E’ stato ancora una volta il Maimarkthalle di Mannheim ad ospitare il Time Warp, uno degli eventi maggiormente consolidati in terra tedesca. Realizzato in collaborazione con TDK, Time Warp 2007 si è consumato lo scorso 31 marzo proponendo un line-up di tutto rispetto costruito su nomi come Sven Väth, Richie Hawtin, Dave Clarke, Felix Da Housecat, Dj Hell, Ricardo Villalobos, Chris Liebing, James Holden, Monika Kruse, Ellen Allien, Magda, Guy Gerber, Anthony Rother, Martin Buttrich, Extrawelt ed altri ancora. Tra questi Loco Dice, scelto per ‘traslare’ l’essenza dell’evento su cd, operazione che ormai si ripete da qualche anno a questa parte. Un nome di cui si sente parlare molto negli ultimi tempi quello di Loco Dice, tunisino di nascita ma adottato da Düsseldorf nel 1992. Gli esordi sono legati all’hip-hop (sotto lo pseudonimo Dice’C), stile che lo porta al cospetto di grossi personaggi come Snoop Doggy Dogg, Ice Cube, Jamiroquai ed Usher. Nel ’94 esce il primo disco ma per la svolta nella musica elettronica bisogna attendere ancora qualche anno. L’amicizia di Timo Maas fa il resto introducendolo a labels come la Four:Twenty, la Ovum di Josh Wink (prima con “Menina Brasiliera” e poi con “Flight LB 7475/El Gallo Negro”) e la Cocoon di Sven Väth che, stampando “Carthago”, contribuisce in modo fondamentale al suo successo. In questo doppio cd il dj-producer sceglie i pezzi che negli ultimi mesi ha adoperato con più frequenza nei sets in giro per il mondo: a presenziare sono Sean Palm, Pigon, Ripperton, Dani Koenig, Serafin, Liebe Ist Cool, D’Julez, Jamie Anderson, Suburban Knight e la sua “A Chico A Rhytmico”. E’ nel secondo disco che Loco Dice spinge su suoni più inquietanti e dal fascino dub, prelevati dalle produzioni di Jambi, Peace Division, Dan Curtin, Spectrum e Dj Emerson. Poi, lasciandosi trasportare dalla microtechno più attuale, sceglie “Smoke Maschine” di Baby Ford & Benno Blome (Bruno Pronsato remix), “Nasty Girl” di Gaiser vs Heartthrob, “Moved” di Audio Werner, “Glob” di Plastikman, “Trying To Stay Underground” di Abe Duque, “Dorado” di Tadeo e “Let’s Get Over It” di Deetron. E’ questa la musica che va di moda, a volte percussiva, in altre più acidula, ma sempre trendy, proprio quella che la maggior parte dei clubbers vuole ascoltare e ballare. E Loco Dice accontenta.
-Aa.Vv. “Day Dream Bleeper” (Arights): per anni il Giappone ha inseguito con ostentata frequenza una fenomenologia musicale fatta di techno e funk. Oggi però gli A&R dagli occhi a mandorla sembrano particolarmente attratti dall’electro-house sviluppatasi nel nostro continente dal 2003 tanto da racchiuderne una vasta gamma nella raccolta in questione. Undici le tracce scelte tra cui diverse hits che l’Europa ha già consumato nei mesi (ed anni) passati firmate da Mason, Rex The Dog, Christopher & Raphael Just e The Egg. Il package consta anche di un secondo disco curato da Tomoatsu ‘Dj Moa’ Watanabe che mixa gli stessi pezzi ma in sequenza differente.
