#129 -Occhi (ed orecchie) puntati su Neon Electronics [17-12-2006]

Pietre miliari dell’ebm insieme ai Front 242, Nitzer Ebb, D.A.F. e Klinik, i Neon Judgement hanno rappresentato per anni una delle vere grandi novità che il Belgio ha lasciato uscire dai suoi confini. L’attività discografica, iniziata nel 1982 col 7″ “Factory Walk”, si è ingigantita in maniera incontrollabile attraverso un numero imbarazzante di singoli e di albums (come “Horny As Hell”, “Blood & Thunder”, “The Insult” e “Dazsoo”) rimasti negli annali della musica elettronica. Sparito per qualche anno, il duo formato da Dirk Da Davo (Dirk Timmermans) e TB Frank (Frank Vloeberghs) ritorna alla grande nel 2003 grazie alla Eskimo di Gent che riesuma la hit del 1988 “TV Treated” lasciandola nelle mani del canadese Tiga raggiunta poi da “The Fashion Party” rimessa a nuovo da Headman e Patrick Pulsinger.

La storica PIAS (Play It Again Sam) poi torna a puntare su di loro pubblicando una serie di raccolte che adesso trovano il giusto prosieguo nel progetto Neon Electronics impersonato unicamente da Dirk Da Davo. L’artista belga, desideroso di tornare a calcare le scene dopo un periodo di stasi, si rituffa in studio ed incide un nuovo album intitolato “Monkey Ever After” nel quale non mancano le versioni dance di vecchie hits composte assieme a Vloeberghs come “Jazzbox”, “The Fashion Party” e “Miss Brown”. Poi altre incredibili composizioni che lasciano riecheggiare le timbriche dell’electronic-body-music come “Les Enfants Du Paradis”, “No Religion”, “Sweet & Vicious”, “My Gun”, “We Lost A Child”, “Sparkling Clean”, “Shadowplayer” ed “Economix”. Dalla preziosa playlist emerge anche “Maximum Joy” realizzata in compagnia degli italiani Franz & Shape (presto anche in vinile sulla svizzera Relish) e “Better Way” programmata assieme al francese The Hacker. “Monkey Ever After”, disponibile unicamente in formato cd, viene pubblicato dalla DanceDelic-D che promette altre gradite sorprese per il 2007 ormai imminente.

-Audiofly “Undulation 2” (Saw Recordings): si tratta del primo mix-cd curato dagli Audiofly (l’inglese Anthony Middleton e l’italiano Luca Saporito). Stilisticamente si posa sul segmento che unisce techno, house, minimal e deep, quello che la Saw aveva già preso in considerazione pubblicando “Stolen Goods E.p.”. I punti di forza sono pezzi di Sebastian Roya, Martin Buttrich, Layo & Bushwacka!, Stephan Bodzin, X-Press 2, Alejandro Vivanco, Kaliber e produzioni degli stessi Audiofly come “Get Lost”, “Cold Light Of Day”, “Freefall” (edita sotto lo pseudonimo Sleeper Thief) e “Real Time” firmata Rekleiner, progetto che i due condividono con l’amico Stuart Geddes.

-Maximilian Skiba “Apple Of Disco E.p.” (Fine): caspita che disco ! Un vero capolavoro intagliato all’interno delle sonorità anni ottanta con un occhio sui suoni eterei di Klaus Schulze e Tangerine Dream ben miscelati a bassi italo. Imbarazzato totalmente nella scelta della traccia migliore tra le quattro (vi assicuro che tutte sono capaci di sprigionare sensazioni uniche) opto per “Safari Jazz” che possiede quella caratura stilistica che al momento attira in modo marcato la mia attenzione. Davvero una produzione coi fiocchi per il ventenne polacco lanciato l’anno scorso dalla Boxer.

-Beroshima “Corazon” (Müller Records): finalmente, dopo una fase calante causa cambio continuo di distribuzione, l’etichetta di Frank ‘Beroshima’ Müller torna a correre ripartendo dal #060. “Corazon” (già finita nella tracklist dell’ultimo cd dedicato al Wire) lascia vibrare ricordi new-wave abilmente allineati alla dark-techno degli anni novanta addolcita in più punti da una spruzzata deep. Il remix, denominato Heartstroke, punta ancor di più al reimpiego del groove lasciato in disparte negli ultimi tempi da un numero crescente di produttori attirati da situazioni sonore più blande. Il tedesco tira fuori dal cilindro magico anche “Horizon” con cui potremmo iniziare a parlare di new-trance, forse meno epica di quella degli anni passati ma sicuramente attuale ed agguerrita vista la forte carica di ritmo.

-New York City Survivors “Human Rights E.p.” (Sonic Groove): un più che gradito ritorno per la storica label americana di Adam X, Frankie Bones ed Heather Heart che ora abbraccia nel suo roster anche i finnici New York City Survivors (Kimmo Rapatti aka Mono Junk ed Irwin Berg) che si allontanano momentaneamente dalla propria Dum. Lo stile è naturalmente electro direttamente convogliato sulle misure ritmiche sincopate e su suoni metallici e taglienti tanto da scardinare la puntina dal pick-up. “No Reaction” si rende ancor più adorabile con inserti vocali da brivido (di Berg) abbinati ad arrangiamenti gotici ormai tipici per le produzioni di questo affermato ed affiatato duo finlandese.

