all’amico Sven Wittekind. Nel 2005 è la volta dell’album, “Straight” che riverbera ancora tutti i tratti distintivi della musica di questo artista tedesco ormai additato come uno degli ‘inventori’ del fenomeno hardtechno che oggi si espande a macchia d’olio in tutto il mondo.

Ciao Robert e benvenuto su Technodisco. Quando e con chi hai scoperto di avere una passione irrefrenabile per la musica techno ?
“Ciao Giosuè. Da piccolo non conoscevo i nomi degli artisti ma mi limitavo ad ascoltare la radio per tutto il giorno. Credo che la scintilla sia scoccata con pezzi dei Modern Talking, Pet Shop Boys ed altre bands di questo genere che portavano alla ribalta i suoni elettronici dei synths analogici. Il primo contatto con la techno invece lo ricordo bene poichè fornito da un album del mitico U96. La traccia “Das Boot” mi affascinò in modo significativo”

Alla luce di quello che produci ed ascolti oggi, come definiresti il tuo stile ? Semplicemente hardtechno ?
“Beh, prendendo in esame la maggior parte delle mie produzioni credo che il termine hardtechno sia quello più adatto. Ma se si è un pò più ‘open minded’ si potrà capire che Robert Natus non rappresenta solo un nome per l’hardtechno. Credo di aver coniato questo genere con amici come Sven Wittekind ed altri ma nel mio passato non c’è solo l’hardtechno. Certo, è innegabile che i suoni da me preferiti siano quelli bangin’ ma di tanto in tanto è possibile trovare qualcosa di maggiormente groovy e break, in particolare le tracce edite sotto pseudonimi come Brainshaker e Pneumatik”

Qual’è il motivo che ti ha portato ad identificarti nell’hardtechno ? Cosa pensi di generi paralleli come electro, house, ambient, drum’n’bass ed altri ancora ?
“Secondo la mia opinione l’hardtechno rappresenta lo stile più esplosivo per il dancefloor ed è sostanzialmente questo il motivo che mi ha portato a seguirlo con una particolare predilezione. Facendo una rapida comparazione con altri generi, è sicuramente questo il filone che fa impazzire le folle. Nonostante tutto apprezzo anche altri stili come il minimal, certa house ed electro ma non li reputo adatti alle platee dei grandi clubs”

Nel giro di pochi anni sei riuscito a ‘piazzare’ oltre 120 dischi: qual’è il tuo segreto ?
“Molto semplice: ho un centinaio di impiegati che lavorano giorno e notte per me … ah ah ah. Scherzo naturalmente. Ad essere onesto creare musica è una delle cose che amo fare di più e quindi in ogni minuto libero della giornata mi siedo davanti al computer e tiro giù qualche idea. E’ una cosa che mi risulta facile e naturale, è come se avessi un alto indice di creatività . Altro punto a mio vantaggio è l’aver seguito differenti stili in passato che mi hanno fornito le idee necessarie per produrre le mie tracce”

A marzo 2003 è nata la tua label, la Bitshift. Parlacene.
“Dopo aver superato alcuni problemi organizzativi sono riuscito a lanciare Bitshift con l’importante sostegno di Sven Wittekind. Non ci sono idee speciali alla base della label nata quando stavo lavorando, assieme a Sven, alle tracce finite in “Heroes Of The Future I”. Il progetto ci piaceva tantissimo tanto da volerlo vedere stampato su una nostra label. Ci reputiamo molto fortunati visto che in breve tempo Bitshift ha saputo conquistare pareri favorevoli di un numero imbarazzante di personaggi diventando una delle più importanti labels hardtechno d’Europa. Ciò che pubblichiamo è quello che ci piace al 100% e, ci tengo a dirlo, non è una label nata per accattivarsi i favori di amici (io stampo un disco a te per poi fare viceversa) e questo la rende un tantino speciale. Dopo il terzo atto di “Heroes Of The Future” (il #014) sarà la volta del nuovo e.p. di Boris S.: vi assicuro che sarà un lavoro spiazzante!”