-Thomas Schumacher “Perlen 5” (Spiel-Zeug Schallplatten): il dj-producer di Brema, pur allontanandosi dalle sue vecchie ispirazioni (electro, funk, new-wave, techno) torna ai fasti di un tempo grazie al neo-minimal. La nuova identità sonora si ritrova nel quinto capitolo della serie “Perlen”, perfetta testimonianza dello Schumacher rinnovato in tutto e per tutto. Tra gli artisti coinvolti troviamo Dapayk & Padberg, M.A.N.D.Y., Piemont, Martin Eyerer & Oliver Klein, Axel Bartsch, Audiofly X ed Oliver Huntemann, tutti appartenenti alla medesima scuola di pensiero a cui Schumacher ha allineato il suo gusto da qualche anno a questa parte e che lo ha reso irriconoscibile rispetto ai tempi di “Shelford Road” ed “Electric Ballroom”.
-Punx Soundcheck feat. Steve Strange “In The Dark” -remixes- (Pale Music): quello che mi sembrò uno dei pezzi migliori dell’album “When Machines Ruled The World” (uscito circa un anno fa) torna a vibrare attraverso quattro versioni remix accomunate da nomi ‘prelevati’ dalla scuderia International Deejay Gigolo. I brasiliani Digitaria infondono un tocco electro-techno inscritto entro melodie acute, il rumeno The Model si spinge verso l’acid e lo svedese Jor-El plasma ritmi compressi in cui l’italo pare scurita e velocizzata. Trovo che la reinterpretazione migliore sia quella di Mihai Popoviciu che, dalla Transilvania, ci manda un buon esempio di electro-trance in cui la voce del leader dei Visage calza a pennello su stesure e suoni che mi riportano a vecchi esperimenti di Kiko e The Hacker.
-Dynarec “Lagomorph” (Vaporwave): “Lagomorph” inizia lì dove si era concluso l’appetitoso “Body Sequencer E.p.”, attraverso un mix tra techno e detroit-electro dalle forze impetuose e stilisticamente distanti anni luce dalle leggerezze a cui oggi molti producers fanno affidamento per trovare un varco nel mercato discografico. “In Your Hand” è il risultato di quel che, qualche anno fa, avremmo potuto ascoltare sovrapponendo Japanese Telecom a Plastique De Rêve. Accostabile è quel “Secret Tactics” in cui si denota l’influenza della scuola anfibia di Donald & Stinson (RIP). Poi la spinta sulla techno più furiosa con “From The Island” sequenziale e bloccata in loops meccanici e la ‘cattiveria’ dei primi anni novanta che, in “Lagomorph”, riappare mediante accenti che incarnano la spudoratezza dei vecchi R&S ove il ritmo ora pare liquefatto e poi solidificato come magma vulcanico. Niente da eccepire insomma in questo nuovo appuntamento con Vaporwave che ci riporta un Dynarec (noto anche come Chris Kalera e Speakwave) decisamente in forma smagliante.
-Mental Overdrive “Spooks” (Full Pupp): un Full Pupp decisamente diverso questo di Per Martinsen alias Mental Overdrive, uno dei nomi più rappresentativi della scena norvegese. Apparso già nel lontano 1990 su R&S, l’artista conia un trip lungo circa sei minuti sequenzato su toni acutissimi fuoriusciti da strumentazione analogica (ciò emerge da aperture particolari dei filtri, difficilmente realizzabili mediante il clic del mouse), bassi profondi quasi quanto i dooms ed un ballabile boogie-rhythm ubicabile tra tech-house e la vecchia speed-garage inglese. In “Original Material” invece si diverte nell’assemblare i cocci della vecchia scena statunitense rammentando, per metodologia di lavoro, il francese Alex Gopher.
-Moog Conspiracy “Is It Deep?” (Elektrotribe): disco d’esordio per Moog Conspiracy che al suo interno raccoglie il mix di influenze tra minimal, house, techno ed ovviamente moog-style (non poteva essere altrimenti visto lo pseudonimo utilizzato). Buona resa per gli esperimenti dell’autore messo sotto contratto dalla giovane label berlinese, tutti edificati sotto le misure dei 4/4 in cui rumori digitali incrociano bassi striscianti (“Massif”) e dove si fanno sentire anche sinistri campanellini subliminali (“Code Alfa”). La scia deep-dark-minimal prosegue con “Saw” mentre i toni alti si rincorrono entro bassi spezzettati in “Drop”. A completare il tutto i remix di “Code Alfa” e “Drop” realizzati rispettivamente da Lucio & Pep e Digital Filth: i primi spingono sul lato metallico immerso in astrattismi alla Andy Vaz, il secondo concede un tocco più d’impatto con suoni alla Romboy e Bodzin.