-Aa.Vv. “Ten Years Of Mole Listening Pearls” (Mole): nata nel 1996 con l’intento di svincolarsi dagli stereotipi, Mole si appresta a festeggiare il decennale d’attività che coincide col suo #075. Ora diretta da Robert Jan Meyer aka Minus 8, la label congiunge il trip-hop al chilly, il nujazz al bossanova, il lounge all’electronica da ascolto: tutto ciò lo si apprezza nelle tracce di The Lushlife Project, Khoiba, Yonderboi, Alphawezen, Q-Point, Anima Sound System e i famosi De-Phazz con l’ormai popolare “Mambo Craze” lanciata proprio da Mole nel 1999. A tutto ciò s’aggiungono gli inediti di Marcel e Lemongrass ed un dvd nel quale sarà possibile rivedere i videos dei pezzi più fortunati editi negli ultimi anni.

-Phones “Sharpen The Knives/Worryin'” (Kitsuné): lesta come un felino la label parigina raggiunge il suo #042 (inciso su un vinile 10″) con cui convoca il prolifico Paul Epworth, tra i più rispettati producers indie-rock del momento. Il londinese fa della rivoluzione a cavallo tra rock e dance qualcosa di ancor più speciale ed assaporabile in due tracce da non confondere con le tante ‘tamarrate’ in circolazione al momento. Spregiudicati strappi daftpunkeschi risiedono in “Sharpen The Knives” (a me ricorda un pò “Rollin’ & Scratchin'”, 1997) mentre “Worrin'” è costruita sugli spezzettamenti tipici dei Justice e della scuderia Ed Banger. Noise music ed indie-electro. Che sballo !

-Johan Fotmeijer “Critters E.p.” (Aesthetik): già noto attraverso progetti trasversali come Televerket e Claudia Bonarelli, lo svedese approda sulla neonata Aesthetik con quattro pezzi di spassionata digital-dub la cui architettura sonora poggia su atmosfere deep e ritmi minimali intrisi di gassosi glitches. Bello il remix di HÃ¥kan Lidbo (con cui l’autore divide il progetto Black Art Orchestra) che viene colorito da basslines stracciati, tocchi industriali ed una variopinta gamma di fx. Per il resto si assiste ad una parata di tools che paiono raggelati dalle rigide temperature di Stoccolma.

-Brainshaker “The Doctor E.p.” (Subsounds): un esordio quello che Brainshaker (alias Robert Natus) sta per registrare sulla belga Subsounds ancora attaccata alla techno groovin’. Un mix tra hardcore e hard-techno dei giorni nostri si delinea in “The Doctor” e “Freeze” mentre con “Mono Rock” si ritrova un pò di schranz con suoni industriali, ride lacera-tweeters e timbriche sporche (proprio come accadeva qualche anno fa coi mitici Kazumi). Un disco che dovrebbero cercare quelli che sentono la mancanza degli Stigmata e di tutta la produzione techno che oggi pare ovattata dalla più basica minimal.

-Serafim Tsotsonis “Peak” (Klik): nato ad Atene nel 1977, Tsotsonis studia per anni pianoforte, strumento che ricorre con particolare insistenza in questo full-lenght che si configura come l’ideale colonna sonora per il più moderno dei lounge bar. A ciò poi si aggiunge l’amore per la cinematografia che viene riflesso in “Peak” pensando all’electronica dei Leftfield, ai chemical-beats inglesi e alle spavalderie nordiche. Tutto pare assumere la veste di un’electro spinta verso la direzione dell’ambient, delle colonne sonore da film, del sound emozionale che lascia traspirare reminiscenze alla Boards Of Canada, Cinematic Orchestra e Bonobo. Unica ad uscire dal condotto della musica da ascolto è “Fingers” che si lascia accarezzare dai beats quaternari e da evoluzioni deep-house.

-Koop “The Swedish Remixes” (Compost): fioccano i primi remixes per i pezzi estratti dal nuovo lp “Koop Islands”, per l’occasione tutti di nazionalità svedese. “I See A Different You” viene riletta da Markus Enochson che staziona sulla linea di mezzeria tra deep-house ed electro. Un bassline plastico tende la mano a romantici chords creando un effetto scenico particolare che riflette il concept dei Koop, continui miscelatori di jazz ed elettronica. “Koop Island Blues” invece gode di un rework ad opera di Christoffer ‘Hird’ Berg che adopera i classici vibrafoni incassandoli in una Tr-808. Ultima è la versione che Mikael Nordgren aka Tiger Stripes realizza per “Let’s Elope” direttamente appollaiata sul ramo lounge ed attraverso la quale l’estate sembrerà meno lontana, forse anche per le temperature miti di questo autunno che assomiglia più ad una primavera.

Electric greetz

DJ GIO MC-505

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