Hai mai avuto contatti con la scena musicale italiana ? Nel 2004 la tua “Hardcore Salsa” venne licenziata anche dalle nostre parti …
“Si, so di questa licenza ma ad essere sincero non possiedo ancora il vinile in questione ! Inoltre non conosco molto della scena tricolore. Ho suonato due volte in un club di Udine e posso dire di aver incontrato tanta bella gente dalla mente aperta e molto amica. Spero di poter tornare ancora”

L’Europa invece come la trovi ? Credi che sia un momento propizio per la musica elettronica ?
“I nomi da citare sarebbero davvero tanti. La scena è interessante ma a mio avviso potrebbe migliorare. Ci sono ancora tanti ragazzi legati fin troppo alla musica che trovano nelle charts dei dj’s famosi. Non condivido i gusti di coloro che ascoltano pezzi facilmente reperibili attraverso le liste di vendita. La trovo una maniera banale per accostarsi alla musica”

Personalmente credo che l’hardtechno sia il naturale risultato della fusione tra l’hardgroove e la vecchia hardcore di paternità olandese (ricordi la Rotterdam e la Mokum ?). Credi che sia vera questa definizione ?
“Mi trovi d’accordo ma questo non accade sempre. Ci sono pezzi in cui l’influenza dell’hardcore si fa sentire con maggior impeto, altre in cui rimane all’angolo. Comunque il tuo ragionamento fila ;o)”

Hai la fortuna di suonare nei clubs di tutto il mondo: dove hai trovato i feedbacks più appaganti ?
“Mmm, davvero difficile questa domanda. Credo che i feedbacks siano stati sempre ottimi e per questo motivo non ritengo di avere dei posti preferiti rispetto ad altri. L’hardtechno inizia ad essere rispettata un pò ovunque e ciò non può che farmi piacere”

Sono in tantissimi a parlare della definitiva morte del vinile e la tua musica, fondamentalmente, adopera proprio questo formato. Come la pensi in merito ?
“E’ innegabile che le vendite del vinile non siano più quelle di qualche anno fa e ciò rappresenta sicuramente un grande problema per l’industria discografica. Inoltre pubblicare vinili è un’operazione costosa e di conseguenza, se le vendite non sono incoraggianti, le labels sono costrette a sospendere l’attività . Ma quando le labels, grandi e piccole, chiuderanno, come faranno gli artisti emergenti a mostrare il loro talento ? Forse non ci sarà più competizione tra i grossi nomi e i giovani ? Non avremo più ricambio generazionale ? Forse è solo una mia personale paranoia ma qualora tutto ciò dovesse veramente accadere sarebbe un disastro completo. Per questo motivo è importante salvare il vinile, il mezzo più carismatico che la musica abbia mai avuto come supporto !”

Ritieni che i files mp3 illegali stiano danneggiando il mercato discografico ?
“Non sono proprio sicuro di ciò ma sarebbe meglio se tutti comprassero la musica in modo da sostenere economicamente i propri beniamini. Personalmente gli mp3 non hanno mai avuto valore. Lo sento un supporto freddo e privo di personalità poichè non tangibile dal tatto umano. Quando mi piace un disco lo compro perchè sono felice di possederlo con la copertina e con la qualità originale d’incisione”

Prima abbiamo parlato delle tue innumerevoli apparizioni discografiche. Cosa sta per uscire adesso ?
“E’ tempo del secondo capitolo della saga “Hardtechno” voluta dalla Alphabet City. Ho scelto e mixato 38 tracce per questo doppio cd che uscirà durante le prime settimane di ottobre. Qualche anticipazione ? Arkus P., Sven Wittekind, Dj Rush, Felix Kröcher e Boris S. che mi hanno gentilmente fornito alcune delle loro nuove tracce in esclusiva. Il risultato è esplosivo !”

In studio preferisci adoperare la tecnologia hardware o software ?
“Adoro combinarle. Registro i suoni dal mio Virus TI e dal Waldorf Q per poi riarrangiarli nel Cubase”

E’ tutto. Grazie per il tuo tempo Robert.
“Grazie a te Gio ! A presto. Robert Natus”

Technodisco

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Un commento:

  1. è la prima intervista ke leggo in questo sito!! grande robert natus!!

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