-Durchblick “Lichtblick E.p.” (38db Tonsportgruppe): il trio dei Durchblick (Heiko Klingler, Alex ‘Connors’ Kornas e la cantante Sarah Sawinsky) ritorna su 38db Tonsportgruppe con un disco più tumultuoso rispetto al precedente. “Treppenhausherbst” gira su movimenti terzinati che riportano a certe cose made in Kompakt (avete presente Superpitcher ?) ma per l’occasione scavate dal forte incedere di bassi dark. E’ la techno a prendere il sopravvento e ciò rende la traccia il jolly ideale da suonare a centro serata. Meno d’impatto la marcettata “Hör Auf Damit” e il remix di “Mach Dich Locker” ad opera di Lexy. Ci pensa il bravo Alex Connors, mettendo le mani su “Lichtblick”, a riportare un pò di solarità e musicalità gettandosi tra le braccia di un’electro-pop più convenzionale che lascia vibrare ricordi delle annate (2002-2003) in cui il Paese tedesco era più incline a soluzioni distanti dal tipico dj-tool.
-Asli “Slow City Life E.p.” (Thugfucker Recordings): arriva dalla fredda Islanda il duo degli Asli, giovani promesse della nuova scena deep-techno-house nordeuropea. Il loro esordio avviene grazie ad una manciata di tracce che hanno immediatamente catturato l’attenzione dei Thugfucker da spingerli ad inglobarli nella famiglia della loro label. “Slow Potion” abbina il soul d’oltreoceano (Ibadan) al classico minimalismo tedesco (Kompakt, Mobilee) mentre “East City Life” gioca maggiormente su soluzioni micro incavate entro le tipiche aperture deep che poi agguantano ritmiche costruite con gusto. ‘Avvolgente’ mi sembre il termine più adatto per descriverlo.
-Phonique “Good Idea” (Dessous Recordings): a circa tre anni da “Identification” il berlinese Michael Vater incide un album pieno zeppo di collaborazioni d’autore (Richard Davis, Erlend Øye, Ruben Schäffler, Ian Whitelan & Meitz). In “Good Idea” potrete trovare di tutto, dalla pop-house alla modern-disco-funk, dall’hip-hop al jazz transitando su itinerari nu-disco, midtempo e persino lounge. La musica di Vater prende le distanze dalle tante banalità attualmente in circolazione e viene servita insieme ad un bonus-mix da cui si levano altre succulente collaborazioni con Gui Boratto, Vincenzo, Ilija Rudman e Zoo Brazil. Può bastare ?
-Ramon Tapia/Der Alte “UHU” (Yellow Tail): nasce così la sublabel di BluFin, label che in appena una manciata d’anni è riuscita a costruirsi una solida reputazione concentrando le energie sul mercato electro-techno-house in cui ha avuto la fortuna d’avventurarsi proprio nel periodo di massimo splendore. Rispetto ai precedenti lavori (l’ultimo era sulla Equator di Gayle San) “UHU” disperde la techno in un sistema meno complesso e fondamentalmente forgiato sul mix esportato da BluFin. “Night Vision” di Der Alte è un’espressione che sdogana il combo tra minimal e dark vicino ai lavori di Sweatshop, Martin Landsky e Sasse mentre il remix di “UHU”, a firma Kolombo, si rifà a ramificazioni su stile Systematic, un pò loopy nella stesura e colorite da suoni in cui l’envelope gioca ruolo fondamentale. Le differenze stilistiche con BluFin non sono ancora molto evidenti ma il futuro della Yellow Tail ci riserverà sicuramente non poche sorprese.
Electric greetz